Isira
Sono una donna di 38 anni con 2 figli di 10 e 12 anni, situazione
economica precaria, in accertamento per perdita eccessiva di peso (15kg)
ho effettuato scintigrafia e captazione con iodio, ecografie per i vari
accertamenti non sapendo di essere incinta… come potevo esserlo? usavo
il preservativo, nonostante la mia età non sapevo che si potesse
rimanere incinta se non si usava dall'inizio del rapporto… "è raro ma
può succedere" mi dissero al consultorio… e così eccomi in lista per
effettuare un'interruzione di gravidanza… non voglio nascondermi
dietro il fatto che potrebbe avere anomalie a causa dei miei esami…
non ho mai voluto un 3° figlio! mi sono sacrificata molto per i miei
precedenti figli e non me la sentirei. Comunque… anche se ho sempre
sostenuto l'aborto, mi sono ritrovata a piangere per giorni e giorni
sentendomi in colpa… fortunatamente ho avuto il sostegno di mio
marito, di mia sorella e delle mie amiche che mi hanno aiutata…. ora
mi sento meno in colpa. Ho l'intervento il 05.02.07 ho un po' di paura ma
sono più tranquilla.
Valeria, 20 anni
Ieri ho fatto l'interruzione di gravidanza.
Sto insieme col mio ragazzo di 23 anni, da un anno e mezzo e ci vogliamo
molto bene, ho alle spalle due famiglie solide che ci hanno dato
appoggio e sostegno qualunque fosse la nostra decisione in merito alla
gravidanza. Io e Andrea siamo sempre stati sicuri di non correre rischi
di questo tipo, anche se come precauzioni ci siamo solo limitati al
preservativo… (ora mi rendo conto della nostra ingenuità). Per questo
motivo mi sono accorta di essere rimasta incinta solo alla fine del
secondo mese di gravidanza, non realizzando subito la cosa, tanto mi
sembrava impossibile fosse vera. Non avendo una ginecologa di fiducia ma
solo un medico di famiglia anziano e obiettore di coscienza, ci siamo
affidati alla dottoressa di una mia amica, la quale dopo essersi
accertata di tutto, si è data subito da fare per sostenerci aiutandoci a
contattare la prima libera struttura ospedaliera per l' IVG.
Posso dire di essere stata sufficientemente messa al corrente di tutti i
rischi ai quali andavo incontro con l'operazione e a maggior ragione per
il caso quasi isolato come il mio gruppo sanguigno. La trafila, tra
prelievi e sacche di sangue, è durata un mese e così avevo raggiunto la
fine del terzo mese di gravidanza… il mio stato emotivo era pessimo
anche se ho ricevuto un'ottimo trattamento da parte di tutti i medici e
infermieri dell'ospedale, ma ero spaventata e continuavo a pensare a
"Giacomo"… così ho deciso di chiamare l'esserino che era in me,
pensavo che lui voleva crescere e vivere e io mi accingevo a fare tutto
il contrario. E' un'esperienza durissima per una donna. Io però non me
la sono sentita di diventare mamma, anche se ne avevo le possibilità,
non ho forse voluto rinunciare alla mia libertà… Ora come ora mi
vergogno di me stessa… Aspetterò Giacomo fra un paio d'anni, sono
sicura che lui tornerà… lo so un giorno nascerà…
Mi è servito molto aver letto le testimonianze di altre ragazze.
Dalila
Avevo 26 anni (nel 1998) e già 2 aborti spontanei alle spalle. Scopro di
essere incinta e sono felicissima. Mio marito è al settimo cielo. Faccio
tutto affinché al piccolo essere che sta crescendo dentro di me non
accada nulla: rimango a casa dal lavoro da subito, faccio punture di
progesterone ogni giorno e controlli serrati ogni mese. Quando alla fine
del terzo mese mi dicono che va tutto bene sono raggiante!!!! Al momento
della morfologica, fatta in un piccolo ospedale di provincia, mi dicono
che va tutto bene e mi chiedono se voglio fare un ulteriore screening in
un Centro più grande: ovviamente accetto. L'eco morfologica mi viene
eseguita da una dottoressa di fama nazionale e mi dà il terribile
verdetto: "Signora la bimba ha la plica nucale molto grossa, segno
inconfondibile di sdr di down e inoltre una malformazione cardiaca
chiamata canale atrio-ventricolare incompleto. Facciamo l'amniocentesi e
poi decidiamo il da fare. Mio marito ha pianto. Io pure. Dopo 10 giorni
ci danno l'esito dell'amnio : tutto confermato. Abbiamo fatto l'IVG.
Nonostante ora abbia 2 splendidi bimbi penso spesso alla piccola LISA.
Purtroppo dove ho subito l'intervento non permettevano a nessuno di
rimanere vicino per un po' di conforto. Ho potuto avere vicino mia mamma
solo grazie alla sua tenacia a non lasciarmi sola e all'umanità di un
infermiera.
Bianca
ho 42 anni. La mia e' una testimonianza 'diversa' nel senso che ho
interrotto la gravidanza nel 2001 alla 18esima settimana perché, a
seguito di amniocentesi, ho saputo che la bambina era affetta da
trisomia 21. Ero già mamma di due meravigliose bambine e ho affrontato
l'aborto con la consapevolezza di perdere un pezzo del mio cuore. Non ho
badato molto alle reazioni di infermieri e medici: forse mi sarebbe
servito un supporto psicologico ma non per dirmi che facevo la scelta
giusta (ognuno la pensa come vuole). So solo che non ho voluto guardare
il monitor nell'ultima ecografia prima dell'intervento. Non mi sono
pentita della scelta che ho fatto (rifarei la stessa scelta) ma provo un
grande rimpianto per quel cucciolo che poteva essere qui con me. Il
tempo per fortuna attenua il dolore. Adesso sono serena. Ho ripreso in
mano la mia vita e penso ad essere felice con le mie figlie e con mio
marito che è stato sempre con me in modo splendido come sa fare un vero
compagno di vita. Ogni scelta implica la critica da parte di chi non è
d'accordo. L'importante è ascoltare il proprio cuore.
Bella
"..mi riesce difficile spiegarti il mare di sensazioni ed emozioni che
ho provato quando ho saputo di te; ti ho sentito subito, appena sei
arrivato mi hai avvisato con un brivido leggero fatto di gioia e
nostalgia insieme; e ti ho sentito.. il test che ho fatto 6 giorni dopo
mi ha dato solo la conferma di quello che sapevo già .Tu ci sei, sei più
forte di me, ti sento in ogni attimo, penso a te in ogni istante. Vorrei
averti, insegnarti e farmi insegnare da te la vita; sarai il mio
rimpianto più grande. È un dolore così grande che semplicemente non ci
sono parole adatte per esprimerlo. Venerdì ti ho visto su uno schermo in
bianco e nero; anche se so che presto non ci sarai più, ho tirato un
sospiro di sollievo quando il dottore ha detto che stai bene. In quel
momento ho pensato che ti avrei protetto e non avrei permesso a nessuno
di farti del male. Dopo qualche minuto sono tornata alla "realtà" e quel
cucciolo rannicchiato dentro di me rimarrà sempre su quello schermo in
bianco e nero nell'angolo più nascosto del mio cuore. Sei piccolo e
indifeso, vorrei dirti che sarai al sicuro, che ti proteggerò, che ti
curerò e che starai bene. Finche starai in me sarai al sicuro ed io
starò bene, nel momento in cui te ne andrai io ne morirò, a poco a poco,
lascerai il vuoto dentro di me.." Ho 26 anni e questa lettera l'ho
scritta a mio figlio il 17 settembre '06, il 26 dello stesso mese ho
abortito e quel giorno sono morta un po' anch'io, non sono più la stessa
persona. Il motivo per il quale l'ho fatto è che il mio ragazzo non lo
voleva ed io da sola non ce l'avrei mai fatta ad affrontare tutto, mi
aveva fatto capire che le cose tra di noi sarebbero cambiate ed io sono
stata debole e gli ho fatto credere che anch'io non lo volevo mentre
invece lo avrei voluto con tutto il cuore; il dolore di adesso è dovuto
proprio alla mia debolezza di allora.
Giovanna
Ho 24 anni e avevo 18 anni quando ho abortito.
Non ho mai parlato dell'aborto con nessuno, o meglio, solo con
pochissimi, col mio attuale ragazzo, che amo e col quale progetto di
avere una bellissima famiglia.
Ero a Milano per incominciare una nuova vita: iscritta all'Accademia di
Belle Arti, molto felice di questo nuovo capitolo, finalmente potevo
realizzare il sogno della mia vita!
Stavo appena uscendo da una depressione che mi portavo da diversi anni,
con episodi di droghe e tentati suicidi. Ero insieme a G. da alcuni
mesi, ci volevamo molto bene, ma quando ho scoperto di essere incinta la
nostra relazione era in declino, per via della sua condizione
esistenziale: problemi di alcool, difficoltà economiche, problemi
familiari. Era molto giovane anche lui, 21 anni, e mi aveva seguito a
Milano in cerca di fortuna e di un lavoro.
Ho scoperto di essere incinta quando sono tornata dalla mia famiglia per
le vacanze di Natale. Il ritardo delle mestruazioni, il dubbio, e infine
il test: positivo. Ad aiutarmi è stata mia sorella. Siamo andate insieme
al consultorio ed era la prima volta che mi recavo da un ginecologo,
strano a dirsi… mia madre è un ostetrica, eppure non ho ricevuto
nessun tipo di educazione sessuale, né da lei (non parliamo neanche di
mio padre!!) né dall'illustre liceo che frequentavo!! Il coito
interrotto era il nostro 'metodo anticoncezionale'. Mi vergognavo tanto
di essere incinta, ricordo che quello zotico di ginecologo del
consultorio mi ha anche insultata!
Tornata dopo pochi giorni a Milano, ho attivato, aiutata dal mio
ragazzo, tutte le pratiche per abortire, ero assolutamente sicura che
non avrei potuto avere un figlio in quel momento, ero troppo giovane e
incosciente, non ho sentito neanche per un attimo il senso di maternità,
ero solo arrabbiata con me stessa e con il mondo intero per non aver
ricevuto una buona educazione sessuale, perché nessuno ci ha mai educato
all'uso dei contraccettivi, e noi eravamo davvero due teste
incoscienti!!
Da quel momento in poi solo solitudine in una città freddissima, nuova,
grande, senza famiglia (i miei non hanno saputo mai dell'aborto), senza
amici importanti. Col mio ragazzo che trascorreva le serate a deprimersi
con la bottiglia, ed io invece che giocavo a fare la guerriera. Le
visite, l'ecografia, le attese, la nausea verso l'odore del caffè e del
cavolo bollito, credo di aver vissuto ma non me lo ricordo più, il
dolore di quei giorni ha cancellato la memoria.
Ho abortito che era mattino, fine gennaio. Questo lo ricordo. La nebbia
di Milano e la metropolitana semi deserta all'alba delle 6. In ospedale
ho trovato un accoglienza incredibile, erano persone splendide, ricordo
ancora l'infermiere che mi ha regalato anche il sorriso, ed io che non
so dove trovavo tutta quella forza, che davo coraggio col mio
instancabile umorismo e voglia di vivere alle mie compagne di stanza che
abortivano con me.
Uscita, ho preso una cioccolata calda. – Non ho fatto più l'amore per
tanto tempo, ho lasciato il mio ragazzo dopo 2 mesi. – Ho ricominciato a
vivere. Ho aperto la mia mente ad una cultura sessuale paritaria,
allontanando dalla mia persona echi di una soffocante cultura
maschilista che vede la donna sofferente e addolorata! (molto presente
purtroppo ancor oggi nel nostro fantastico paese che si dice emancipato)
Credo d'aver superato quel trauma, ma devo dire grazie alla fotografia,
che è stata la mia valvola di sfogo, la mia terapia. L'unico mezzo col
quale riuscivo a parlare di quell'avvenimento.
