Aborto - Interruzione di gravidanza : per il diritto alla libera scelta

Testimonianze (archivio 3)

Margherita
Due anni e mezzo fa l'interruzione di gravidanza indotta da stupro. I motivi per l'IVG era che non riuscivo a immaginare la gestione di un figlio arrivato così, nè da sola nè con il padre naturale, ero in collera e choccata… una psicologa ha tentato di dissuadermi: ero in collera con lei, pareva preoccuparsi solo del bimbo e non del mio 'sentire'… sovrastata da una montagna di stress… mi sentivo senza colpa in quanto vittima di abuso in quello che stavo facendo… sono stata decisa e netta, facile l'accesso alle strutture sanitarie e ottima l'assistenza…
L'intervento non è difficile ma neanche piacevole… un mese dopo, un secondo raschiamento per emorragia… pesante ma è passato…
mi sono sentita sollevata e bene per vario tempo… niente sensi di colpa…  dopo 7 mesi, diagnosi di sieropositività arrivata sempre dall'abuso… Ci ho messo un anno e mezzo a tirare su la testa dopo il nuovo choc…
Oggi, dopo tre anni di vicende pesanti, vivo il lutto di mio figlio, ogni giorno ci penso…


Giovanna
Ho 26 anni e due anni e mezzo fa -a 23 anni- sono rimasta incinta. Era febbraio e faceva freddo quando decisi di fare il test di gravidanza, uno di quelli che ti vendono in farmacia. Non so spiegarlo a parole, ma sentivo di essere incinta pur non credendoci a livello razionale: era come se ancor prima di effettuare il test il mio corpo mi dicesse “Suvvia, ascoltati! Dai che già lo sai!”. A quel tempo avevo una relazione piuttosto turbolenta e inframezzata da altre relazioni, con un musicista un po’ pazzeriello. Devo dire che ancora non riesco a capire come posso esser rimasta incinta, nel senso che secondo i miei calcoli nel mio periodo fertile non avevo avuto rapporti. Comunque esser stata incinta è stata un’esperienza incredibile. Quando ho visto apparire le due linee sul test sono scoppiata a piangere, ma non ero sorpresa. Il mio corpo lo sapeva già.
Era la sesta settimana di gravidanza. All’inizio il mio compagno sembrava contento e disponibile, mi disse che mi lasciava la totale libertà di scegliere, che non voleva impormi nulla e che in ogni caso sarebbe stato con me. Purtroppo però dopo solo qualche giorno ha iniziato a cambiare, probabilmente a livello inconscio non lo voleva questo bambino. L’ho capito perchè non sembrava disposto ad accettare ad esempio i miei cambiamenti d’umore oppure ad assecondare i miei piccoli bisogni di sicurezza di ragazza incinta e spaventata. Io lavoravo e lui dormiva tutto il giorno. La sera, quando io ero stanca lui aveva solo voglia di uscire e di far festa. Mi sono sentita disperatamente SOLA. Nessuno sembrava capire quello che stavo passando.
Mi resi conto che non c’erano gli strumenti in quel momento per far venire al mondo il mio bambino, sarei stata sola e con un lavoro precario e gli studi interrotti a metà. Sono atea e ho sempre sostenuto la libertà delle donne di scegliere se avere un figlio o meno, quindi non è stata una scelta eticamente dura per me. Dura è stata piuttosto la parte pratica ed emotiva della situazione.
Ho fatto tutto da sola, dalle visite all’intervento. Il mio ginecologo mi ha detto di non essere d’accordo ma mi ha dato il numero di un medico che mi ha fatto la carta per l’IVG. Dopo sono seguite varie visite e analisi all’ospedale. Sono rimasta sconvolta da una cosa: il luogo adibito alle analisi e all’intervento era nello stesso reparto delle nascite… Quindi non avevo intorno altro che donne incinte o donne che avevano appena partorito adoranti i nuovi nati.
Mi sentivo malissimo anche perchè il mio corpo faceva di tutto per dirmi “Tienilo!!!”. Non so come spiegare ma è così, mi sentivo bene incinta, felice in un certo senso di esserlo…quindi il tempo che è trascorso tra la decisione e l’intervento è stato molto duro per me. Ero proprio combattuta, anche se sapevo che per me quella era la scelta giusta. Non mi sembrava vero di dover stare assieme alle mamme che i bambini li avevano avuti… Ho incontrato anche molti medici e infermieri obiettori, e sono rimasta atterrita dal modo in cui cercano di imporre a tutti i costi i loro princìpi morali anche a costo di farti male psicologicamente. Credo che sia vergognoso. Credo anche che NESSUNO è ABORTISTA IN SENSO STRETTO, MA PIUTTOSTO CHE TUTTI DEVONO POTER SCEGLIERE PER SE STESSI. Un figlio deve essere un atto d’amore, non un obbligo imposto da qualcun altro.
Ringrazio le persone che invece mi sono state vicine, come mia sorella (una delle prime a cui l’ho confidato), mia zia o anche alcuni infermieri che mi hanno fatto sentir più umana in quell’improbabile reparto d’ospedale. Dopo l’intervento ho pianto tanto, ancora quand’ero sotto anestesia piangevo, mi hanno detto. Piangevo disperatamente. Sono stata anche male, dolori molto forti, ma mi hanno detto che probabilmente molto era psicologico. E’ stata dura e ancora oggi ogni tanto ci penso con dolore. Ma sono sicura di aver fatto la cosa giusta, in attesa di poter dare a quel bambino una madre consapevole e un luogo sicuro.


Julia
Ho 22 anni, sono cubana. Mi sono sposata ma mio matrimonio non andava più bene dopo 3 anni. E cosi abbiamo deciso de separarci. Ho conosciuto un ragazzo e siamo andati a convivere da subito e mentre cercavo lavoro sono rimasta incinta. Eravamo insieme da pochissimo e ci siamo spaventati moltissimo. Dopo un pò l'idea mi piaceva ma il tempo passava e vedevo che lui non era molto felice, era diventato freddo, pensieroso, prima non stava mai zitto, dopo non parlava più con me come prima e tutto questo, giorno dopo giorno, mi faceva stare triste e mi sentivo sola. Lui mi diceva che qualsiasi decisione volevo prendere lui sarebbe al mio fianco, ma io sentivo che lui quello bambino non voleva, quando parlavo di abortire, per lui si illuminavano gli occhi e io mi sentivo malissima per quella situazione. In più nausee, una fame tremenda ma qualsiasi alimenti non mi piacevano più, di tanto mangiavo solo per doverlo fare, una tristezza che non passava, mi sentivo sola davanti un tsunami, senza sapere cosa, e come fare. Alla fine ho deciso de optare per l'aborto. Abbiamo fatto tutte le visite insieme, i colloqui.
Adesso devo aspettare la prossima settimana, ma io sono più che convinta, perchè non ammetto di avere un figlio come se fosse un problema. Dovrebbe essere un dono e se la situazione non permette questo, cosi è meglio. Non è giusto avere un bimbo cosi, se devo dare la luce ad un bimbo deve essere aspettato con moltissimo amore, non con tristezza. Il nostro rapporto si è rovinato, io non lo vedo più con gli occhi di prima, mi sono sentita molto delusa. Lui dice che mi ama e che mi vuole, ma io non ce la faccio più a restare con lui. A pena non avrò più il bimbo, mene vado. Adesso ho ripensato molto e il mio ex marito ancora mi ama e forse anch'io lo amo ancora e forse ho agito da immatura a buttare il mio matrimonio nella spazzatura per piccoli problemi. Adesso che sto affrontando questo tsunami di problemi mi rendo conto come i nostri problemi erano ridicoli. Mi pento tanto di tutto cò, se potesse tornare indietro e non ritrovarmi in questa situazioni lo farei. Sarà la prossima settimana l'interevento e io non vedo l'ora di potere essere libera di nuovo e di riprendere la mia vita e questa volta molto più consapevole della mia vita. Spero di salvare il mio matrimonio ed un giorno potere avere un figlio con amore, serena, e orgogliosa. Nessuno può sapere quello che proviamo dentro noi, perciò non ha il diritto di giudicarci.


