La questione principale nella discussione dell'aborto porta sullo statuto morale dell'embrione. L'embrione è un "uomo" con diritti paragonabili a quelli di una persona già nata? Per difendere questo punto di vista, gli antiabortisti si riferiscono alla presenza, subito dopo la fecondazione, di tutto il patrimonio ereditario.
"Un feto non è né una cosa, né un tessuto – non può nondimeno essere assimilato a un essere umano dopo la sua nascita" (PD Dr. Alberto Bondolfi, teologo, in "Walliser Bote", 29.03.96).
"L'embrione non è quello che potrebbe diventare".
(Hans Saner, 1995).
FALSO: "l'embrione ha diritto alla vita"
Né la Costituzione, né le leggi svizzere, né le convenzioni internazionali conferiscono all'embrione il diritto alla vita. "La dottrina riconosce diritti fondamentali soltanto agli esseri umani già nati" (Messaggio del Consiglio federale sulla revisione della Costituzione federale, 1996).
La Commissione europea dei diritti dell’uomo ha precisato che la nozione di "ogni persona" di cui all'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che garantisce il diritto alla vita, non si applica al nascituro (decisioni del 13.5.1980 e del 19.5.1992). La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito, nella sua decisione del 8.7.2004 : "Non vi è consenso sulla natura e lo statuto dell'embrione o del feto. Il massimo che si trova come denominatore comune è la sua appartenenza alla specie umana. È la potenzialità di quell'essere e la sua capacità di diventare una persona che meritano di essere protette, in nome della dignità umana, senza farne una persona che avrebbe il diritto alla vita."
FALSO: "L’embrione è capace di ereditare. È quindi riconosciuto come una persona."
L'articolo 31 del codice civile svizzero dice: "La personalità
comincia con la nascita compiuta del bambino vivente."
Il
nascituro concepito prima della morte del testatore viene in considerazione come erede solo al momento
della sua nascita: "L’infante è capace di succedere fin
dal momento del concepimento, a condizione che nasca vivo" (Art. 544
CC).
L'omicidio è un delitto penale, l’uccisione intenzionale di una persona umana. Il codice penale fa precisamente la differenza tra l’embrione e la persona umana invece di assimilarli l’uno all’altra. E’ di conseguenza disonesto qualificare come omicidio l’interruzione di gravidanza chiaramente definita sul piano legale nel quadro della soluzione dei termini. E' inoltre estremamente offensivo essere assimilati a omicida o complici in omicidio per tutte le donne coinvolte, per i loro partner e per i medici.
La decisione di interrompere una gravidanza non è un atto di aggressione a terzi. E’ l’impossibilità, nel presente e nelle circostanze date, di assumersi le responsabilità della maternità, per ragioni sulle quali si è riflettuto a lungo.
La decisione di avere o no un bambino è una delle decisioni con le conseguenze più pesanti nell'insieme della vita di una donna. L'interdizione all'aborto significa una costrizione alla maternità. Viola tutta una serie di diritti della donna e lede all'essenza stessa delle sue libertà fondamentali:
Il Tribunale federale ha ritenuto che il diritto della donna di decidere da sé, liberamente, di interrompere la sua gravidanza è parte del nucleo inviolabile della libertà personale, garantita dall'art. 10, par. 2 della Costituzione. (Sentenza del Tribunale del 20.12.2005, DTF 132 III 359, consid. 4.3.2)
"L'obbligo di partorire è inaccettabile dal punto di vista etico" (Andrea Arz de Falco, teologa cattolica, in "Pfarrblatt" della chiesa cattolica del Cantone di Zurigo, 25.06.95).
Maternità coercitiva – equivalente di servitù (commento sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 16.12.2010)
Questa domanda etica fondamentale è stata soggetto della conferenza
del celebre teologo cattolico Stephan H. Pfürtner, professore à Marburg,
alla presenza di 150 persone. La conferenza è stata organizzata dalla
Federazione svizzera delle donne protestanti (FSFP) e dall'Unione
svizzera per decriminalizzare l'aborto (USPDA); ha avuto luogo giovedì
31 gennaio 2002 a Berna.
Continuazione
I testi biblici non dicono nulla sul tema dell'interruzione
volontaria della gravidanza, nè sullo statuto morale dell'embrione.
Piutosto trattano la persona umana di essere autonomo e responsabile.
Gesù stesso è molto critico di sanzioni giuridiche: "Guai anche a voi,
dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e
quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!" (Luca 11:46). "Chi di
voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" (Giovanni
8:7). Non è dunque lecito invocare la Bibbia per esigere la minaccia
penale in materia.
Più informazioni (in francese)
Personhood, The Bible, and The Abortion Debate
(ingl.)
La scienza ci può spiegare quello che succede durante lo sviluppo embrionale. Ciò di cui è costituita la persona umana è però una questione filosofica.
Nella nostra società non vi è alcun consenso sull'importanza da accordare alla vita embrionale se confrontata ad altri valori come la salute fisica e psichica, il benessere sociale, lo sviluppo della personalità o il diritto della donna all'autodeterminazione. In una democrazia pluralista, vi è un'unica soluzione a questo dilemma: la tolleranza e il rispetto della libertà di coscienza.
Proteggere la vita non può significare proteggere l'embrione a qualsiasi costo. Significa:
Vietare il ricorso all'aborto non è un mezzo adeguato di protezione della vita. Piuttosto, le leggi restrittive spingono le donne nell'illegalità, mettendo a repentaglio la loro salute e la loro vita.
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato che "gli Stati sono tenuti a organizzare i loro servizi sanitari in modo da assicurare che l'esercizio effettivo della libertà di coscienza dei professionisti della salute non impedisce ai pazienti di accedere a servizi a cui hanno legalmente diritto" (sentenza della Corte del 26.5.2011, affare R.R c. Polonia, richiesta n. 27617/04).