Continuo a nutrire ancora un grande interesse artistico e culturale per
tutto ciò che è legato al corpo femminile, ai tabù sessuali, ai tabù
sociali, ai problemi dei giovani, e l'esperienza dell'aborto è stata
utile per maturare il senso di responsabilità verso la vita, che prima
disprezzavo. Non ho rimorsi, sono contro il cattolico "senso di colpa"
perché non è utile a niente. Sono per la trasformazione degli
avvenimenti negativi in esperienze positive. Auguro anche a voi di
riuscire a trasformare tutto ciò in qualcosa di Bello.
Roberta
Ho 36 anni, la mia ivg è avvenuta una settimana fa. Ho un lavoro
fisso e una situazione economica buona così come il mio ragazzo con il
quale stò da circa un anno anche se con alterne vicende. Non abbiamo mai
preso grandi precauzioni, credo perché entrambi pensavamo che se avessi
aspettato un bambino lo avremmo tenuto non essendoci particolari
problemi pratici. Quando ho scoperto di essere incinta inizialmente ero
scossa ma non infelice. Il mio ragazzo sembrava contento anche se un po'
preoccupato. Però non riuscivo ad avere fiducia nel fatto che lui mi
sarebbe stato accanto, ho avuto la sensazione che si sarebbe sentito
costretto e che dunque avrei dovuto fare i conti con il fatto di avere
la maggior parte di responsabilità su di me e di prendere la
considerazione di rimanere una mamma sola dopo poco tempo…
improvvisamente il mio corpo ha iniziato a cambiare, ero stanca, mi
cresceva il seno, mi sentivo strana e assieme a questo mi è venuta una
paura tremenda di non farcela, di dovere cambiare vita, lui non è stato
rassicurante ma anzi si è arrabbiato e alla fine (dopo pochi giorni in
cui avevo un gran bisogno di rassicurazione) abbiamo deciso che non ce
la sentivamo. Ho parlato anche con un amica che ha appena avuto un
bambino e lei mi ha sconsigliato di averlo con un compagno così …
diciamo poco affidabile. Dopo la decisione però lui è diventato molto
affidabile, mi è stato accanto e si è dimostrato molto presente ogni
tanto dicendo che se cambiavo idea lui si sarebbe preso le sue
responsabilità.. (forse un po' poco per confortarmi). Ma oramai ero
terrorizzata e mi sentivo sola solissima, non vedevo l'ora di "farla
finita" e poi è stata finita. Però ora che sono "salva" che non ho più
una specie di orologio che scandisce i secondi per la decisione, sono
pentita molto. Ho rinunciato a una cosa bella per nulla. Avrei dovuto
avere il coraggio di andare avanti anche da sola … sento veramente di
avere sbagliato per paura, una paura dettata forse da uno
scombussolamento ormonale!
Ora penso che le difficoltà non devono spaventare perché si superano. E'
stata tutta colpa mia, non ho avuto fiducia e forse era la mia unica
occasione di avere un bambino. Non so se mi perdonerò .. non è il senso
di colpa – non sono cattolica – è che per non avere avuto coraggio e
fiducia mi sono privata di una cosa importantissima… penso che mi
pentirò per sempre.. questa è stata la prima decisione in vita mia che
rimpiango fortemente, non lo rifarei mai.
Marzia
ho 26 anni. Ho scoperto di esser rimasta incinta lo scorso gennaio. Io e
il mio fidanzato non usavamo precauzioni. Ricordo, era Domenica. Il
test, l'ho fatto da sola. 3 settimane di ritardo, erano troppe. C'ero
abituata, i miei ritardi erano consueti. Ma sentivo che qualcosa non
andava. Troppa fame, troppo sonno. E niente ansia, ne attacchi di
panico, di cui soffro da anni. E infatti, risultato positivo. Non ho
realizzato il fatto, fino al pomeriggio, quando un medico del pronto
soccorso, dopo avermi visitato, ha confermato la gravidanza. Ho pianto.
Da quel momento, fino al giorno dell'aborto, un mese dopo, sono
sprofondata in un turbine d'emozioni. Non ho mai pianto tanto nella mia
vita, non sapevo cosa fare, tenerlo, non tenerlo. Analizzavo i pro e i
contro. Mi toccavo la pancia. Gli parlavo. E mi sentivo una schifo di
persona. Mi sembrava d'ingannarlo. Speravo in un aborto spontaneo. Gli
dicevo "vai via piccolino, da solo, non obbligare me a farlo". Un po' lo
volevo, fantasticavo su di lui, poi, non lo volevo. La prima vera scelta
difficile della mia vita. Sapete perché non nomino il mio fidanzato?
perché la donna è sola in una situazione del genere. È lei ad assumersi
questa responsabilità, e la decisione che prenderà, se la porterà dietro
a vita. Non c'è nessuno di così neutrale che può aiutarti. Ne amiche, ne
il fidanzato, ne la mamma. E io, ero sola. Il giorno dell'ivg è volato.
Continuavo a non realizzare quello che stavo per fare. Eravamo in 18. La
più piccola, ero io. Ho ricevuto un trattamento normale. Nessuno ci ha
giudicate. Ho riso e scherzato tutto il tempo. Sembravamo li, per un
caffè tra amiche! Forse, inconsciamente, sdrammatizzavo. Uscita dalla
sala operatoria, ero sollevata, l'incubo era finito. Wow, sentivo i
dolori da ciclo. Una volta a casa, mi sentivo vuota. Strana. Quando m'è
arrivato il ciclo, ero felice. Sono passati 9 mesi da quel giorno. Ho
cominciato subito a prendere la pillola. Ho iniziato a realizzare dopo
qualche mese. Scegliere di abortire, ti fa sentire egoista. Ma io, di
crescere un figlio, non cercato, non me la sono sentita. Non è facile
ammetterlo. Ammettere che non volevo rinunciare ai miei sogni, alla mia
libertà. Alla mia vita. Non voler responsabilità. Che male c'è? Ora ci
riesco. E anche se piango, ogni tanto, se vedo bimbi. E ci resto male se
sento di coppie che non riescono ad averne, e penso che io ho abortito
invece. Non era il mio momento, mi dico. Cerco di scacciare il senso di
colpa. Il mio piccolino, mi dico che tornerà. Lui è in un posto dove sta
bene. E ignorate chi vi dice che Dio vi castiga e non vi manda più
figli. Dio non giudica. È la gente ipocrita e stupida che lo fa.
Coraggio. Tutto si supera, tutto passa.
Laura
Ho trovato questo sito due giorni prima di terminare una gravidanza
scoperta da neanche una settimana. Vivo a Londra dove sto studiando e
tra meno di un mese il mio sogno si avvera: parto per gli Stati Uniti
per un semestre. Avevo un ritardo che non avevo considerato potesse
essere una gravidanza visto che dopo due settimane dal possibile
rapporto a rischio avevo fatto un test risultato negativo. Poi la
scoperta, le lacrime e la paura, adesso dopo neanche una settimana mi
sto affezionando… le amiche che mi dicono che è un fagiolino e che non
vive, io che leggo che invece ha un cuore che batte. Il padre è in Sud
America a studiare, ho cercato di scrivergli o di chiamarlo ma non ce la
faccio e comunque il dirglielo non mi aiuterebbe. Sono sicura che la
scelta è quella giusta ma sono sempre stata contro l'aborto, o almeno,
ho fatto sempre in modo che non mi dovessi mai trovare di fronte a una
scelta evitando di avere rapporti a rischio e prendendo la pillola. A 26
anni mi ritrovo con un esserino dentro di me a 4 giorni da Natale e so
già che sarà il Natale più triste di tutta la mia vita. Sogno di avere
un giorno una famiglia perfetta, ho sempre detto che avrei fatto un
figlio e ne avrei adottati due, ma adesso mi sento uno schifo e venerdì
penso sarà ancora peggio. Trovare queste testimonianze mi fa capire che
non sono la sola a sentirmi così ma so che non mi pentirò di questa
scelta. Rincorro i miei sogni, sono un'egoista e forse immatura ma non
abbastanza da mettere a mondo un figlio senza essere felice per prima.
Sibilla
Premetto che ho nella testa una tale confusione che mi è molto difficile
poter gestire i pensieri, le emozioni, le paure e.. chissà cos'altro..
Sono una ragazza di 20 anni. Ho scoperto di essere incinta l'8 novembre
2006.
È successo tutto così per caso: sono andata dal ginecologo per un
semplice controllo… Mi aspettavo di tutto tranne questo.. L'ultima
mestruazione risaliva ai primi di settembre, ma sono sempre stata molto
irregolare nel ciclo, per cui pensavo fosse "normale".. come dire, lo
consideravo un ritardo fisiologico.. Nel 2005 ho preso la pillola per
curare una policistosi ovarica poi, stanca, l'ho interrotta nel gennaio
del 2006. Il mio ginecologo mi aveva consigliato l'uso di un
contraccettivo sicuro ma ho sempre rifiutato perché volevo gestire la
mia fertilità nel modo più naturale possibile.. Ho sempre fatto l'amore
con il mio ragazzo senza usare precauzioni.. solo il coito interrotto..
e cercavamo di evitare i giorni più "a rischio"; devo anche ammettere
però che, sicura dei miei cicli (sono sempre stati molto lunghi, almeno
40 giorni) andavo molto tranquilla..
Quella sera per me è stata devastante.. il sogno più grande della mia
vita è da sempre stato quello di diventare mamma, non desideravo altro..
e per me quel bambino era il segno che qualcuno aveva deciso per me che
era arrivato il momento giusto per esserlo.. Ero però anche consapevole
che le possibilità erano molto poche.. Sia io che il mio ragazzo siamo
molto giovani, studiamo ancora, la situazione economica non è delle
migliori.. Ho iniziato a piangere, ero disperata.. il sogno della mia
vita, arrivato nel momento sbagliato, si era trasformato in un incubo..
La notte non ho chiuso occhio, chiedevo disperatamente al mio piccolino
di mandarmi un segno, di farmi capire qual era la cosa giusta da fare,
per lui, per noi … ma niente..
Il mio ragazzo mi ha da subito detto che lui il bambino non lo voleva:
non si sentiva ancora pronto.. Il giorno dopo, insieme, siamo andati a
farci fare la richiesta per l'intervento.. io comunque sapevo che avrei
avuto ancora molto tempo per pensarci..
Inizialmente la paura mi aveva fatto pensare di fare tutto da sola, di
nascosto dai miei genitori.. poi invece ho capito che non potevo
rinunciare al mio bambino senza prima aver chiesto ai miei cosa ne
pensavano.. Sono stati fantastici.. certo il colpo è stato molto forte
anche per loro ma alla fine mi hanno detto: in qualunque caso, noi ci
saremo per te e se vorrai anche per il tuo bambino … Già mi vedevo
mamma, con il bimbo..
C'era però un altro problema: il mio ragazzo.. la sua risposta
definitiva è stata: se deciderai di tenerlo io non ci sarò più …
Mi è crollato il mondo addosso per la seconda volta.. Mi trovavo sola a
dover scegliere per la vita di tutti, non solo quella del mio bambino,
ma per la mia, quella della mia famiglia, della famiglia del mio
ragazzo..
Come potevo? Dove trovavo la forza per fare tutto ciò? Quella stessa
notte ho fatto un sogno: perdevo il mio bambino ed erano tutti
contenti..
La settimana dopo sono andata con il mio ragazzo e la mia famiglia in
ospedale per fare tutti gli esami pre intervento.. Ero li, con tutte
quelle donne, mi sono vergognata..
pensavo di essere l'unica lì per quel motivo, poi invece ho scoperto che
erano lì tutte per la stessa ragione.. Loro sembravano molto serene e
tranquille..
Il giorno dell'intervento si avvicinava e i dubbi erano ancora tanti,
troppi .. La sera prima dell'interruzione sono stata con il mio ragazzo,
abbiamo fatto l'amore.. volevo che la bimba (noi crediamo fosse una
bimba!) sentisse che in fondo la mamma e il papà si amavano, che era il
frutto di amore, non di un rapporto occasionale.. Speravo che la notte
mi venisse ancora in sogno per dirmi qualcosa.. Ma non è stato così … Le
ho parlato tutta notte.. Volevo che capisse che se ero arrivata a quel
punto non era per scappare via da lei … la desideravo più di ogni altra
cosa al mondo… solo che da sola non avrei mai potuto crescerla.. l’aiuto
dei miei genitori c’era ma mi mancava quello del mio ragazzo, il più
importante.. Le ho chiesto perdono..