Laura
Voglio poter dare una mano a chi come me si è trovata o si potrebbe trovare in una situazione delicata, dolorosa sia come persona che come donna. Ho utilizzato la RU486 ma non in Italia poichè le tempistiche tra la visita e l'inizio del trattamento sarebbero state troppo lunghe e avrei rischiato di oltrepassare la linea del 49° giorno, tempo limite dopo il quale non è possibile usufruire della pillola. In Italia, per effetto della legge 194 (intoccabile!) dalla richiesta di interruzione di gravidanza alla prenotazione della prestazione sia essa chirurgica o farmacologica deve passare una settimana… e davvero troppo facilmente si rischia di oltrepassare i termini. Io mi sono rivolta all'ospedale regionale di Locarno, più precisamente al riparto del dott. Stamm. E' un centro per la fertilità ma tratta anche l'uso del Mifegyne. Sono molto professionali. Il giorno del trattamento verranno date tre pillole e dopo 48 ore occorrerà tornare al centro per l'assunzione di altre due pastiglie. Da quel momento in poi dovrete restare in clinica per circa tre ore nel caso ci fossero dei problemi, dopo di chè potete tornare a casa. Io ho avuto le prime perdite verso sera e sono continuate per quattro giorni circa. I dolori non erano forti, assomigliavano a quelli di un flusso mestruale, nè più nè meno. Il giorno dopo l'assunzione delle ultime due pastiglie si può iniziare l'assunzione di un metodo contraccettivo come la pillola o l'anello. Il costo era di 700 franchi svizzeri, dicesi 450 euro più o meno a seconda del cambio.
Vi assicuro che per me era un metodo più umano e meno violento, invasivo e doloroso sia dal punto di vista fisico che psicologico.
In Italia siamo davvero dei trogloditi primitivi; stiamo diventando un paese dove si pratica ancora la caccia alle streghe e ci si dimentica che una donna non toglie la vita a nessuno… è libera di decidere se darla oppure no. E questo non è un delitto…..
Per ottenere più informazioni sull'aborto farmacologico in Svizzera fare un e-mail a aborto-informazioni.


Marika
Era un mercoledì sera, più precisamente il 26 marzo 2008, quando dopo 1 settimana di ritardo, ho deciso di fare il test di gravidanza, ma mai avrei pensato di esserlo.. e invece é risultato positivo.
Io e il mio compagno a primo impatto l'abbiamo presa abbastanza bene, o forse dovrei dire che sul momento non ce ne siamo proprio resi conto.. Il giorno seguente vado a lavorare come sempre e mi sento bene e tranquilla, ma quando arrivo a casa alla sera, forse solo li realizzo realmente di essere incinta.. e non ho fatto altro che piangere.. e quando è arrivato a casa anche il mio compagno parlando ci siamo resi conto che ne io ne lui eravamo pronti ad accogliere questo bambino.
Io non mi sentivo proprio pronta.. Un figlio è il sogno della mia vita, ma dentro di me sentivo una sensazione che non mi faceva vedere nient'altro che un interruzione di gravidanza.. al pensiero, so che è brutto da dire, ma mi sentivo un po' sollevata.. nonostante mi facesse una paura tremenda.. quale scelta prendere?
Venerdì ho deciso di chiamare il mio ginecologo e gli ho spiegato che non sapevo cosa fare, che non ero sicura, e mi hanno dato il contatto della pianificazione familiare dell'ospedale regionale di Locarno, già da quando ho chiamato la Signora è stata molto carina e disponibile e abbiamo fissato un appuntamento per lunedì 31 marzo '08.
Il sabato mattina mi sono svegliata relativamente bene, e mi sentivo quasi come se volessi tenerlo.. e domenica di nuovo la confusione e malessere più totale.. e ci sentivamo che forse non tenerlo era la scelta migliore.. Sono stati dei giorni veramente pesanti, ho pianto tanto, e lo stress psicologico e di conseguenza anche fisico era tanto..!
Quando lunedì siamo andati all'appuntamento sono stati tutti molto molto carini e disponibili, e di questo li devo davvero ringraziare molto.. mi hanno spiegato che alla mia giovane età (22 anni) sono nel picco della fertilità, e quindi se ora avrei preso la decisione di non tenerlo, la cosa non sarebbe stata cancellata per sempre, ma solo posticipata di qualche anno.
Dopo aver fatto anche la visita ginecologica ho scoperto di essere alla 6a settimana, e quindi di avere due possibilità, o di andare per la via farmacologica, oppure per la via operatoria. Essendo che sono sempre stata una persona contro a pastiglie, e avendo saputo che con questo metodo le cose potevano anche andare male e quindi bisognava comunque fare un intervento, ho optato direttament per fare l'intervento. Il Dr. aveva un posto subito il giorno dopo, quindi ieri 1° aprile alle ore 07.00 ero in ospedale.. digiuna, nel mio letto che aspettavo il mio turno..
Poco dopo arriva una ragazza in camera con me.. e parlando ho scoperto che lei ha preso la pastiglia, ma che non ha funzionato, e quindi era nuovamente li per farsi operare, e in quel momento mi sono sentita un attimo sollevata di non essere andata per la via farmacologica!
Mi hanno fatto togliere tutto quanto, ed essendo che in camera non c'erano orologi ho perso la cognizione del tempo, e credo che verso le 8.30 mi hanno portato in sala operatoria, ero spaventatissima, ma l'ospedale di Locarno ha un team di infermieri, anestetisti e dottori davvero in gamba, mi hanno rassicurato molto, e in 20 minuti ero di nuovo in camera da letto, e tutto era finito.
Quando mi sono ripresa mi sono resa conto che oltre a me nella stessa mattina ci sono state altre 2 ragazze a fare una IVG, e la cosa mi ha sorpreso, perché non pensavo ce ne fossero tante.
Il mio ragazzo è sempre stato con me al mio fianco, ed è stata la cosa più bella che potessi desiderare, è una persona eccezionale.. e questa esperienza ci ha uniti ancora di più..
Infatti l'anno prossimo abbiamo deciso di sposarci.. e sono sicura che dopo esserci sposati e aver sistemato tante altre cose, arriverà il nostro bambino..
Forse da come ho scritto posso esser sembrata molto fredda e distaccata.. ma credo che ogni donna la viva in modo diverso questa esperienza, e io credetemi adoro i bambini, e non vedo l'ora di averne uno, e se 2 settimane fa mi chiedevano se fossi rimasta incinta cosa avrei fatto, ho sempre detto che lo avrei tenuto, ma essendoci dentro nella situazione è tutto diverso, non si può mai capire o dire dall'esterno.
Un grazie va anche a questo sito che leggendo le vostre testimonianze mi avete aiutato molto.
E un grazie ancora anche all'ospedale di Locarno, sono stati eccezzionali..!


Stefania, 29 anni.
L'IVG è avvenuta il 26 marzo 2008 presso il policlinico di Pavia, ero incinta di sette settimane. Non era prevista una gravidanza, perchè sono reduce da una radioterapia piuttosto aggressiva durata un anno circa a causa di un tumore maligno al rene sinistro. Assumevo regolarmente la pillola anticoncezionale, ma succedeva spesso di avere episodi di vomito, conseguenza dell'aggressività della terapia. Probabilmente, anzi sicuramente questa è stata la causa della mancata copertura dell'anticoncezionale. Ho sospettato di essere incinta gia' dal primo giorno di ritardo, perchè la mia regolarità mestruale era cronometrica.. In più sentivo dentro di me una sensazione che non so descrivere.. Si, avevo nausea, ma vi assicuro che dopo le sedute di radioterapia, la nausea era divenuta una compagnia indesiderata ma costante.. Era davvero una 'sensazione', qualcosa di indescrivibile.. Ho fatto il test, quello che si prende in farmacia, mi sono rintanata nel bagno dell'ufficio e ho aspettato. Due bellissime, nitide, spaventose linee verticali mi lasciarono a bocca aperta, mentre il cuore martellava ferocemente.. Ero viva, aspettavo un bambino.. ma come, mi avevano detto che addittura a causa delle cure potevo incorrere nella sterilità!?  Non so se la felicità sia stata più forte della paura o viceversa, ma mi sentivo magica.. Ne ho parlato con il mio amore la sera stessa, sperando di non sentire quello che dentro di me sapevo benissimo ma non volevo ammettere.. La sua reazione mi ha fatto precipitare giù dalla nuvoletta su cui avevo eletto domicilio.. Era spaventato, terribilmente preoccupato per me che volevo interrompere le cure e per il bambino concepito in piena radioterapia. Mi ha detto che per lui la mia vita contava più di ogni altra cosa e per avere un bambino ci sarebbe stato tempo se Dio avesse voluto.. Aspettammo di consultare il mio oncologo e la ginecologa, ma entrambi dissero che era molto pericoloso e che il bambino avrebbe potuto avere gravi malformazioni. Così decidemmo per l'interruzione, anche se i giorni che seguirono sono stati per me un vero strazio.. Continuavo ad accarezzarmi la pancia, parlando col mio bambino, giustificandomi, piangendo disperatamente perchè non avrei mai visto il suo faccino, non l'avrei mai allattato, non mi sarei mai alzata la notte per controllare il suo respiro..
Poi è arrivato il giorno.. Mi sentivo come in trance.. il personale medico è stato fantastico, mi hanno coccolato molto anche perchè erano a conoscenza della mia situazione.. E' durato un quarto d'ora circa, in anestesia totale. Sono stata molto male dopo, le contrazioni uterine sono state molto forti e dolorose. Mi hanno spiegato che solo poche donne avvertono dolore e solitamente solo chi non ha mai avuto un parto precedentemente.
Sono passati dieci giorni ormai, ma non c'è istante in cui non pensi al mio bambino, o alla mia bambina visto che desideravo tanto una femminuccia. Gli ho scritto una lettera per fargli sapere che non lo dimenticherò mai e che continuerò ad aspettarlo.
Per la medicina, per il mio compagno, per la mia famiglia è stata la scelta più giusta.. per me è stata la scelta più dolorosa di tutta la mia vita. Un caro abbraccio a tutte le donne che per qualunque motivo hanno scelto di interrompere la loro gravidanza.. Ho incontrato sei ragazze che per ragioni differenti hanno abortito come me quel mercoledì, nessuna ha fatto questa scelta a cuor leggero. Vi stringo forte. Vedrete che il tempo guarisce ogni ferita, anche quelle più profonde.


Carla, 30 anni
Sono rimasta incinta il 3 maggio 2006, dopo vari tentativi che facevo da sola (ingannando il mio amatissimo compagno sulle date delle mestruazioni!): volevo un figlio a tutti costi, soprattutto da quest'uomo di cui ero – e sono – innamoratissima. Lui ha 52 anni, ci siamo incontrati 2 anni fa; a quell'epoca la sua compagna era incinta di 7 mesi… cominciammo la nostra relazione e fu impossibile rinunciare l'uno all'altro, così dopo poco io lasciai il mio compagno e lui la mamma della sua bambina. Lei da quel giorno gli rende la vita impossibile e (quasi) gli impedisce di vedere la piccola… no comment. Io volevo un bambino per me, per noi, per questo grande amore, per la vita, perché è bello, e pensavo che lui avrebbe accettato, che gli avrebbe addirittura fatto bene, pensavo che avremmo potuto diventare tutti una grande famiglia… ovviamente mi sbagliavo di grosso. Oppure alla peggio – pensavo – desideravo tanto questo bambino che ce l'avrei fatta anche da sola, contro di lui, contro il mondo, soli io e il mio bambino.
Naturalmente non era vero niente di tutto ciò: io gli ho sempre detto che avrei abortito pur avendo deciso dall'inizio di tenere il bambino, ho cercato l'appoggio dei miei genitori, dei miei amici, ho cercato di organizzarmi col lavoro (sono musicista), e ho annunciato al mio compagno soltanto alla 9 settimana di gravidanza che intendevo portarla avanti.
Lui è sparito completamente, ha cambiato la serratura della porta di casa nostra e mi ha detto che ero pazza, che facevo un errore grandissimo.
Ho retto 10 giorni; in realtà i miei dubbi erano già enormi e sono crollata: sono sprofondata in una depressione nera, non vedevo sbocchi, mi vedevo sola, mi faceva schifo la mia vita, mi vedevo senza lavoro, con la responsabilità enorme di dare alla luce un figlio senza padre… vomitavo, dimagrivo… fino a quando non ho resistito e ho telefonato al mio compagno il quale piangendo mi ha supplicato di abortire, mi ha pregato di farlo per lui, che non avrebbe retto la situazione, lo stress, non ce l'avrebbe fatta…
e io mi sono trovata a pensare per la prima volta all'aborto, all'11 settimana!! All'improvviso mi è parsa la soluzione giusta per me, il modo di uscire da quel vicolo cieco, la mia salvezza.
Ero in Francia, lui è venuto da me, ho organizzato tutto e in una settimana ero di nuovo libera! Il personale è stato magnifico, tutto è stato facile e indolore, sono stati tutti estremamente disponibili.
Ora a volte sono triste e piango quando penso all'opportunità forse unica che ho lasciato andare, ma quando ripenso a quei giorni mi ricordo anche della terribile angoscia e della mia impossibilità a farcela. Ho abortito alla fine della 12 settimana, ma sono contenta di aver aspettato tanto, almeno so che ci ho provato in tutti i modi, e ho riflettuto fino all'ultimo! E' stata indubbiamente una scelta dolorosissima, ma al tempo stesso arricchente; non so spiegarlo, ma almeno sono stata incinta una volta per tre mesi! Almeno so che non sono sterile, sono entrata, anche se per poco, nel vero mondo delle donne…