La mattina, in ospedale mi sentivo così piccola.. avevo tanta paura ..
Mi portano in sala operatoria.. e poi ….. il nulla ….. mi risveglio
piangendo.. so che la mia piccola è volata in cielo.. Mi sento sola,
vuota … I dolori ci sono ma sono sopportabili .. Ma il dolore più grande
non passerà.. Non so cosa ne sarà di me..
Sono passate poche ore dall’intervento.. poco più di 24 … Il tempo
riuscirà a farmi voltare pagina? Non lo so..
Ho sentito il bisogno di scrivere perché il giorno prima
dell’intervento, ho trovato questo sito e leggere tutte le testimonianze
mi è servito …
Io sono sempre stata contro l’aborto.. però c’è anche da dire che essere
madre non deve essere un obbligo ne un caso.. Se non siete pronte per
fare un passo così… forse è meglio interrompere la vostra gravidanza…
Spero che la vita vi possa riservare qualcosa di magico.. magari un
altro bambino .. in un momento migliore …
Alessandra
Sono una donna di 39 anni, che nel giugno 2006 ha preso la
decisione di interrompere una gravidanza, fino a poco tempo prima
desiderata insieme al mio compagno. La decisione di interrompere la
gravidanza è sopraggiunta nel momento in cui il rapporto con il mio
compagno si era deteriorato a causa delle spiccate differenze
caratteriali, che ci hanno fatto allontanare e capire che, forse, non
era più il caso di far progetti a lungo termine, quindi ancor meno
mettere al mondo un figlio. Mi sono ritrovata da sola nel vero senso
della parola. Questo figlio era probabilmente quello che desideravo da
sempre ma, insieme a questo, anche il rapporto d'amore con il mio
compagno e quindi la realizzazione di un nucleo a cui appartenere
entrambi. Fatto sta, che prendo la decisione di sottopormi ad un "IVG"
in un ospedale di Roma, la città in cui vivo.
Subito dopo l'intervento ho avuto la sensazione che non avevo più un
motivo per vivere. Vi sembrerà strano, ero consapevole di cosa sarebbe
successo la mattina dell'intervento, ma non ero consapevole di ciò che
il mio organismo aveva memorizzato e cioè la vita dentro se stesso e
tutte quelle funzioni vitali recettive amplificate in
quell'incommensurabile eterno attimo, che appartiene solo ed
esclusivamente alla maternità. Ancora mi chiedo come sarebbe stato
questo mio bambino.
Ogni donna con un'esperienza del genere alle spalle, trovandone la forza
dovrebbe dimenticare tutto e ricominciare a vivere. Per me questo ancora
non è stato possibile, perché, ironia della sorte, quell'IVG è stata
effettuata nel peggiore dei modi e solo a distanza di alcuni mesi sono
riuscita a capire l'assenza delle mestruazioni, che non era dovuta ad un
sconvolgimento ormonale, ma ad una vastità di aderenze endocavitarie che
mi sono state causate da un energica aspirazione dell'endometrio con
tutto ciò che ne consegue…
Dunja
Ho scoperto di essere rimasta incinta a metà settembre e mi è sembrato
che il mondo mi crollasse addosso. Non potevo crederci, proprio io che
sono sempre stata attenta… non sapevo come fare. Il mio ragazzo mi è
stato vicino da subito e ha vissuto con me le ansie e le paure. Ho
cercato in tutti i modi di avere delle analisi più specifiche, per
esserne sicura, ma mi sono trovata di fronte medici che dicevano che non
si poteva fare nulla, perché il test delle urine della farmacia era più
che attendibile. In più sono una studentessa fuori sede e non avevo il
medico di base nella città dove studio. Così tutto è risultato
complicatissimo, le procedure burocratiche lunghissime. Ho deciso,
perciò, di andare a casa mia per fare analisi più dettagliate,
accennando il problema del ritardo a mia madre. Con la scoperta
definitiva, il dramma personale. Ne ho parlato con i miei che sono stati
tanto comprensivi. Col mio ragazzo avevamo già discusso sulla
possibilità di tenerlo o no… Quando ne ho avuto la certezza, è come se
non riuscissi più a pensare in singolare e credere che mettere al mondo
un bimbo che non chiede di nascere, in una situazione precaria, senza
lavoro né mio né del mio ragazzo, senza essere voluto sarebbe stato un
gesto egoistico e insensato.
Ho fatto tutte le procedure per l'interruzione… all'ospedale, in
camera con me c'erano altre due ragazze nella mia stessa situazione.
Esattamente con le mie stesse paure e con il mio stesso vuoto dentro.
Sono certa che nessuna donna arrivi ad una decisione simile se crede di
poter dare un futuro alla creatura che nasce.
L'intervento è stato rapido, ho dormito completamente dopo pochi attimi
che ero entrata in sala operatoria. Per me che ho molto pudore e
vergogna per il mio corpo, dover essere nelle mani di altri, seppure
dottori è stata una violenza. Ad aspettarmi mia madre e il mio ragazzo.
L'intervento è riuscito bene… nel giro di una settimana sono smesse le
perdite e i dolori al basso ventre. Ho iniziato a stare meglio
fisicamente e a vedere alle spalle un periodo orribile della mia vita.
Desidero ardentemente avere tanti bambini con il mio ragazzo, ma
desidero anche dare a tutti una vita piena di amore e di attenzioni dal
primo momento che risiedono in me. Voglio avere le nausee e il seno
grosso e tutto il resto col sorriso e la felicità di una mamma.
Io e il mio amore siamo convinti che il nostro bimbo ci guardi dal cielo
e che aspetti di tornare tra le braccia di sua madre e di suo padre.
Tornerà. Come tornerà la serenità in me. Le cose miglioreranno!!! Oggi
mio fratello mi ha detto che aspettano un bimbo… diventerò zia!!! Vedo
nella felicità degli occhi suoi e di sua moglie, la felicità che avrò
anche io quando sarà il momento.
Ieri l'ultimo controllo dopo l'intervento…è andato tutto bene! La vita
migliora e va avanti. La vita è bellissima!
Alessia, 24 anni
ho scoperto di essere in gravidanza a fine agosto, quel giorno e i
successivi per circa 1 settimana ho pianto giorno e notte.. la mia
decisione l'ho assunta da subito.. sono una studentessa universitaria,
mi dovrei laureare in giurisprudenza tra qualche mese e il mio ragazzo,
con cui sto insieme da quasi 8 anni, si è appena laureato. Nonostante
avessi preso la mia decisione mi sentivo schiacciata dai sensi di colpa
per il gesto che volevo fare, ne ho parlato con mia sorella e alcune
delle mie più care amiche e tutte a darmi conforto e a sostenermi. La
ivg l'ho avuta ieri, ho incontrato delle ragazze che come me hanno
affrontato questa dura esperienza.. ci siamo incoraggiate e sostenute
soprattutto perché le infermiere non erano proprio gentili con noi.
Avevo accanto a me il mio ragazzo e mia sorella. Oggi sto già meglio
fisicamente ma soprattutto moralmente. Sento che supererò tutto questo,
certo mi rimarrà dentro per sempre ma mi aiuterà ad essere più
consapevole dell'importanza di proteggersi a dovere. Ho fatto la scelta
giusta, io e il mio ragazzo avremo tempo di costruirci una famiglia e di
essere padre e madre. Io consiglio a tutte le ragazze di parlare e di
non tenersi tutto dentro, di farsi sostenere anche se poi la scelta
finale è sempre la nostra.. forza e non lasciatevi comprimere da giudizi
morali e etici, ciò che conta è quello che provate voi…
Nadia
Non ho mai avuto la forza di parlarne perché ho sempre creduto che
nessuna parola potesse davvero spiegare quello che ho sentito.
Nel 2004 sono rimasta incinta… avevo solo 18 anni e una famiglia che
non sapeva niente delle mie recenti relazioni sentimentali. Ho deciso
che non potevo dare un dolore così grande ai miei genitori, ho pensato
che non potevo dare niente di valido al mio bambino… ho deciso di
abortire. Sono incappata in un ginecologo obiettore di coscienza che
dopo avermi dato le dritte necessarie mi ha spedita al consultorio per
il certificato di ivg. Mai stata in un posto più triste e malandato di
quello. Ho aspettato un mese per l'operazione perché non c'era nessuno
che la praticava prima, l'ho fatto in una clinica privata dopo
ecografie analisi ed elettrocardiogrammi.. in anestesia totale.
L'operazione è stata tranquilla.. ma troppa freddezza attorno alle donne
ricoverate.. quasi un velo di cattiveria. Per me la cosa più difficile è
stato il dopo.. forse non sono mai riuscita a superarlo veramente. E
invece.. dopo due anni mi è ricapitato, stupida io che sono fuggita
dalla pillola, stupida io che non so neanche come mi sia potuto
accadere, stupida io che dopo tanto dolore ci son capitata di nuovo. Tra
la scoperta e l'interruzione son passati solo 10 giorni, ho trovato un
medico non obiettore che mi ha aiutata a farlo in un ospedale pubblico
il più velocemente possibile. Tutti gli esami son stati fatti lo stesso
giorno ed io ho spudoratamente mentito alla domanda : "avuto altri
aborti?" . La mia vergogna sarebbe stata troppa. L'intervento è andato
bene, le infermiere sembravano una famiglia, in sala operatoria prima
dell'effetto anestetico si scherzava e tranquillizzavano le pazienti.
Ora sono in terapia post intervento.. ho già fatto le analisi per
prendere il cerotto. Niente potrà curarmi dentro. Ma in certi momenti è
bello avere accanto persone che ti guardano con comprensione.
Marco
Da qualche giorno la mia compagna ha scoperto di essere incinta e da
quel momento la sua unica preoccupazione e di interrompere la gravidanza
nel metodo meno traumatico possibile, da lì mi è venuto in mente la
famosa pillola che purtroppo in Italia non è ancora in commercio.
Un ospedale di Bologna esegue l’interruzione con la RU486, ma ci hanno
detto che non sanno se riescono a reperirla in tempo presso il
distributore che si trova in Francia. I tempi sono abbastanza stretti
perché attualmente è alla 5 settimana + 2 giorni di gravidanza e
dovremmo riuscire a fare il tutto entro il 49 giorno!! Nel frattempo
abbiamo già fatto l’ecografia come da richiesta dell’ospedale e speriamo
di riuscire domani a fare il certificato di interruzione della
gravidanza da un ginecologo così come prescrive la legge italiana! Ora
per noi l’unica preoccupazione è di riuscire a reperire la Mifegyne!!
2 giorni più tardi:
Siamo riusciti comunque a fare la prenotazione per l’interruzione di
gravidanza con RU486 a Bologna, ma la lentezza della macchina
burocratica italiana è vergognosa!!
La pillola dovrebbe servire a rendere meno traumatico il momento
dell’interruzione di gravidanza, mentre qui da noi è il contrario!!
All’ospedale di Bologna siamo andati con ecografia, certificato di
interruzione di gravidanza e test di gravidanza fatti preventivamente da
noi, come da loro richiesta, be immaginerà il nostro stupore quando
abbiamo scoperto che dovevamo fare nuovamente il tutto anche presso di
loro con conseguente visita ginecologica, ecografia, analisi sangue e
urine, il tutto in un reparto di maternità dove ci sono donne che
aspettano x fare l’amniocentesi piuttosto che una morfologica!! E’
indegno!! Da noi il diritto all’interruzione di gravidanza viene visto
come l’espiazione di una pena, devi passare davanti a donne in
gravidanza facendo in modo che tu ti senta in colpa x una scelta che
solo una donna sa se essere facile o meno. Come se chi decide di
interrompere una gravidanza lo facesse a cuor leggero!! Mi deve scusare
lo sfogo ma questa mattina ho raggiunto un punto di disgusto che poche
altre volte ho provato…
Nel frattempo dobbiamo aspettare che l’ospedale ordini la pillola e che
riesca ad arrivare prima del giorno 8 Agosto!!!