Siria
Ho 21 anni. Sono Svizzera e vivo in Messico, in Baja California, studio oceanografia. Ieri ho avuto un aborto. Credo che è stata la peggior esperienza della mia vita. Tutto è iniziato tre settimane fa con una visita al ginecologo che solo ha confermato i miei sospetti. Credo che non ho mai pianto tanto nella mia vita come quel giorno, e credo che piangerò ancora tanto. Il mio ragazzo ha subito detto che lui ci teneva al bambino. Ha 27 anni, una carriera universitaria terminata e molto probabilmente altri sogni. Io ho sentito una grande confusione, è difficile spiegare tutto quello che è passato per la mia testa, però un bambino io adesso non lo avrei mai potuto avere, no sono pronta, non è il mio momento…
Ho sempre sognato di avere figli, piangere per essere rimasta incinta mi ha fatto solo capire che adesso non era il momento, sono nel pieno dei miei studi, parto per la Australia in meno di un anno per concluderli, tutto sarebbe cambiato, tutti i miei piani, sogni…
Mi sono sentita totalmente sola nel mondo, non sono riuscita a parlare con nessuno, neanche chiamare a casa per parlare con i miei…
In due settimane ho perso 5 kg, sono diventata un cadavere, non riuscivo a uscire dal letto al mattino, non smettevo di piangere. Tre giorni fa ho preso la decisione. Il mio ragazzo l'ha preso male, ha detto che tutto fra noi sarebbe finito, eravamo insieme da due anni…
Sono ancora sotto shock, ho dovuto andare a San Diego (in Messico no è legale da tutte le parti), ho pianto tutta la strada, ho pianto in clinica e dopo. Lui è stato con me per l'ultima volta nella sua vita e ne lo ringrazio tanto…
Oggi non sto bene, questa mattina mi sono alzata da sola per la prima volta da tanto tempo, ho ancora il riflesso di passare adagio una mano per la pancia e parlare alla piccola stellina che è tornata in cielo.
So che per un uomo può non essere giusto che la decisione alla fine la prendiamo noi, però credo che qualsiasi sia la scelta nessuno si merita di rimanere da solo, non in un momento come questo.
Ringrazio tanto essere nata in un paese come la Svizzera, sono tanti anni che non torno a casa, la mentalità qua è molto differente. Questo sito mi ha fatto capire che nel fondo non ero poi tanto da sola, è stato grazie a quello che ho letto qui che ho avuto la forza di chiamare a casa, senza i miei non ce l'avrei mai fatta.
So che questo bambino tornerà a me un giorno, quando sarà il momento, quando potrò dargli tutto il mio amore!!!
Guardo il cielo e so che c´è una stellina in più…
Mi è dispiaciuto tanto non averlo, spero di aver fatto la scelta giusta, interrompere la gravidanza è stato difficile, è solo che non mi vedevo ancora con un bambino, ho avuto paura di perdere parte della mia vita, di iniziare a smettere di essere io…. So che suona egoista… Non so se mi spiego, però è stato così.. So che per il mio ragazzo è stato difficile, lui aveva altri piani, spero che il tempo curi le ferite, a tutt´e due.


Ely, a Nuoro, Sardegna
Non sono mai stata contraria all’aborto perché ho sempre pensato che fosse una scelta comunque dolorosa e che nessuno possa giudicarla … solo che non avrei mai creduto di trovarmi ad interrompere una gravidanza. Ho una storia da quasi 10 anni e ora che sono incinta, nonostante l'abbia sempre desiderato, mi rendo conto che non mi sento di avere questo bambino… Pensavo che se fossi rimasta incinta avrei preso la notizia con gioia, del resto adoro i bambini e ho sempre pensato che sarei stata una brava mamma … ed è proprio per questo che ho deciso di non portare a termine la mia gravidanza … ma non voglio scrivere le mie motivazioni, voglio scrivere dell’esperienza, di ciò che ho passato, delle persone che ho trovato perché voglio aiutare … perché so quanto è difficile … 
Il 14 agosto, facendo un test di quelli comprati in farmacia, ho scoperto di essere incinta … nei giorni seguenti ne avrò fatti almeno altri 7 perché continuavo a sperare in un errore, ma quelle linee c’erano sempre … mi sono disperata, non sapevo cosa fare, con chi parlare, dove andare a sbattere la testa … ho cominciato a non dormire più e non riuscivo mangiare (in 2 settimane ho perso 4 kg), finché non ho deciso di muovermi e ho chiamato il consultorio di Nuoro.
Al telefono ero tremendamente in ansia, avevo paura di essere accusata o giudicata, invece la donna con cui ho parlato (credo fosse l’assistente sociale) è stata molto gentile ed è riuscita a tranquillizzarmi un poco. Purtroppo la ginecologa era in ferie ma la signora con cui ho parlato mi ha fissato un appuntamento per il 27 agosto, il giorno stesso in cui la dottoressa rientrava .
Arriva il giorno della visita … mi presento al consultorio spaventata e in ansia invece sono state davvero cortesi. La ginecologa mi ha fatto la visita, dopo aver parlato un po’ con me, e poi mi ha subito prenotata per le analisi all’ospedale San Francesco e per l’intervento il giorno dopo i 7 previsti dalla legge.
Mi sono presentata all’ospedale per l’ecografia e lì ho conosciuto il medico che si occuperà dell’IVG e già è stato tranquillizzante vedere il suo atteggiamento professionale e non aggressivo … anche l’infermiera (che pure sembrava più “austera”) è stata gentilissima e ha fatto di tutto per farmi fare tutte le analisi lo stesso giorno, anche se erano carichi di lavoro.
Ora sono un po’ più calma anche se ho ancora paura, anche perché sono arrivata a 28 anni completamente digiuna di ospedali e interventi … L’IVG è domani mattina e sono spaventata all’idea dei rischi e delle complicazioni che potrebbero sorgere (anche se so che sono percentuali veramente bassissime)… l’unico pensiero che mi sostiene è che domani a quest’ora sarà tutto finito …. è un dolore, ma è anche un sollievo … ora non posso avere figli …
Per ora so solo che l’intervento si fa in Day hospital e in anestesia generale … dovrò essere lì alle 7 di mattino, digiuna (ma anche senza aver bevuto nemmeno un sorso d’acqua o masticato una gomma) e con il necessario per passare la giornata (e forse la notte, ma spero proprio di no) ricoverata.

L’intervento
Alle 7, puntuale come un orologio svizzero, mi trovo all’ospedale, dove mi viene subito assegnato il letto … alle 7:45 inizia la preparazione (45 minuti sdraiata)… alle 9:15 mi portano giù per l’intervento (qui ho perso il conto del tempo perché non avevo orologio e, non avendo le lenti a contatto, non riuscivo a vedere l’orologio nella sala operatoria) … comunque il personale sanitario è stato straordinario … professionalissimo e di una dolcezza incredibile … venivano continuamente a chiedermi come mi sentivo e a cercare di tranquillizzarmi, visto che ho passato quasi tutto il tempo piangendo (la paura era davvero tanta!!!).
Alle 11 ero di nuovo in camera (2 ore sdraiata senza cuscino e senza potermi spostare)… i dolori si sono quasi completamente esauriti nelle 2 ore che ero a letto (tant’è che non ho avuto nemmeno bisogno dell’antidolorifico) e se mi avessero avvisata che non dovevo aspettare la visita ma che me ne potevo andare prima, se me la sentivo, sarei uscita dall’ospedale alle 13:30 invece che alle 17.
Ora sono le 21:40 e mi sento abbastanza bene, le perdite sono leggere, non ho dolori fisici e sono molto più calma perché so di avere fatto la scelta giusta … avrò figli, più avanti, e andrà bene … ora sarebbe stato un disastro …
Un ringraziamento enorme andrebbe fatto, oltre che allo straordinario personale dell’ospedale San Francesco (nonostante il caos per un lutto subito dal personale medico – era morto uno dei ginecologi, un medico davvero in gamba) a mia sorella e al mio ragazzo, che mi son stati vicini, che mi hanno appoggiato e che mi avrebbero sostenuto e aiutato in ogni caso … so che è così che dovrebbe andare normalmente, ma so anche che spesso non succede …
Mi prende una rabbia verso tutti quei uomini che hanno praticamente costretto le loro compagne ad abortire… forse dovrebbero provare quello che noi donne sentiamo… non è la loro vita a cambiare radicalmente, non sono loro che vanno incontro a rischi e dolori, prima e dopo il parto… ma come si permettono di dare ultimatum o a fare pressioni psicologiche? Il mio ragazzo mi è vicino in tutto e per tutto, approva ogni mia scelta (su questo argomento)… Ragazze, se un uomo vi mette un ultimatum, mandatelo dove dovrebbe stare, perché non merita altro: la vita è la nostra, è la nostra vita che cambia e siamo noi, non loro, a fare le rinunce e a crescere i figli… se trovate un uomo che vi lascia dopo aver saputo che siete incinte cercate di andare avanti… un uomo così non vale a molto… e MEGLIO SOLE CHE MALE ACCOMPAGNATE! La scelta (per quanto sofferta, e noi lo sappiamo benissimo) sta a noi…
Mi fa stare male pensare alle bugie che ho raccontato per nascondere questo intervento … io, che sono una di quelle persone sincere fino all’estremo … ma avrei dato un dolore enorme a mia madre … (e dire che lei è una di quelle donne che è scesa in piazza a manifestare a favore dell’aborto, ma non per sua figlia …) e non me la sono sentita … e, alla fine, non sono nemmeno bugie, ma piccoli stravolgimenti per difendere la mia privacy e per cercare di avere un ambiente più o meno sereno in casa …
Spero che questa mia testimonianza possa essere utile … so che non è facile, ma sono cose che si superano … forza e coraggio, la vita va avanti!


Silvana
Una settimana fa mi sono sottoposta all’intervento di interruzione volontaria di gravidanza. Ero incinta da almeno nove settimane e credo di non aver mai vissuto un giorno così orrendo fin’ora. Ho vent’anni, nemmeno una minima idea di ciò che voglio diventare e di cosa vorrei fare da più grande, non ho un ragazzo e nemmeno dei soldi miei. Non ho avuto nemmeno il coraggio di salvare mio figlio. Piangendo mi sono addormentata durante l’anestesia sapendo che erano gli ultimi attimi che lo avevo con me e poco dopo mi sono risvegliata rendendomi conto che lui c’era e per una mia scelta non c’è e non ci sarà più. Il senso di vuoto e di solitudine mi costringe in questa sofferenza che piano piano mi toglierò di dosso … in qualche modo, non so quale ma in qualche maledetto modo dovrò farlo per continuare a vivere e a credere in qualcosa. E non posso fuggire. Ho avuto paura e tutt’ora sono spaventata da ciò che provo. Mi manca il mio bambino e l’amore che immaginavo di dargli. Ho voglia di spaccare tutto e di far capire al mondo intero cosa significa tutto questo. Un giorno forse me ne perdonerò. Un giorno forse avrò il diritto d’amare e di dare a mio figlio tutto ciò che merita compreso una madre responsabile e pronta. E magari, perché no, anche un padre.


Elena, ho 33 anni 
e sono mamma di due bimbe di 7 e 4 anni. Durante l'allattamento della mia seconda bambina sono rimasta incinta del terzo figlio. Un giorno al supermercato ho provato una forte nausea e ho preso lì un test di gravidanza. Essendo robusta non mi ero assolutamente accorta di essermi ingrossata. Il test era positivo. Ho chiamato la mia ginecologa e mi sono informata per l'ivg, era troppo presto per avere un altro figlio, il mio fisico non ce l'avrebbe fatta.
Durante la visita la ginecologa mi fa l'ecografia, dove, sbirciando sullo schermo vedo un bel bimbo grande grande e sicuramente non ero incinta di un paio di settimane ma di un bel paio di mesi. La ginecologa si accorge subito che c'è qualcosa che non va, e senza dirmi nulla mi invia all'ospedale con la richiesta di un'ecografia più dettagliata con il codice rosso. Per fortuna incontro la mia amica che fa l'ecografista e con una delicatezza e un'umanità che non scorderò mai, mi ha comunicato che sono incinta di 20 settimane, che purtroppo il feto è affetto da una gravissima malformazione e che non c'è attività cardiaca. Il mondo mi è crollato addosso. Hanno dovuto portarmi subito in sala operatoria perché la morte del feto risaliva ad una settimana prima, e quindi c'era rischio di setticemia. Il giorno dell'intervento ero da sola, è durato tutto 15 minuti, non di più. Mio marito è rimasto con le bambine. Avrei voluto che ci fosse qualcuno con me. Per assorbire il colpo ci ho messo quasi un anno, e ne sono uscita con la forza dell'amore delle mie figlie. Ora a distanza di quasi tre anni, ho fissato una nuova ivg. Durante un rapporto con mio marito si è rotto il preservativo, e sono rimasta incinta di nuovo. Un terzo figlio mi sarebbe piaciuto, ma non sono nelle condizioni fisiche per poter portare a termine un'altra gravidanza. Sembra che anche stavolta ci sia qualche problema con il feto, e l'intervento è fissato per la prossima settimana. Non mi spaventa il lato clinico della cosa, ma quello psicologico. Ce la farò a imparare a convivere con queste due piaghe sul cuore?