Beatrice
Ho 23 anni e circa un mese fa ho fatto un'ivg. Sono una studentessa e
sono fidanzata da due anni con una persona meravigliosa che amo e da cui
mi sento amata. Ho sempre preso la pillola ma poi ho deciso di
interromperla per un po', non so neanche io per quale motivo. Il primo
mese di interruzione abbiamo usato solo il coito interrotto come metodo
contraccettivo visto che io pensavo che avendo preso la pillola per
molti anni, le possibilità di rimanere incinta fossero minori. Non
sapevo esattamente il giorno in cui mi sarebbero dovuto venire le
mestruazioni ma sentivo che c'era qualcosa di strano. Così una sera ho
chiesto al mio compagno di andarmi a comprare un test di gravidanza e
l'ho fatto. Il test è risultato subito positivo… ho cominciato a
piangere e ad urlare, mentre lui mi guardava in silenzio con le lacrime
agli occhi. Ho chiamato un'amica che aveva fatto un'ivg in passato ed
ora ha una bellissima bimba di 6 anni e dopo aver parlato un po' con lei
ho deciso di parlare anche con mia madre. Avevo paura della sua reazione
e sentivo che sarebbe stata un'enorme delusione, ma quando guardando in
basso sono riuscita a dirle che ero incinta, lei mi ha abbracciato e
abbiamo pianto insieme.
Mia madre ha chiamato il mio ragazzo e abbiamo parlato con lei tutta la
notte. Di fronte a me avevo mia madre che mi diceva che qualunque scelta
io facessi, lei mi avrebbe appoggiato e la persona che amo che mi diceva
praticamente la stessa cosa… In quel momento ho capito che la scelta
era mia… solo mia. Ci ho pensato tutta la notte e il giorno dopo ho
detto a mia madre e al mio ragazzo che non mi sentivo pronta, che avevo
paura… loro hanno capito… ho prenotato una visita e adesso sono qui
a raccontare tutto come se fosse una favola triste…
Quali sono state le mie emozioni? Prima la paura era molta anche perché
in ospedale non hanno permesso che mia madre stesse vicino a me. Quando
l'infermiera al mattino le ha detto che doveva andare via subito io sono
scoppiata a piangere. Appena sveglia dopo l'intervento, il medico è
entrato per controllare se andava tutto bene e mi ha fatto una carezza –
mi ha fatto piacere.
Ora sono qui continuando la mia vita di prima, ma ogni volta che vedo un
bambino lo guardo e penso come avrebbe potuto essere il mio… non vedo
l'ora di laurearmi per averne uno, anche se so benissimo che tutto
questo rimarrà nella mia testa e nel mio cuore per sempre.
Prima dicevo che se mi fosse capitata una cosa così avrei subito
abortito, mentre mi sono resa conto che in quel momento non è un
pensiero così automatico e ora sento che in parte la mia decisione è
stata dovuta forse alla paura di assumermi delle responsabilità. Quindi
credo di poter dire a tante altre ragazze che se si ha la responsabilità
per fare sesso con qualcuno, bisogna sapere che è possibile per un
piccolo errore doversi prendere responsabilità ben più grandi. Quindi
state attente!!!!!!!!!!!!! Credo inoltre che quello che voi pubblicate
su questo sito dovrebbe diventare un libro.
Sarah
Ho trent'anni e abito in provincia di Varese. L'IVG è avvenuta venerdì
scorso il 19 maggio 2006 presso l'ospedale di Varese.
Da 6 anni vivo con il mio compagno, un uomo più grande di me di diversi
anni e abbiamo una bimba magnifica di 4 anni. Io attualmente non lavoro,
lui lavora qua e là e la nostra relazione da quando è nata la bambina è
cambiata. Lui è distante da me, vive solo per la bambina e basta.
Quando ho scoperto di essere incinta non ho detto niente a nessuno e
dopo 6 settimane dalla data dell'ultima mestruazione ho fatto il test:
come presumevo positivo. All'ottava settimana ho rivelato al mio uomo il
fatto, lui non ha detto nulla ed io gli ho annunciato pertanto la mia
volontà di abortire.
Dopo altre 2 settimane ho fatto gli esami necessari per l'intervento.
Ero pertanto alla decima settimana e il medico mi disse: l'intervento è
urgente si farà domani! E così è stato. Venerdì 19 sono andata in
ospedale con il mio compagno; è andato tutto bene. I medici e gli
infermieri sono stati un po' freddi…. ma non importa.
Ringrazio la Divisione A dell'Osp. F. Del Ponte di Varese per il buon
esito dell'intervento.
Valentina
E' successo nel 2000 e non lo dimenticherò mai…
ero fidanzata, da 2 anni con colui che ormai è un ex, sono rimasta
incinta per disattenzione e soprattutto perché non utilizzavamo un mezzo
contraccettivo.
L'esperienza è stata abbastanza traumatica, ma non per colpa
dell'azienda ospedaliera, perché "io" mi sentivo un'assassina…
mi hanno trattata in maniera dolcissima, e senza farmi mai sentire in
colpa, questo mi ha aiutato tantissimo a superare il tutto.
Adesso che ho 26 anni, ho un bimbo di 2, sono cresciuta, il mio senso di
colpa si è moltiplicato….non rifarei mai più una cosa del genere…e
il mio consiglio è soprattutto quello di usare metodi contraccettivi,
per non arrivar a fare quello di cui io mi sono pentita amaramente…
Franca
Ho 26 anni, sono impiegata e stavamo insieme da un anno, un anno
travagliato e con molti problemi,,, non riuscivamo ad andare
d'accordo,,, come avremmo fatto con un bambino? Il 18 novembre del 2005,
è stato il giorno dell'intervento, lo volevo a tutti i costi
quell'intervento,,,, ero certa che fosse la cosa più giusta,,, ero alla
nona settimana,,,, ho deciso da sola, dopo che il mio fidanzato, alla
notizia, mi ha saputo solo dire "pensiamoci bene,,, esiste anche
l'aborto,,," come per dire, non siamo del tutto rovinati,,,
Durante il periodo di attesa per l'intervento, non ho voluto più
vederlo, perché sottosotto davo la colpa a lui della scelta che stavo
facendo; io desideravo un bambino e soprattutto da lui che amavo
profondamente; ma purtroppo lui ha molti problemi psicologici che si
trascina dall'infanzia, che creano parecchie discussioni spesso anche
violente. Quindi ero convinta che la mia scelta era quella giusta e
comunque lo penso tuttora quando sono lucida; non avrei potuto mai
offrire al mio bambino una famiglia serena e tranquilla; le basi non
erano solide, e chi ne avrebbe sofferto maggiormente sarebbe stato
lui,,,
Il mio ragazzo per tutto quel periodo, si è reso disponibile ad aiutarmi
nella scelta, a darmi il suo conforto, addirittura mi ha anche detto che
se avessi scelto di tenerlo, lui mi sarebbe stato sempre accanto,,,, Ma
ormai avevo deciso,,, Sono andata all'ospedale, forse senza neanche
essere consapevole di quello che stavo facendo,,, ma dovevo farlo,,,
assolutamente! Uscita dalla sala operatoria, dopo essermi ripresa
dall'anestesia, ho pianto,,, come una bambina,,, ero sola,,,
Dopo l'intervento lui ha insistito perché tornassimo insieme, che
ripartissimo da capo, che si sarebbe fatto curare (è consapevole del suo
grosso problema); e che mi avrebbe reso felice, e cosi sono tornata con
lui,,,; dopo due mesi eravamo nella stessa situazione di prima (liti,
gelosie assurde,,,) e ora dopo circa sei mesi sto cercando di troncare
definitivamente questa relazione,,, Il problema è che io lo amo
tantissimo, ma purtroppo tra di noi non funziona.
Sono convinta che la scelta è stata giusta, ma mi chiedo spesso: se il
mio bambino avrebbe potuto parlare, che cosa avrebbe detto, che cosa
avrebbe pensato di me? Avrei potuto crescerlo anche senza il padre, con
enormi sacrifici ovviamente perché non ho una posizione economica
agiata,,, il rimorso mi logora,,,, ho paura che Dio mi punirà e che
magari non mi darà più la possibilità di avere altri figli,,, Anche se
la mia decisione è stata dettata da pesanti problemi di coppia ,,, Forse
il mio bambino mi protegge da lassù,,, e mi perdona,,,
Luisa,
24 anni, ma quando ho scoperto di essere incinta ne avevo appena 19.
Tutto è iniziato con un ritardo di circa 1 settimana… non sapevo come
gestire la situazione, così feci un test a casa di un'amica che
inizialmente uscì negativo… poi dopo un po’ positivo. La cosa mi diede
molto a pensare e così prenotai subito la visita dal ginecologo
accompagnata dalla stessa amica. Prima di entrare in quella stanza e
scoprire la verità, il mio stato d'animo era fortemente turbato da
ansia, timore… fino a quando il ginecologo con in volto un sorriso mi
dice: SIGNORINA LEI E' INCINTA! Dopo aver parlato un po’ con lui e
spiegandomi eventualmente le procedure dell'aborto esco fuori immersa in
una valle di lacrime senza avere il coraggio di dire la verità al mio
fidanzato, una storia di 4 anni, ma in quel momento in crisi, ma le sue
chiamate bombardavano il mio telefonino e così gli dissi tutto… che
ero in attesa di un figlio nostro… lui pieno di paure ma contento…
io forse più fredda ad affrontare la situazione decisi per l'aborto e
nessuno riuscì a farmi cambiare idea: fidanzato, amiche… Lui mi è
stato vicinissimo e il giorno dell'intervento fu lui e un'altra mia
amica ad accompagnarmi. In ospedale ho avuto un'esperienza
bruttissima… ricordo tutto e niente… non ricordo neanche l'anestesia
ne locale, ne totale, è possibile un intervento al crudo? I medici sono
stati le persone più spregevoli che abbia mai conosciuto… mi hanno
riempito di offese e accuse con le solite frasi… TI È PIACIUTO, POTEVI
PENSARCI PRIMA. Son passati 4 anni dall'intervento e l'unica cosa che mi
è rimasta un immenso vuoto e rabbia nel non aver saputo prendermi le mie
responsabilità. La cosa bella che mi è rimasta il "mio fidanzato", non
mi ha mai lasciato da sola e cerca di starmi vicino nei mie momenti di
delirio.
Rimpiango di non aver conosciuto prima questo sito, forse delle cose
potevano cambiare o forse no! Ora sto pensando di scrivere un libro su
tale problematica… cercando di dare un aiuto a chi è ancora in tempo
di scegliere.
Kira
La mia IVG è stata il 10 agosto 2005…. ho 21 anni, una storia un po'
particolare, mi sono fidanzata con il mio attuale ragazzo e prossimo
marito il 9 agosto 2004. Dopo 3 mesi che stavamo insieme abbiamo provato
ad avere un bambino perché c'erano le possibilità e perché eravamo molto
innamorati, abbiamo provato per 3 mesi ma niente, poi lui ha perso il
lavoro e per evitare di crescere un figlio senza nulla ho cominciato a
prendere la pillola che per motivi di salute ho dovuto interrompere a
giugno 2005.
Da quel momento abbiamo avuto rapporti sempre protetti, ma il destino ha
voluto che all'incirca il 30 giugno io sia rimasta incinta… per 1 mese
e mezzo circa tutto bene, non potevo mai pensare di essere rimasta
incinta perché comunque eravamo stati attenti. Ma purtroppo il mio seno
era sempre più dolente, e le nausee la mattina sempre più frequenti,
effettuato il test risultato positivo…
Dopo averne discusso con il mio ragazzo abbiamo deciso che l'ivg era la
scelta giusta…. sono andata dalla mia ginecologa che mi ha consigliato
l'ospedale S. Camillo di Roma… il personale dell'ospedale fantastico,
bravissimi dal medico all'infermiera, alla portantina… veramente, ti
fanno sentire a tuo agio… (c'è anche da dire che io ho pagato tutto
dalla prima visita, alle analisi, cioè ho speso 600 euro).
Io ho vissuto serenamente questa situazione, io e il mio ragazzo ancora
siamo insieme, ci sposeremo tra un anno, siamo felici e vogliamo dei
bambini, ma li vogliamo far vivere sereni in una vera famiglia senza
fargli mancare nulla. Per cui, ragazze, non vi sentite in colpa,
purtroppo il mondo di oggi non ci permette di fare sbagli ma ci permette
di risolverli….
Vera
Scrivo la mia storia perché spero possa essere d'aiuto a donne che come
me dovranno presto sottoporsi a questo intervento.
La decisione è stata presa presto anche se duramente.
Quando feci il test già conoscevo l'esito, anche se il ciclo tardava di
pochi giorni, sentivo il mio corpo diverso il seno mi si era gonfiato e
a dire il vero dentro di me sentivo di aspettare un bambino.
Avuta la conferma dal test di gravidanza (quelli che si comprano in
tutte le farmacie) ho preso subito provvedimenti, sono andata in un
consultorio, dove ho raccolto tutte le informazioni e i suggerimenti per
fare ciò che per me era necessario.
Ho deciso di non parlarne con il mio compagno per tutta una serie di
motivi, lui è sposato e so che non vorrebbe un bambino da me, inoltre io
sono troppo giovane e non ho le possibilità economiche necessarie per
decidere di portare avanti una gravidanza.
Sono figlia non desiderata, nata per strane circostanze, e per tutta la
vita mi sono sentita rinfacciare da mia madre tutto ciò che non è
riuscita a fare a causa della nascita di me e mio fratello, così sin da
piccola ho sempre pensato che non avrei mai fatto il suo stesso errore e
per questo ho maturato questa scelta.
Non mi sento un'assassina, anche se le mie amiche non condividono la mia
scelta, non mi sento un mostro che sta per compiere un infanticidio, ma
mi sento una persona che ad un certo punto ha dovuto riflettere e magari
pensare più al futuro che all'entusiasmo del presente.
Un figlio è responsabilità, sacrificio, pazienza ma soprattutto un
figlio non puoi tirarlo su se non puoi assicurargli nulla.
Troverete medici che vi tratteranno con sufficienza e vi guarderanno con
sdegno, a me è successo, ma non chinate mai il capo, perché siete voi le
artefici del vostro destino e non permettete mai a nessuno di giudicare
ciò che solo voi potete decidere.
in bocca al lupo!
Francesca
Ho 28 anni, la mia IVG è avvenuta il 20 aprile 2006. Sono fidanzata da 4
anni e conviviamo da 3…il mio lavoro forse mi permetteva di tenere
questo bambino ma purtroppo lui non ha ancora un lavoro fisso. Io ho già
un bimbo di 8 anni e per me prendere questa decisione è stata davvero
straziante… È stata una gravidanza inaspettata, il fallimento di DUE
anticoncezionali!! Siamo sempre stati attenti, io prendevo la pillola
fino a 4 mesi fà poi l'ho interrotta perché mi faceva stare malissimo e
così ho ripreso ad usare il Persona (che avevo già provato per quasi 1
anno). Nei periodi di rischio abbiamo sempre usato il preservativo….e
allora? Ma come ha potuto succedere?? Il 14 marzo un camion mi ha
tamponato più volte e nell'urto ho preso una forte testata.
Recatami al pronto soccorso prima di farmi la TAC mi hanno chiesto per
ben 3 volte se fossi incinta… ovviamente la mia risposta fu per ben 3
volte NEGATIVA. Ma come potevo immaginare di esserlo? Il 25 marzo, dopo
4 giorni di ritardo e un forte dubbio ho fatto il test… Positivo. Ho
rimesso il test nell'astuccio e l'ho nascosto al mio fidanzato perché
sapevo già quale sarebbe stata la sua reazione. Lui fin dall'inizio mi
ha sempre detto di non voler figli… Alla fine ho deciso che l'errore
non era mio, e se per questo non era neanche un ERRORE si chiama FIGLIO,
gli ho detto del test. Ovviamente il panico più totale, per giorni mi
continuava a ripetere che non lo voleva, che non sarebbe mai stato un
padre come avrei voluto e poi è arrivato il cambiamento nei miei
confronti… "Non ti vedo più come prima, potresti diventare una
routine…" Io ero determinata ad andare avanti, non potevo tornare
indietro perché lui non "ERA PRONTO", … Una decisione o l'altra
bisogna pur prenderla e comunque tutte e due cambiano la nostra vita per
sempre… e la testa gira,la nausea sempre più forte…
Alla fine ho deciso con la mia testa, ho deciso che questo bambino non
avrebbe avuto una famiglia come ho sempre desiderato (non l'ho mai avuta
neanche io, nata per ERRORE), ho deciso di fare l'IVG. Ho fissato
l'appuntamento con il ginecologo per gli esami e a distanza di 1
settimana ho fatto tutto. Devo essere sincera, sono stata trattata bene,
dal prelievo alla visita di controllo prima della dimissione e per
questo ringrazio l'Ospedale S. Martino di Genova.
Non condanno lui per la mia decisione…Abbiamo affrontato tutto
insieme, lui è sempre stato al mio fianco e ci siamo promessi che entro
due anni porteremo avanti la prossima gravidanza.
Sonia, 23 anni
Ho subito un intervento di IVG il 1° Marzo 2006. Io e il mio ragazzo
abbiamo preso questa decisione insieme, sono stata malissimo, ho versato
fiumi di lacrime assalita dal dubbio se stavo facendo o meno la cosa
giusta. La gravidanza fu una sorpresa, non ero preparata, avevo una
paura tremenda, non sapevamo che fare.. Prima di sapere di essere
incinta avevo assunto diversi tipi di farmaci tra antinfiammatori e
altro per curarmi da piccole cose a cui sono stata esposta. Poi la
notizia. Sapevo che è nel primo trimestre che si forma il feto e molto
probabilmente lo avevo danneggiato e lo avrei potuto scoprire solo al 5°
mese o addirittura post parto. Il 70% della scelta di interrompere va
attribuita a questo fatto, il resto alla mia situazione sentimentale, io
e il mio ragazzo avremmo dovuto andare a convivere e non so se realmente
era quello che volevo.
Nulla da dire a personale sanitario, professionale e umanamente
perfetto, sia in reparto che in sala operatoria. Mia madre e mio padre
sono sempre stati con me. Penso tutti i giorni al mio bambino e mi
chiedo.. chissà come sarebbe stato..
Sono comunque felice di aver avuto la libertà di poter decidere se
diventare madre o meno, e ringrazio questo sito per il sostegno che dà a
tutte le donne come me.
Rossella
La mia IVG è avvenuta il 14 giugno 2004 e come vedete sono ancora qui a
parlarne………..
La mia condizione economica era decente, lavoravo già da quattro anni
presso un ente pubblico rivestendo un ottima posizione, nel frattempo
ero ancora iscritta all'università.
Sono rimasta incinta avendo rapporti non protetti con un ragazzo che
oltretutto frequentavo da pochissimo tempo, studente anche lui e p.r.
nelle discoteche più IN della città. Secondo lui io non dovevo
considerarmi come una sua fidanzata e nonostante questo ho continuato ad
avere rapporti con questo soggetto.
Rimasi incinta quando ritornai da un viaggio a Cuba fatto con le mie
amiche. Me ne resi conto dopo tre mesi di gestazione perché continuai ad
avere delle perdite il che mi fece solo pensare a delle mestruazioni
irregolari .
L' 8 giugno 2004 feci il test in un bagno dell'università, appena lessi
il risultato scappai a casa sua per farlo una seconda volta con lui, ne
ebbi la conferma. A quel punto mi disse "NON PREOCCCUPARTI".
Parlandone con una mia collega mi aiutò a fissare una visita
ginecologica, li ebbi la sorpresa di essere incinta da parecchie
settimane; il giorno dopo feci l'ecografia, la mia
immaginazione galoppava immaginandomi con il mio bambino in spalle in
giro per il mondo. Il "padre" del bambino non volle saperne niente,
quindi credendo in un futuro migliore per me e pensando di non essere in
grado di far crescere un figlio senza un papà decisi di abortire.
Il mio ginecologo fu molto gentile e capì che per me era una scelta
dolorosa. Senza nessun problema prenotai la data e dopo pochi giorni ero
chiusa in una stanzetta asettica insieme ad altre donne impaurite che
aspettavano. L' intervento è stato per me traumatico non per il dolore
ma per il comportamento degli infermieri e medici che avevo di fronte a
me poco prima di addormentarmi. Uno dei due medici mi disse: "da domani
potrai continuare a divertirti". Ricordo anche l'indelicatezza delle
infermiere. Mi sono sentita solo un numero.
Dopo un po' di giorni sono tornata alla visita di controllo e con il mio
ginecologo mi sono sentita a mio agio.
Non potrò mai dimenticare i giorni dopo l'interruzione, mi sembrava
d'impazzire, i miei genitori non ne sapevano nulla e mi sono trovata ad
affrontare tutto da sola, anche il giorno stesso dell'intervento lui non
era neanche venuto a prendermi ! Si era solo assicurato che alle sette
del mattino io entrassi in ospedale e dopo mai più visto….
Ancora adesso non passa giorno che io non pensi a ciò che ho fatto, mi
sento sola, devo ammettere che per me è stata una scelta difficilissima
e prima di allora non avrei mai pensato di farlo. La mia speranza rimane
in un futuro migliore e in un uomo che sappia affrontare la vita con me.
Ho abortito perché credo nella figura della mamma e del papà, figure che
creano un bambino e devono continuare a farlo crescere il più
spensierato possibile.
Elisabetta
Ho quasi 26 anni e da venerdì scorso ho scoperto di essere incinta. Il
mio compagno abita in un'altra città e io abito insieme a degli amici.
Io e il mio compagno abbiamo deciso per l'interruzione di gravidanza
dopo aver valutato, soppesato, pianto e riso insieme per cercare di
affrontare la situazione nel modo più sereno possibile.
Ma appena è tornato a casa io sono rimasta sola, con l'ecografia in mano
e quella "cosa" grande 1 cm davanti ai miei occhi. Mi sono venuti mille
dubbi… la consapevolezza di essere incinta è qualcosa di speciale… e
le sensazioni che ho avuto io e che ho tuttora non riesco a esprimerle a
parole, ma le vivo intensamente dentro di me…
Tutti i dolori che ho li amo… e sono la cosa che mi mancherà di più
quando tutto ormai sarà fatto. Oggi andrò in consultorio a decidere per
la data fatidica… voglio passi tutto in fretta, perché credo che parte
di me se ne andrà quel giorno….
Ma la cosa a cui tengo di più dopo l'operazione è fare volontariato con
le ragazze/donne che si trovano in difficoltà nella scelta… vorrei
essere un sostegno e un buon esempio per decidere in tranquillità ma
soprattutto in consapevolezza.
Roberta
Ho 25 anni, 3 anni fa, ho scoperto di essere incinta. Il mio ragazzo
ne aveva 21 e stavamo insieme da 4 anni, io ero al secondo anno di
università e lui lavorava nella sua azienda. Eravamo entrambi abbastanza
incoscienti in tema di rapporti "sicuri", diceva di essere "sicuro di
lui" e così il più delle volte avevamo rapporti non protetti… ci è
andata male! Dopo 2 mesi di ritardo feci il test (aspettai così tanto
perché non pensavo mai di poter essere incinta!). Il mio fidanzato non
mi ha lasciata sola un attimo ed ha affrontato la cosa con una maturità
che non mi sarei mai aspettata. Mi ha lasciata libera di scegliere ed è
stato d'accordo con me dal primo momento sull'ivg.
La mia famiglia non avrebbe mai accettato una cosa del genere, non ne
parliamo se la cosa fosse stata resa pubblica, me l'avrebbero fatto
pesare per tutto il resto della mia vita, soprattutto per la vergogna
che avrei portato nella famiglia. Una famiglia molto legata alle
tradizioni (tanto che credevano che non avrei dovuto avere rapporti
prima del matrimonio, non importava a che età o dopo quanti anni di
fidanzamento).