Gaia
E' passato un anno e 5 mesi da quel terribile 14 aprile… era il 2006. E io avevo 17 anni. Frequentavo il quarto anno di liceo classico, e da un anno stavo con un ragazzo fantastico… finalmente, dopo un periodo pieno di dolore, sembrava che la mia vita si stesse illuminando di nuovo. Era l'inizio di marzo quando, preoccupata per un ritardo, feci il test di gravidanza… Positivo. Non potevo crederci. Lo feci di nuovo; in preda al panico telefonai ad una mia amica, che mi spiegò come trovare un consultorio: io abito a Milano, in una zona centrale, e non ho avuto problemi a trovarlo. Pensavo soltanto: non può essere vero. – Ho sempre lottato fino all'ultimo contro l'evidenza delle cose che non posso accettare… Anche quando, due anni prima, poco prima del mio quindicesimo compleanno, per telefono era arrivata la notizia che il mio papà era morto, mi ero messa a gridare che non era vero.
Chiamai il consultorio. Quando mi dissero che i due test erano affidabili mi misi a piangere, priva di ogni controllo, chiesi che cosa potevo fare, "io non posso avere un bambino, non posso", continuavo a ripetere. Furono molto gentili, mi calmarono, mi dissero di andare da loro per una visita. Ricordo quel periodo come una lunga trance, come se l'avessi vissuto fuori da me… Ne parlai con il mio ragazzo, eravamo sconvolti, terrorizzati, non ci rendevamo conto di come potesse essere accaduto: avevamo sempre usato il preservativo! Sapevamo tutti e due che la nostra non era la condizione adatta per un figlio… Due liceali, senza grandissime risorse economiche, con due famiglie piene d'amore per loro ma fragili, fatte di persone che hanno sofferto molto. Siamo entrambi senza papà, e io ho una mamma e una nonna diversissime, che mi amano in modi diversissimi, ma che sono accomunate dal fatto di essere due persone complesse, difficili da gestire, piene di ansie per me… Le ho sempre percepite, più che come sostegni, come persone da sostenere, senza nulla togliere a tutto ciò che  fanno per me.
Da subito, capii che avrei dovuto abortire. Sono sempre stata a favore della maternità consapevole, e quindi dell'ivg, ma mi dicevo sempre che forse io, trovandomi nella situazione, non sarei riuscita ad interrompere la gravidanza… 
continua la storia di Gaia…


Manuela
ho 26 anni, torno a casa oggi dal ricovero day hospital in svizzera, un intervento farmacologico.
Mi sento a pezzi, mi sento vuota.
Frequento il mio ragazzo da pochi mesi e quest'anno ho reiniziato l'università, lavoro nel weekend, vivo da sola e ho un cane. Forse sono solo alibi, forse continuerò a fare la cameriera comunque, ma non me la sono sentita di cambiare ancora le mie decisioni, di buttare all'aria ancora la mia vita.
È il mio secondo intervento… e prendevo la pillola…
Mi sento crudele. Ma sono davvero così condannabile se il destino bussa alla mia porta sempre nel momento sbagliato? La prima gravidanza era di un compagno inaffidabile che è sparito e si è sposato con un'altra…
Non potevo rimettere in discussione ancora le scelte appena prese. È già molto difficile per me riuscire a trovare il tempo per tutto, a far quadrare i conti, e poi non so se l'uomo che frequento sia quello per la vita.
Al mio fianco c'era mia sorella maggiore. Non ho voluto che venisse lui.
Ora sono in casa, da sola, in cerca di conforto nelle esperienze delle altre donne.
Non lo auguro a nessuno. Mi sento orribile.


Dany
Nel 2006 ho dovuto abortire. Ero alla sesta settimana e desideravo un aborto farmacologico. A Milano questo tipo di intervento non era disponibile. Ho ricevuto l'indirizzo di un medico in Svizzera, però aveva l'agenda già piena in quei giorni. Mi diede quindi il nome di un medico dell'ospedale e feci tutto li.
All'ospedale sono stati molto gentili, un'equipe medica qualificata. Sono stata 2 volte (per la Mifegyne e due giorni dopo per la prostaglandina). La seconda volta sono stata molto male, ho avuto perdite di sangue per 4-5 giorni ed è stato doloroso, ma meno doloroso rispetto al raschiamento, per lo meno non era invasivo.
Psicologicamente era l'esperienza forse più brutta della mia vita che ha segnato dei grossi cambiamenti radicali nella mia esistenza: perdita di punti di riferimento, di persone care che non capiscono o approvano la tua scelta, perdita della persona che si ama che crede che quello che stai passando è solo un tuo problema.
In Italia non esistono neanche strutture che assistono la donna prima di decidere se abortire o continuare la gravidanza. – Si, ci sono i consultori, ma le persone con cui avevo parlato erano state molto fredde e sgarbate e l'unica soluzione che mi avevano presentato era quella del raschiamento. Ovviamente parlo della mia situazione e di Milano, forse in altre città la situazione è diversa.


Diletta 
L'ivg l'ho fatta il 7/10/2004 [in Italia]. Avevo 24 anni, è stata un esperienza che non scorderò.
Tutto ebbe inizio in estate 2004. Lui fa il carabiniere nella base americana, è separato con figli, fra me e lui nasce una relazione, da questa relazione rimango incinta, quando feci il test ero agitata, ma poi ero felice di avere un figlio. Quando lo dissi a lui, al cell aveva una voce strana. Mi disse che non lo voleva, non mi ha nemmeno accompagnata all'ospedale per fare l'ecografia. È stata una mia amica. Appena lo vidi sul monitor credevo che era un sogno, se era femmina l'avrei chiamata Aurora.
Lui cominciò a sparire, io mi trovavo da sola a prendere una decisione, ai miei non ho detto niente. Prima di dormire gli davo la buonanotte, lui si fece vivo e mi disse che dovevo abortire.
Ero entrata al terzo mese di gravidanza. Il 7/10/04 mi recai con lui all'ospedale. Per me era una giornata tremenda, mi addormentarono, al mio risveglio dentro di me non c'era più mio figlio. Ho cominciato a piangere. Poi lui sparì. Sono stati gentili con me quelli dell'ospedale.
Sono passati quattr'anni. Io mi sono rifatta un'altra vita, io e il mio nuovo compagno abbiamo deciso fra due anni di avere un figlio.


Maria
Ho 38 anni e tre giorni fa ho avuto un aborto volontario. Ho due bimbe di 10 e 3 anni e una buona condizione socio-economica. Quando ho scoperto di essere incinta mi è crollato il mondo addosso e ho subito deciso di non tenere il bambino.
Mi sono arrabbiata tantissimo con mio marito per essere stato molto superficiale, perché lui diagnosticato sterile pensava di non poter fare altri figli, io gli ripetevo sempre che come avevamo avuto le altre due poteva capitare ancora, ma lui ha continuato a non usare quasi mai il preservativo. Mio marito mi ama ma è molto freddo con me e poco paziente con le sue bimbe anche se le adora.
Io sono un insegnante precaria che spera di realizzarsi un giorno anche se con molti sacrifici. Le mie bimbe le ho cresciute praticamente da sola perché mio marito per il suo lavoro è assente tutto il giorno. Quando ho saputo di essere incinta non me la sono sentita di fare ancora sacrifici e di non sacrificare anche le mie due bimbe. Mi sono sentita uno schifo perché un bambino prima l'avevo tanto desiderato e non arrivava per via dei suoi problemi e adesso lo buttavo via per il mio egoismo. Oggi piango tanto, sono sola, mio marito dal primo giorno non mi ha mai detto una parola, anche dopo l'intervento ha fatto finta che nulla fosse accaduto. L'intervento è andato bene e in ospedale sono stati tutti molto cordiali. Il giorno dopo ho sentito un grande vuoto, mi manca e mi odio per il mio egoismo e per non aver avuto un marito capace di ascoltarmi e di prendere con me la decisione più giusta. Spero un giorno di pensare a tutto questo con meno dolore.


Mona
Ho scoperto di essere incinta facendo un test di gravidanza da sola nella mia casa, e il risultato positivo ha subito scatenato in me pianto, paura, anzi terrore. Ho avuto palpitazioni e diarrea per tre giorni, fino a quando ho avuto la conferma dal test del sangue.
Ho sempre desiderato avere un figlio, ma non con il mio attuale compagno: un uomo sposato con figli piccoli, di cui ero però molto innamorata e che mi ha sempre giurato il suo immenso amore.
Ma appena messo al corrente della mia gravidanza, la sua decisione sul mio futuro era già presa: dovevo assolutamente abortire, perché il figlio era non progettato e perché non avrei potuto allevare un bimbo da sola (quindi non mi sarebbe stato vicino) e perché lui non avrebbe più potuto guardare i suoi figli negli occhi. Mi è crollato il mondo addosso, mi sono sentita sola e disperata, ma ho inizialmente deciso di portare avanti la gravidanza. Ho passato due settimane a sognare questo bimbo, la mia vita con lui e completamente dedicata a lui… Finché il terrore ha nuovamente preso il sopravvento: ho visto attorno a me tanta solitudine, un bimbo più solo di me sbattuto tra asili nido e baby sitter… Non ce l'ho fatta e alla fine ho abortito. E' stata la fine di un incubo.
Ora però mi sento vuota e inutile, e non faccio che sognare un uomo che mi voglia per quello che sono e che mi dia l'opportunità di avere una famiglia vera. E così ho paura che passerò i prossimi anni a lottare per avere disperatamente quello che mi era stato regalato e che ho rifiutato solo per paura…
Il dilemma che mi porterò dietro è: si deve lottare per avere esattamente quello che si vuole o si deve accettare con gioia ciò che la vita ci offre, anche se inaspettato? Avrò la soluzione solo tra alcuni anni, ma nel frattempo questo dubbio spero mi dia la forza per non arrendermi, e per fare in modo che questa scelta dolorosa abbia avuto un senso.


Gaia
Ho 27 anni. Essendo molto regolare dopo 1 giorno di ritardo del ciclo ho fatto un duplice test acquistato in farmacia che è risultato positivo. Dopo un allarmismo generale durato 1 notte ho avvertito subito la mia migliore amica che è l'unica a sapere del fatto poiché il mio ragazzo – come io d'altronde – ha un lavoro precario e altre questioni da risolvere. La mattina seguente ho contattato i vari consultori della provincia di Pd la maggior parte dei quali mi dava minimo 15 gg d'attesa. Il personale che mi ha risposto poi… degli autentici incompetenti. Il mio carattere forte e deciso mi ha spinto a continuare con le telefonate fino al consultorio di Badia Polesine (RO). Risultato ho già parlato telefonicamente con l'assistente sociale che mi ha descritto la prassi, tra 6 giorni ho la visita ginecologica durante la quale già fornirò pap test analisi del sangue ed urine effettuati per mio conto nei giorni d'attesa, per velocizzare il tutto.  Durante la stessa mattinata della visita ginecologica ci sarà il colloquio con l'assistente sociale e poi nuovamente l'incontro dalla ginecologa. Entro i 7gg successivi alla visita, mi verranno praticati l'ecografia ed IVG. Ora sono più tranquilla… ringrazio queste strutture….


Anna
vi scrivo dall'Emilia-Romagna, ho 44 anni, due figli, una ragazza di 22 e un ragazzo di 15 anni. Da una settimana ho saputo di essere incinta. Quella mattina faccio il test… da esito positivo. Non sono felice per tanti motivi. Mi dico che sono troppo avanti con gli anni per avere di nuovo un figlio, non me la sento di ricominciare sia fisicamente (dato che in passato ho avuto problemi seri di salute). Parlo con mio marito dell'evento e lo informo che non intendo portare a termine la gravidanza. Sapendo come lui la pensa in proposito, non trovo difficoltà. Lui è d'accordo con me e ci prepariamo sul da farsi. Prendiamo appuntamento con il mio ginecologo, gli comunichiamo le nostre intenzioni, e lui capisce la mia scelta, anzi mi mette al corrente dei rischi che corro per me e per il bambino. Felici di trovarlo dalla nostra parte, ma purtroppo lui è obiettore e nel suo ospedale non praticano l'ivg. Ci informa che l'unico posto dove possiamo rivolgerci nella nostra zona, è l'ospedale civile. La stessa mattina saliamo al civile. Chiedo di parlare con un ginecologo per sapere la prassi da fare. Ci si presenta davanti una ginecologa di circa 35 anni. Gli spiego il motivo del perché sono lì e subito mi sento aggedire sull'argomento. Escono fiumi di domande… mi dice che è una nuova vita, che ci sono donne che lo cercano per la prima volta a quest'età, che una volta abortito il trauma resta. Allora io a quel punto comincio ad agitarmi e controbatterla su suoi discorsi perché capisco che sta facendo di tutto per farmi sentire in colpa e immorale. Gli ribadisco il fatto che ho avuto problemi seri e che insomma non me la sento. Allora prende un foglietto e mi scrive dove devo rivolgermi per la prassi, ma all'improvviso arriva come un vento gelido un'orribile proposta… MENTRE STA SCRIVENDO, MI DICE TESTUALI PAROLE: "LEI COMUNQUE, PUÒ PORTARE A TERMINE LA GRAVIDANZA E POI DARE IN AFFIDO SUO FIGLIO!" non ci posso credere a quello che ho appena sentito… mi alzo di scatto dalla sedia e chiedo se sta scherzando! non ci ho più visto! e gli rispondo: ma lei ha ascoltato quello che gli ho detto? se avessi scelto di tenermi il bambino non sarei certo qui, a sentire queste obrobrietà e non si deve permettere di trattarmi così, di dire certe cose e solo perché lei ha un camice… mi ritengo responsabile delle mie decisioni e non sono certo una bimba, perciò non mi faccia passare da stupida. Me ne sono andata sbattendo la porta e dicendogli che era una bestia! altro che etica morale!
Ora sto ancora svolgendo le pratiche in un consultorio familiare. Appena avrò il certificato, salirò nella mia provincia (io sono lombarda) dove ho trovato cordialità e nessuno che mi faccia sentire una "fattrice" o altro… ho pianto tanto…. e sono arrabbiata per l'inumanità che ho trovato da parte di quella "donna" (se così la posso chiamare). Ho pensato a quelle povere ragazze che giovani, magari con alle spalle esperienze disastrose, violente, ecc.. che non vogliono portare avanti una gravidanza, a quanta pressione gli viene fatta per convincerle del contrario, e che già fragili psicologicamente, gli viene fatto ancor più del male facendole sentire sbagliate… e convincendole del contrario, non abortiscono più e poi si trovano a rifiutare il bambino… magari in affidamento vero? o peggio ancora nel cassonetto… QUESTA SECONDO ME È VIOLENZA! e dispiace dirlo ma sono proprio persone come quella che io ho incontrato a creare queste condizioni per alcune donne… dovrebbero solo vergognarsi e farsi loro un esame di coscienza… questo è quello che sin d'ora ho vissuto io… a breve abortirò… e ringrazio di avere al mio fianco un uomo veramente meraviglioso che mi da tantissimo amore… mia figlia che mi da appoggio in tutto questo… ecco questo per ora è quello che avevo da esternare….