Ma al di là di questi problemi non potevamo avere questo bambino,
avevamo tante cose da fare, io concludere gli studi e trovare un lavoro,
lui consolidarsi col suo. Non sapevo a chi rivolgermi nè dove nè come si
effettuava un'ivg. Cominciammo a cercare "posti" in cui avrebbero potuto
darci maggiori informazioni, in un consultorio dissero al mio fidanzato
di andare all'ospedale più vicino ma, come soluzione gli prospettarono
anche quella di tenere il bambino. In ospedale una dottoressa mi praticò
l'ecografia ma, essendo obiettore, cercò di convincermi a tenere
il bambino. Il dottore che praticò l'ivg, l'unico nell'ospedale che lo
faceva, mi firmò il certificato al costo di 130euro, non volendo io
chiederlo al medico di famiglia; più altri 130euro per la visita di
controllo dopo 20 giorni nel suo studio. A parte questo fù abbastanza
gentile contrariamente come l'aveva descritto la collega obiettore
(forse per intimorirmi), mi spiegò la procedura dell'intervento e mi
rassicurò. Feci tutti gli esami e dopo 8 giorni ci fù l'intervento, in
anestesia totale. Dopo poche ore tornai a casa. Dopo 2 mesi ebbi delle
fortissime emorragie, dovute probabilmente al fatto che l'aspirazione
non era completa. Solo nel ginecologo che ha praticato l'ivg e
nell'anestesista ho riscontrato un atteggiamento comprensivo, non posso
dire lo stesso per altri ginecologi incontrati in ospedale, per non
parlare delle infermiere dimostrandosi insensibili e poco professionali.
Da allora sono passati 4 anni e dentro di me c'è una tristezza che credo
di poter colmare solo quando potrò rimediare agli errori passati
stringendo tra le braccia, insieme alla persona che amo (la stessa di
allora) quel bambino che non abbiamo potuto e voluto avere perché
arrivato (per un nostro errore) in un momento sbagliato. Fra pochi mesi
mi laureo e spero di poter presto pianificare con la persona che in
questi lunghi 7 anni, nelle difficoltà più grandi è sempre stata al mio
fianco, la nostra tanto desiderata vita insieme. Non sono pentita di
quello che ho fatto ma questo non vuol dire che ne sono fiera.
Se potete, fate qualcosa in modo che ragazze in difficoltà possano
trovare nelle strutture competenti persone in grado e disposte ad
aiutarle e a darle quello di cui hanno veramente bisogno (certamente non
di inutili e obsoleti pregiudizi!).
Samira
Sono una mamma di due bimbi meravigliosi avuti da un marito che amo. Ho
sempre desiderato avere tanti figli, ma le due gravidanze sono state
terribili. Stavo sempre male, vomitavo giorno e notte fino al giorno del
parto entrambi cesari. Rimasta di nuovo incinta non sono riuscita ad
accettare questo malessere continuo, che i ginecologi interpellati non
sapevano risolvere, anche il Plasil era inefficace. Così ho deciso di
abortire aiutata da una struttura ospedaliera che non mi ha chiesto di
rivolgermi al consultorio, ma dopo le analisi di rito mi ha sottoposto
all'intervento da me richiesto. Il servizio medico è stato davvero
bravo, non ho avuto nessun problema dopo l'intervento, solo ora che sto
bene non riesco ad accettare quello che ho fatto. Vorrei tanto aver
altri figli, ma so che cadrei di nuovo in quella condizione
insopportabile…
Viola3
ho 30 anni e il 14 ottobre presso l’Ospedale de L’Aquila ho praticato
l’IVG.
Ho sempre pensato che, qualora mi fosse capitato, non sarei mai ricorsa
a tanto, e invece, una volta fatto il test e scoperto di essere incinta,
sono caduta nella disperazione più profonda ed in un prostrante stato
depressivo.
In fondo l’età è quella giusta, io e il mio fidanzato stiamo costruendo
la casa dove andremo ad abitare appena possibile e il desiderio di avere
una famiglia c’è, eppure quando l’ho saputo la mia vita si è fermata.
Lavoro ma il mio impiego, particolarissimo, non mi garantisce ancora del
tutto l’indipendenza economica e mentale per andare via di casa. Certo i
miei sarebbero stati assolutamente comprensivi eppure io non ho avuto la
forza.
Il mio fidanzato, era un po’ sorpreso ma felicissimo: mi ha supplicato di
tenerlo ma io non ce l’ho fatta. Di certo lui ha la sua parte di
responsabilità visto che, a 37 anni, era ancora convinto che bastasse
eiaculare fuori. Questo gli causa un enorme, inconsolabile senso di
colpa.
Il mio amico ginecologo è stato molto comprensivo e, pur essendo
obiettore, mi ha spiegato tutto cercando di tranquillizzarmi e mi ha
fissato l’appuntamento per il colloquio presso l’Ospedale de L’Aquila.
Dopo aver fatto tutti gli esami e preso appuntamento (dopo 15 giorni
perché le interruzioni avvengono solo il venerdì e per quello successivo
al colloquio non c’era posto) mi sono recata la mattina stessa in
Ospedale e ricoverata in regime di day hospital.
I medici (anche obiettori) e il personale sono stati amorevoli e
gentilissimi, il mio fidanzato mi ha stretto la mano fino al momento di
entrare in sala operatoria. Non è stato doloroso, visto che mi hanno
fatto l’anestesia generale, ma mentre ero distesa sul lettino, le gambe
legate sulle staffe mi è venuto un nodo alla gola pensando a quel che
avevo richiesto.
Eppure lo rifarei altre 1000 volte perché il senso di angoscia e di
disperazione provato durante quei giorni tremendi è un ricordo ancora
vivo e quanto mai opprimente. Mi ricordo le notti passata sveglia tra i
singhiozzi, le giornate con lo sguardo fisso nel vuoto e la preghiera
fatta la notte prima dell’intervento in cui chiedevo al Signore di non
farmi risvegliare dal sonno dell’anestesia.
perché non è vero che si fa questa scelta a cuor leggero e non auguro a
nessuno di provare quelle sensazioni, di affrontare una scelta così
drammatica ed il cui ricordo credo non mi lascerà mai. Probabilmente
molto traumatica è anche la modalità dell’intervento: mentre ero dentro
vedevo gli infermieri preparare gli strumenti necessari. Senz’altro
avrei optato per il metodo farmacologico…
Viola2
Ho 28 anni e il 15 febbraio2005 ho fatto un ivg… ci piango ancora…
vorrei chiedere se è possibile uscirne e se si può perdonarsi per una
scelta che, nonostante il dolore che mi logora ancora, ritengo comunque
sia stata giusta fare in quel momento… Era un anno che frequentavo un
uomo separato (da 2 anni) con 3 figli ma con una moglie sempre presente
che aveva fortemente voluto la separazione perché aveva un altro uomo.
Appena lei seppe che il marito stava vedendo un'altra, dopo un anno di
contatti formali solo per organizzare gli incontri con i figli, lei è
tornata di botto nella vita del marito facendogli credere un ipotetico
riavvicinamento e naturalmente utilizzava i figli per avvicinarlo
facendolo anche sentire in colpa per una 'possibile' mancanza che poteva
apportare ai figli… insomma, sono rimasta incinta dopo notti di
travolgente amore e quando glielo comunicai la prima cosa che lui mi
disse fu: 'sono contento di condividere con te questa cosa'…
Io ero terrorizzata dall'idea di doverlo fare ma sapevo cosa avrei fatto
gia da quando mi tardavano le mestruazioni. A mia madre non l'ho potuto
dire, figuriamoci dirlo a mio padre. Il mio lavoro mi fa guadagnare 550
€ e avevo intenzione anche di riprendere l'università interrotta per
motivi economici… Ma i motivi che mi hanno portato a farlo sono stati
la consapevolezza che non poteva avere suo padre vicino perché
tormentato da un rapporto precedente, la paura di non potergli dare la
stabilità economica per fargli fare una vita dignitosa, la paura che la
moglie me lo annientasse con la sua arroganza e potenza psicologica che
aveva sul marito e la paura da parte mia di non essere in grado di
poterlo proteggere da tutto questo e da tutto quello che ne sarebbe
venuto.. Ho fatto tutto di nascosto e da sola, e il non poterlo dire a
mia madre è lacerante perché vorrei proprio essere avvolta dal suo
abbraccio rassicurante.
Quel giorno mi accompagnò un'amica adulta e comprensiva, medici e
infermiere furono gentili forse capirono.. boh.. lui mi bombardò di
telefonate, fu carino, poi dopo qualche mese voleva lasciarmi e io non
gliel'ho permesso, ora lui dice che da maggio potrà muoversi
diversamente con me, ma nel frattempo sono 5 o 6 mesi che il suo umore
sale e scende in base agli scontri/incontri che ha con la quasi ex
moglie, ancora non ha la forza, dopo tutto quello che è successo sia con
me che con lei, di farsi rispettare e mettere dei paletti nel loro
'rapporto'.
Vera
La IVG è avvenuta il 29 Dicembre, non so spiegarmi ancora adesso come
sia successo, quando l'ho saputo sono caduta in un profondo stato di
depressione. Sia io che il mio ragazzo eravamo d'accordo, lui mi è stato
vicino fino alla fine e ora più che prima sono davvero felice di aver
preso questa scelta. Scelta sicuramente molto difficile e sofferta, ma
non ci sentivamo davvero pronti ad affrontare una responsabilità così
forte. Voglio volerlo un figlio, voglio amarlo più di me stessa e questo
sicuramente non era il momento adatto. Sono sempre stata contro questa
decisione, fino a quando non è successo a me. Mi è servito molto prima
dell'intervento leggere queste testimonianze e vi ringrazio. Ora posso
dire che mi sento bene e non mi trovo pentita. Ragazze, non sentitelo un
obbligo accettare un figlio…
Marianna
l'IVG avverrà il 25/01/2006.
Storie di donne senza coraggio, così intitolerei questo pezzo. Il
coraggio che mi manca per fare la cosa giusta. “Un rapporto non si
costruisce con un bambino di mezzo, prima si costruisce un rapporto e
poi ci si mette il bambino di mezzo”. Parole sante direi!!! Se non fosse
che fino al bambino ci si è arrivati in piena coscienza, e dopo ci si è
profondamente spaventati!!!! Che allucinazione, che disperazione, che
angoscia …. che senso di impotenza, che mancanza di coraggio. Non sono
capace di convincere il mio uomo a prendersi la responsabilità di questo
bambino. Non ho voglia di coccolarlo e di spingerlo, perché a mia volta
cerco chi mi coccola e mi spinge, perché sono stata incosciente quanto
lui e adesso però più di lui pago per la scelta che mi appresto a fare,
perché l’aborto farà più male a me che a lui.
Di dover amare un uomo che amo e odio contemporaneamente, di dover
rinunciare ai miei sogni e per di più non avere nessun sogno da
coltivare se non quello di fare funzionare una famiglia composta da un
uomo che prima mi regala un anello di fidanzamento e poi non si vuole
più fidanzare, prima dice che cerca un input per fare una vita insieme a
me e che quest’input è costituito dal concepimento di un bambino, poi
giunti al concepimento dice che non ce la fa, che prevale il non ce la
fa per 52 a 48 per cento.
Io sono fortemente combattuta sul se costringerlo (e nemmeno so se ne
sono capace) o assecondarlo, e così mi ritrovo a fare i conti con te,
che sei nella mia pancia. Non posso nascondere di aver provato rabbia
quando ho saputo che eri lì, perché mai in nessun momento peggiore
avresti potuto arrivare. Stavamo sfasciando bene bene il nostro rapporto
io e tuo padre. C’eravamo quasi riusciti, mancava giusto un altro po’ di
tempo, ma veramente poco tempo.
E’ per questo che non nascerai, perché sarebbe un disastro, perché io ho
già un altro figlio, perché tuo padre non ha il coraggio di fare un
possibile sbaglio, perché tua madre lo sbaglio lo farebbe spinta
dall’istinto materno e da un padre più coraggioso, ma sarebbe pur sempre
uno sbaglio.
Monica
Abbiamo desiderato il nostro bambino con tutte le nostre forze, ma una
grave malformazione incompatibile con la vita ci ha spinti verso la
scelta che eccellenti dottori ritenevano esser quella giusta. Aborto
terapeutico, io quel angelo lo volevo, ma per il Signore non era il
momento. Forse ho peccato più di chi si sottopone all'aborto volontario,
ma nessuno è in grado di capire e giudicare le scelte altrui. Mettere
fine ad una nuova vita, non è semplice, lascia comunque l'amaro in bocca
e un vuoto nel cuore.
Il peggio sono gli sguardi resi dal personale medico e paramedico.
Nessuna comprensione per chi come me non ha avuto il coraggio di
assistere alla morte del suo bambino semmai la gravidanza fosse giunta
al termine. È a quelle persone che mi hanno guardato con disprezzo che
dico: io non vi auguro, mai, di provare questo dolore. La serenità è un
miraggio lontano.
Mara
Sono una donna di 30 anni, madre di due figli, sono alla 5 settimana di
gravidanza. Non porterò a termine questa gravidanza, soffro
tremendamente per questa scelta ma purtroppo questo figlio nascerebbe da
un rapporto che non ho avuto con mio marito. Nonostante abbia usato il
preservativo (si è rotto) e nonostante abbia preso Norlevo, la pillola
del giorno dopo, immediatamente, eccomi lì, 4 settimane dopo, incredula
davanti al test di gravidanza positivo.. Dopo aver chiesto al mio
ginecologo la procedura ho preso appuntamento al consultorio.. ce l'ho
fra 10 giorni… dopo di che dovranno passarne altri 7 prima
dell'intervento e poi sarò ancora lì ad aspettare… E IO INTANTO STO
MORENDO DENTRO E I RIMORSI MI STANNO DISTRUGGENDO… è la cosa migliore
da fare.. ne sono certa.. ma sono madre… e io non riesco più a donare
un sorriso ai miei figli.. l'errore l'ho commesso io… sono sommersa da
rimorsi e la tempistica è enorme.. c'ho qualcosa che cresce dentro di
me.. e non la voglio e non l'avrò, ma è questo senso di colpa che non se
ne va.. e non posso dirlo a nessuno, perché ciò che ho fatto fa schifo!
sono sola.. NON SO A CHI PARLARNE, e ho due figli e un compagno,
nascondere il tutto ancora per così tanto tempo.. è difficile.
Milena
Mercoledì 7 dicembre 2005 ho abortito e questa esperienza era molto
dolorosa. Ho 40 anni, separata da due, con due figlie una di 14 e
l'altra di 6 anni. Mi sono separata perché ero innamorata di una persona
"speciale" la quale pochi giorni prima di scoprire che aspettavo un
figlio aveva deciso che il nostro rapporto non aveva futuro.. Lui
divorziato e con un figlio adottato, perché dopo essersi sottoposto alla
chemioterapia il suo livello di fertilità era molto basso.. Ho sperato
che la scoperta di questa paternità potesse fargli riscoprire il nostro
rapporto, ho trovato una porta chiusa.. Ho preteso che lui mi stessa
vicino sino alla fine e così è stato, mi ha accompagnata al consultorio
di Lecco, era presente al colloquio con la psicologa e alla visita con
il ginecologo che mi hanno fissato l'appuntamento presso l'ospedale di
Lecco per la settimana successiva. A differenza di quanto mi aspettassi
ho trovato personale molto attento e discreto. Ora che tutto è finito
continuo a pensare al mio bambino, anche se lui adesso non c'è più, a
quanto avrei voluto vederlo nascere, crescere, a quanto lo avrei amato..
Concretamente non potevo prendere questa decisione affrontando da sola
tutti i problemi che ci sarebbero stati, forse però ce l'avrei fatta lo
stesso..
Ylenia
ho quasi 19 anni e ho prenotato l'IVG il 15 settembre… ero fidanzata
da ormai tre anni con Christian. Tra noi tutto andava bene..
frequentavamo lo stesso liceo e ci siamo diplomati con ottimi voti!
Eravamo molto preparati sulle precauzioni e tutto ciò che riguarda il
sesso, ma il 27 agosto mi sono resa conto che in realtà non era così.
Ero a casa di una mia amica quando feci il test di gravidanza, perché
avevo un ritardo di 9 giorni.. erano le 7 di sera quando la mia amica mi
dice che il test risultava positivo! Aspettavo un bambino! non sapevo
cosa fare, che dire. Caddi in un profondo stato di ansia e mi domandavo
perché il mio ragazzo avesse potuto farmi una cosa del genere, lui che
era sempre stato così attento! La mia amica mi consigliò di parlarne con
lui e quando glielo dissi, le sue poche parole mi fecero male! Consultai
subito la mia ginecologa, che fu molto professionale e diede una
risposta a tutte le mie domande. Il 15 settembre, all'insaputa dei miei
genitori, mi ricoverai e interruppi la mia gravidanza.
Io non ero pronta assolutamente ad avere un bambino a 18 anni, nè
tantomeno lo erano i miei genitori! Alla clinica sono stati tutti molto
gentili e attenti con me e anche con le altre due ragazze che dividevano
la stanza con me. Mi hanno aiutato molto a fare questo grande passo.
Devo dire che nei giorni seguenti non sono stata bene, sia
psicologicamente che fisicamente, mi sentivo un po’ stordita e pensavo se
davvero avevo fatto la cosa giusta…
Diventare madre è un sentimento forte, che ti cambia la vita,
soprattutto a 18 anni! Attualmente non sono più fidanzata con Christian
e devo dire che questo è un bene, perché ho capito che persona è lui e
come mi ha condizionata in questi anni che siamo stati insieme, anche se
mi amava moltissimo! Voglio solo ringraziare la mia amica Tania che mi
ha sostenuta in questi mesi e che mi è stata vicina nei giorni che sono
stata in clinica a Milano, dove studio all'università. Volevo dire
invece a tutte le ragazze che si sono trovate nella mia stessa
situazione, di non scoraggiarsi e di andare avanti e di pensare bene
alla scelta da fare. FORZA DONNE…
Flora
Ho 24 anni. Il 19 luglio ho scoperto di essere incinta. Non ci credevo
ai miei occhi quando l'ho scoperto!! Era un pomeriggio caldo, fuori
c'erano circa 35°. Ho cominciato a tremare, ero agitata, poi ho fatto un
altro test, ma ero incinta, non c'era nessun dubbio. La sera decido di
dirlo ai miei, mio padre l'ha presa malissimo, anche mia madre. Mia
sorella è stata l'unica a capirmi, il mio ragazzo era fuori per lavoro,
non gli ho detto niente e non glielo dirò mai… in quel momento non mi
sentivo di tenere il bambino, so che lui mi avrebbe detto di tenerlo. Il
giorno dopo decido di andare dal ginecologo per consigliarmi e vedere
come era la procedura dell'aborto. Poi mi fa l'ecografia, vedere
quell'esserino piccolo dentro di me ha fatto scattare in me qualcosa
tanto che lo stesso giorno ho detto al dottore che non mi sentivo
pronta. Lui mi ha detto che dovevo prendere una decisione. Passo tutta
la notte a piangere, poi pensavo che non era il momento giusto, il
dolore dei miei! insomma in quei giorni vedevo tutto nero e ho deciso di
abortire. Ricordo tutto come se fosse ieri, quella sala operatoria, i
dottori gentili. Ma il dolore che porterò dentro per tutta la vita è
qualcosa di inspiegabile. Quando vedo delle donne con il pancione mi
viene un magone allo stomaco. Io adesso dopo 6 mesi mi rendo conto di
aver fatto uno sbaglio, lascia un vuoto dentro. Vorrei dire a tutte le
donne che ci pensano bene veramente e sopratutto consiglio a tutte le
coppie di usare le giuste precauzioni per evitare tutto ciò.
Serena
Il 12 novembre mi sono accorta di essere incinta. ho già un bimbo di 2
anni e mezzo e, per ora, non desideravo averne altri. Ho deciso così di
interrompere la gravidanza. Ieri, 28 novembre, ho fatto l'IVG e ora mi
ritengo contenta. Ho trovato medici e infermieri gentilissimi, sia con
me che con tutte le altre ragazze che avevano intenzione di interrompere
la gravidanza. Perciò non avete paura di fare questo passo. Se non siete
pronte ad accogliere un figlio, aspettate.
Mirta
Ho 38 anni, vivo con la persona che amo e che ho scelto come compagno di
vita da quasi 8 mesi.
All'inizio di Novembre ho scoperto di essere incinta. Il mio compagno,
che ha già due figli, ha detto di non essere in grado di averne un
terzo, di non farcela emotivamente.
Ero e sono ancora convinta, che un figlio, anche se non voluto, è il
frutto dell'amore di due persone, è un dono della Vita, ma non me la
sono sentita di tenerlo quando ho visto la reazione di lui.
Mi sono sentita rifiutata nel mio intimo, ho sentito il totale rifiuto
per il mio bambino e ho deciso di assecondarlo e di abortire. Mi sono
rivolta ad un ospedale vicino per l'IVG farmacologica. Ho assunto le
pillole abortive RU486 il 22 novembre e due giorni dopo sono tornata per
la seconda assunzione. Purtroppo con l'ecografia il ginecologo ha visto
che l'embrione non era ancora espulso (ci sono il 3% delle possibilità
che questo accada) e ho dovuto fare anche l'aborto chirurgico.
Il mio compagno è stato con me in tutto, ma purtroppo quello che ho
fatto mi pesa. Io volevo tenerlo questo bambino, ma non volevo mettere
lui di fronte ad una scelta obbligata.
Purtroppo però adesso dentro di me lo giudico per non averlo voluto
tenere, non riesco ad essere serena. Ho paura che questa situazione
pregiudichi il nostro rapporto.
Viola
Avevo solo 14 anni.. ho sempre usato contraccettivi, è stata solo
sfortuna. Ero innamorata, lui era innamorato, ma non ero pronta e non lo
sarei ancora adesso. Mi sono chiesta: come potrei fare da mamma quando
io ho ancora bisogno della mia? E così ho abortito, sola. Il mio ragazzo
era più spaventato di me, ma mia madre mi è stata molto vicino, senza
giudicare e senza criticare. Non posso dire la stessa cosa di medici e
infermieri che mi guardavano come fossi un'aliena. Dopo l'intervento mi
sentivo uno schifo. Non è stata una scelta, ma un obbligo, non sarei
stata in grado di allevare un bambino. Penso di avere fatto la cosa
giusta ma è stata dura superare tutto da sola e la cosa peggiore è che
quando si parla di questo argomento (in questo periodo se ne parla molto
in Italia) sento commenti assurdi da parte di molte persone, che vedono
l'aborto come un omicidio e non vogliono sentire ragioni. Mi fanno
sentirmi male, dopo 4 anni dall'intervento…
Anna
Ho prenotato l'ivg per il 29 novembre 2005 in una clinica privata dopo
aver speso, e perso, troppo tempo per decidere. All'inizio avevo deciso
di tenere il bambino nonostante il parere del mio compagno fosse
negativo: troppo giovane, troppo presto, secondo lui, per avere un
figlio. Mia madre invece mi ha dato il suo appoggio incondizionato
qualunque fosse stata la mia scelta, la sua però è un'ottica cristiana
quindi è ovvio che propendesse per proseguire nella gravidanza… da
parte mia non mi sembrava ci fossero scuse valide per abortire: sono
laureata, specializzata e sto frequentando un'ulteriore specializzazione
universitaria, ho quasi 26 anni e il mio curriculum scolastico e
lavorativo è più che positivo…
Il problema è la mia situazione personale: il padre del mio bambino è
molto più giovane di me (21 anni), lavora ed è una persona troppo
diversa da me (sia come livello di studi sia come tipologia famigliare)
e da molto tempo pensavo di lasciarlo perché mi ero resa conto della
nostra incompatibilità, l'unica cosa che mi aveva fatto andare avanti
nella relazione era un grande trasporto passionale. Anche il modo in cui
ha reagito e come si è comportato nell'affrontare la mia gravidanza mi
ha profondamente delusa e fatto capire che io con quella persona non
volevo avere più niente a che fare.