Michela
E' iniziato tutto a fine settembre 2006..il ritardo, il test a casa di un'amica, la visita dalla mia ginecologa.."Si, sei incinta". Ricordo che subito ho provato una forte emozione ed ho sorriso. Da sempre dicevo che avrei voluto avere il primo figlio a 25 anni e la cosa incredibilmente si stava avverando. In quell'istante si è acceso dentro di me un turbinio di emozioni e una forza, un istinto di protezione che non avevo mai provato.
Poi mi sono scontrata con la dura realtà..non c'era momento più sbagliato..ero in procinto di iniziare un nuovo lavoro, l'azienda per la quale il mio ragazzo lavorava stava purtroppo chiudendo. Non c'era nessun tipo di sicurezza per la nostra vita, figuriamoci per quella di un figlio..cosi nel giro di una settimana ho fatto tutto quanto..mi sono rivolta a una clinica privata dove ho trovato del personale freddo e distaccato.
Dopo quel 6 ottobre ho cercato di rimuovere tutto facendo il grave errore però di cacciare tutto dentro senza esternare quello che stavo provando convincendomi che andava tutto bene. A distanza di mesi tutto è riaffiorato inesorabilmente..è come un male che si sta impossessando di me. Non riesco a darmi pace per quello che ho fatto. Non riesco più a guardare un bambino senza pensare a quello che avrei potuto avere… Adesso penso che sono stata pienamente un'egoista. Non avevo cercato e probabilmente non ero pronta per un figlio, ma comunque era una vita…
Non giudico i pensieri delle altre ragazze, credo che ogni persona debba decidere per la propria vita e possa pensare come vuole. E se devo essere sincera invidio chi scrive che adesso sta meglio perché ha fatto la scelta giusta. In cuor mio invece so che non mi perdonerò mai. 
Adesso vivo con il mio compagno che mi ha aiutato e mi sta ancora aiutando, ma sono convinta che questa cosa è più "mia". Desidero avere una famiglia con lui, ma spesso mi chiedo se riuscirò mai a guardare i nostri figli senza provare il rimpianto di non avere con me anche quello che ho lasciato andare via..


Charlotte
Ho abortito il 25 maggio 2006, ero alla nona settimana di gravidanza.
Inutile dire che le settimane che hanno preceduto l'intervento sono state cariche di ansia e stress, ma non tanto per l'interruzione in sé, quanto per l'andirivieni continuo da ospedali e laboratori per analisi e visite……
Ho 29 anni e il mio ex compagno 40, non avevamo mai usato metodi contraccettivi a parte il preservativo usato solo alla fine dei rapporti (errore gravissimo! Il preservativo si usa DALL'INIZIO ALLA FINE)
Quando mi sono scoperta incinta non ho avuto remore né ripensamenti. Ho sempre saputo che volevo abortire, non me la sono sentita di portare avanti una gravidanza non voluta, anche perché non ho mai amato i bambini e non ho un grande istinto materno, o forse non amavo abbastanza il mio ex per farci un figlio……..chissà.
Oggi a distanza di quasi 9 mesi penso a questa esperienza con molto distacco. Posso solo dire che la contraccezione è importantissima, quindi se volete evitare gravidanze e aborti, preservativo e pillola, sempre!


Barbara 
Il 15/01/07 ho scoperto di essere incinta… Io ho 24 anni e il mio ragazzo anche, e sta terminando l'università come ingegnere edile… gli mancano 6 esami alla laurea…
Quel lunedì 15 lo abbiamo scoperto..
Abbiamo fatto il test per scrupolo perché noi usiamo sempre precauzioni, che a quanto pare non funzionano sempre (preservativo). Io una settimana prima mi ero passata l'influenza, quindi avevo assunto farmaci, e fatto anche punture, quindi dato che avrei dovuto modificare completamente la mia vita, ma avendo anche la paura che il bimbo fosse malato, ho preferito interrompere la gravidanza.
Il mio fidanzato inizialmente non era d'accordo ed era pronto a lasciare l'università. Ma anche in seguito al colloquio con la ginecologa di mia madre abbiamo capito che era una gravidanza troppo rischiosa… e quindi tutti e due abbiamo deciso di interromperla.
Poi l'embrione in seguito ad una ecografia risultava anche più piccolo di quello che doveva essere, sintomo di una sofferenza dovuta ai farmaci da me assunti per l'influenza.
Quindi sono andata dal consultorio, dove anche in seguito alle avvertenze dalla mia ginecologa, ero andata un po' prevenuta e preoccupata, per le ramanzine che avrei ricevuto, mentre non mi hanno assolutamente detto nulla… anzi mi hanno dato priorità in merito agli altri casi e mi avevano fissato l'intervento per il 03/02/07…
L'intervento è andato benissimo e ho trovato gente davvero strepitosa… ora non so se le condizioni erano un po critiche o quelle del feto… ma non ho ricevuto trattamenti ostili da nessuno… e di questo ne sono molto felice, perché già noi non eravamo contenti di quello che era successo, poi ricevere anche paternali, proprio non c'e l'avremmo fatta…
Io non sono a favore dell'aborto… ma un figlio deve SOLO essere una cosa bella e mai un peso… e per me ora sarebbe stata una costrizione… e non è giusto dare la colpa della mia infelicità ad un esserino che non ha chiesto lui di esserci…


ritornare a testimonianze-opinioni
testimonianze
testimonianze archivio 1
testimonianze archivio 2

nach oben

Benvenuti