Come posso tenere un bambino da sola, contro un padre che non lo vuole e
che io non voglio vicino, senza una possibile futura famiglia e senza
stabilità economica? Tenere il bambino comporterebbe la prosecuzione del
rapporto con lui perché mi ha detto che se lo faccio lo obbligo comunque
ad esserci e a prendersi le sue responsabilità: io non ce la faccio a
pensare di dover portare avanti un rapporto con lui per tutta la vita, è
una persona estremamente insicura, violenta e che mi ha fatto solo
soffrire.
Sono rimasta incinta il 30 settembre per noncuranza nell'uso di
precauzioni: per alcuni periodi ho preso la pillola ma poi ho dovuto
smettere per dei problemi relativi alla mia circolazione sanguigna,
facevo il calcolo dei giorni fertili convinta, erroneamente, di non
essere particolarmente fertile… così è successo che mi sono ritrovata
incinta. All'inizio è stata come una grande gioia, poi col passare del
tempo tutto è degenerato fino alla decisione di abortire, ormai al
termine del periodo concesso. Al consultorio della città dove vivo sono
stati tutti molto gentili, il ginecologo non obiettore che ha firmato il
certificato è stato professionale e molto delicato, inoltre ho avuto un
colloquio (non obbligatorio) con una psicologa che mi è servito molto.
Poi mi sono attivata per fare tutti gli esami necessari: del sangue,
delle urine, ecografia. La cosa più brutta è stato vederlo… mi sono
rivolta all'ospedale della mia città, ma ormai avevo perso troppo tempo
e non c'erano più posti disponibili, allora ho prenotato in una clinica
privata, sperando in una maggiore discrezione ed efficienza. Ora non mi
resta che aspettare e sperare che poi tutto continui, nonostante io
sappia che questa scelta me la porterò dentro tutta la vita.
Sono stata contenta di trovare questo sito e di leggere le testimonianze
perché abortire è la scelta più difficile per una donna, forse la più
grossa e pesante che si possa prendere, vedere che altre ci sono passate
è motivo di conforto. Un abbraccio di solidarietà a tutte le donne che
si sono trovate o che si troveranno a dover prendere una decisione così
dolorosa.
Il 29 novembre, Anna ci scrive :
L'ivg è avvenuta oggi 29/11/2005, il trattamento che mi è stato
riservato devo giudicarlo ottimo, sia sul piano umano che professionale,
dagli infermieri ai medici ho trovato delle persone eccezionali e
preparate che mi hanno assolutamente messa a mio agio. Mi recherò
una seconda volta in clinica per la visita di controllo, intanto mi
hanno prescritto delle pastiglie per restringere l'utero e delle gocce
di ricostituente per il sangue perso.
Scrivo per rassicurare tutte le donne su quest'esperienza che appare
traumatica, a livello psicologico, prima di prendere la decisione ma che
nel mio caso una volta decisami ha avuto un decorso fantastico… sono
qui a scrivervi e l'ivg è avvenuta a mezzogiorno di oggi… penso di
essere l'esempio vivente per testimoniare che si sopravive, la vita va
avanti… forse sembrerò cinica ma mi sento meglio, sollevata e felice!
Forza ragazze!
Il 26 settembre 2006, Anna ci scrive :
Da quel giorno è iniziato il periodo più terribile della mia vita: sono
tornata insieme con il padre del bambino ma solo per pochi mesi, la
nostra relazione non funzionava, continuavamo a litigare. In marzo mi ha
lasciata, aveva già un'altra, per me è stato uno shock, mi sono resa
conto che dovevo elaborare un doppio lutto, una doppia perdita: la sua e
quella del bambino. Da sola ho cominciato a sentire tutta la pesantezza
del mio gesto, pensavo che se l'avessi tenuto almeno mi sarebbe rimasto
qualcosa di lui. Io lo amavo e lo amo tantissimo, non riesco a capire
come abbia fatto a comportarsi così, a non riuscire a comprendere che io
avevo bisogno della sua vicinanza. Del suo sostegno. Invece mi ha
lasciata. A volte mi chiedo se lui ci pensa, se si rende conto di cosa
vuol dire abortire. Penso di no. Dall'ivg è trascorso quasi un anno ma
non passa giorno che io non ci ripensi … forse era un errore… forse
adesso sarei felice?
Rosa
Sono una ragazza di 25 anni. L'interruzione per me è avvenuta quando ne
avevo appena compiuti 19! Ero fidanzata con un ragazzo che diceva di
tenerci a me.. ma ora posso dire con certezza che era un bambino
bugiardo! Mi sono accorta di essere rimasta incinta per caso.. avevo
comprato una gonna e dopo poco non mi entrava più… allora sono andata
dal mio ginecologo con una amica e lì ho scoperto con certezza di essere
in "dolce attesa"… indesiderata… dal mio ragazzo!
Il mio medico è stato molto comprensivo… dopo le lacrime… mi ha
consigliato l'interruzione avendo capito la mia situazione…
Le mie emozioni e sensazioni… prima dell'aborto mi sentivo una
assassina… uno schifo di persona… dopo sono stata veramente male
mentalmente… ora posso dire di stare bene! Mi sono rifatta una vita
con un altro ragazzo, questo che mi è successo è stata la prima cosa che
gli ho detto prima di metterci insieme… perché poteva anche essere
contrario e non voler stare insieme a me… invece è stato comprensivo!
Ora vorrei rimanere incinta, lo spero tutti i mesi …
Gina
Ho 21 anni, è a settembre non mi arrivavano le mie cose, l'idea di
essere incinta non mi sfiorava proprio.. poi il mio ragazzo, con cui sto
da 3 anni, mi ha detto che era meglio fare il test, così l'abbiamo
fatto, insieme, ed è risultato positivo.
Abbiamo parlato tanto io e lui e abbiamo preso anche in considerazione
di tenerlo.. ma a 20 anni come avremmo fatto? siamo troppo giovani,
soprattutto lui; poco a poco ci siamo convinti che non potevamo tenerlo.
Ho fatto le visite necessarie, e non mi rendevo conto di avere un
bambino dentro la mia pancia, fino a quando mi hanno fatto l'ecografia..
e vedendolo ho quasi cambiato idea. Ma non avremmo potuto tenerlo, io
non me la sentivo.. Poi mi hanno fissato l'appuntamento il 6 ottobre, e
fino all'ultimo momento ne abbiamo parlato. La mattina siamo andati
insieme in ospedale, e mi è rimasto accanto tutto il tempo! è riuscito a
farmi ridere fino all'ultimo secondo, per non farmi pensare alla paura
che avevo per l'operazione. Quando mi sono svegliata c'era lui che mi
bagnava le labbra secche e mi diceva di riposarmi.
Quando mi sono risvegliata lui era lì sul mio letto, e dopo la visita di
controllo siamo usciti dall'ospedale. In quel momento, egoisticamente,
ero sollevata e felice, anche se mi sentivo un enorme vuoto dentro. Poi
col passare dei giorni sono stata male. Vedendo donne incinte ero quasi
gelosa. Ora a distanza di quasi 2 mesi va meglio, ma ho sempre qualche
rimorso… a volte dentro di me me la prendo col mio ragazzo perché se
fosse stato più grande forse l'avrei tenuto quel bambino, ma sbaglio in
quei momenti a dare la colpa a lui! Se io avessi voluto tenerlo, lui mi
sarebbe stato accanto, me l'ha detto fin dal primo momento, ma io ho
sempre creduto che lui era troppo giovane per una responsabilità del
genere. Però sono fiera di lui perché pur avendo soltanto 20 anni è
stato il migliore, e non mi ha lasciato un secondo, nemmeno quando stavo
male per la nausea ed ero insopportabile. Senza di lui non ce l'avrei
mai fatta! Ci amiamo e tutti e due non vediamo l'ora di fare dei bambini
tra qualche anno, anche se ne mancherà uno! Mi sono tatuata un
angioletto sul mio braccio che me lo ricorderà!
Ringrazio il mio ragazzo, mia mamma e le mie amiche che mi sono stati
accanto in quel difficile momento. È giusto che uno possa scegliere,
perché se non si è pronti, se non si è sicuri di dargli tutto ciò di cui
ha bisogno non si può mettere al mondo un bambino.
Mi chiamo Stefania, Ho 41 anni.
La mia più che essere una testimonianza, è un messaggio di solidarietà:
si può, di fronte ad una gravidanza non voluta, dire "non me la sento".
Chi nasce è un essere umano.
Non si può nascere per caso, oggi.
Spero che l'aborto farmacologico arrivi anche in Italia.
Basta con infermieri o medici obiettori che fanno sentire le pazienti
imputate. Ma come se lo possono permettere? Se non sono d'accordo, che
cambino professione.
Ognuno fa quello che vuole.
E chi ama la vita ama anche la libertà di scelta delle persone.
Samanta
La mia interruzione è avvenuta il 23 settembre. Ero alla nona settimana
e non sapevo cosa fare.
Fidanzata da circa 9 anni ma non convivente, il mio compagno lo
desiderava un figlio, io non l'ho mai voluto per mia scelta, ma non ho
mai nascosto le mie convinzioni sul fatto che un figlio debba essere una
scelta responsabile non un "è capitato".
Sono entrata in sala operatoria piena d'angoscia e timori anche perché
non ero mai stata "sotto i ferri". Sono uscita vuota anche se convinta
di ciò che avevo fatto.
E oggi a poco più di un mese sto soffrendo, perché anche se non vuoi
quell'esserino farà parte di te per sempre.. ed è difficile ritornare a
essere quelle di prima. L'unica cosa che posso dire è che se non ci si
sente pronte a questo passo, non si deve sentire forzate da convinzioni
sociali e morali perché siamo solo noi donne che dobbiamo decidere anche
se la conseguenza del gesto può avere ripercussioni per tutta la vita.
L'unica nota positiva è che ho trovato uno staff di medici e paramedici
che non ci hanno fatto sentire (perché quel giorno eravamo in 10) delle
delinquenti.
Ilaria
Ho 26 anni e il 21 settembre 2005 ho abortito. Sono rimasta incinta dopo
aver sospeso per motivi di salute la pillola che prendevo da quattro
anni. Quando mi sono resa conto di essere incinta ero alla settima
settimana di gravidanza, ed ero a due mesi dalla fine del mio percorso
universitario, con un rapporto più o meno stabile che durava da quasi
cinque anni.. Non so di preciso come mi sono sentita, a dire il vero
devo ancora assimilare tutto.. All'inizio ho provato un forte senso di
gioia… ed è forse quella sensazione che non riesco a togliermi dalla
testa. Quando ho parlato al mio ragazzo della gravidanza la mia gioia è
svanita… le sue parole sono state "non possiamo infognarci proprio
ora!"… Da quel momento la gravidanza è diventata un incubo… Mi sono
passati per la mente mille pensieri, anche quello di crescere il bambino
da sola… ma purtroppo in quel periodo la mia famiglia non viveva un
periodo facile, avevo mia madre in ospedale, e non volevo darle altre
preoccupazioni… Ho contattato il mio ginecologo che è stato
delicatissimo e amorevole nell'affrontare con me tutti i dubbi e le
paure legate a quel momento, e con il suo certificato mi sono rivolta ad
un centro ospedaliero di Firenze per eseguire l'intervento.
L'esperienza in ospedale è stata orribile. Ho vissuto delle ore
umilianti.. le infermiere hanno reso quel giorno indimenticabile per le
continue offese a cui hanno sottoposto me e le altre ragazze che erano
lì per il mio stesso motivo..
Sono passati quasi 50 giorni e la mia vita è cambiata.. La mia storia
d'amore è finita… lui non ha capito nulla di quello che stavo vivendo
e comunque non sarei riuscita più a farmi toccare da lui… le sue
parole le sento ancora nelle orecchie… sto per laurearmi, in teoria
dovrei essere felice… in realtà sono a pezzi. Ho sempre pensato che a
me non poteva succedere, che bastava stare attenti… Invece.. Non lo
auguro a nessuno. E' vero, decidere di tenere o meno un bambino è un
diritto sacrosanto, ma fa male, sia che lo si voglia davvero o che si
sia semplicemente costretti dalle situazioni..
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