Livia
Avevo 21 anni e mai avrei pensato che una cosa del genere potesse
accadere proprio a me. Dopo un’adolescenza un po’ turbolenta stavo
finalmente facendo le cose per bene.. convivevo col mio attuale ragazzo
da quasi 4 anni e frequentavo con ottimi voti la facoltà di
infermietistica. Avevo anche recentemente adottato un cane!
Dopo 4 scrupolosi anni di pillola anticoncezionale ho dovuto
interromperla poiché mi aveva causato un aumento del colesterolo x non
parlare di tutti gli altri effetti collaterali che mi stava provocando.
Io e il mio ragazzo decidemmo di usare il preservativo e fin lì tutto
bene.. finché non si è rotto!! Essendo in amenorrea da 7 mesi credevo di
non essere fertile e mi riusciva difficile accettare l’idea di rischiare
una gravidanza. Abbiamo sottovalutato la cosa finché mi resi conto che
certi segni e sintomi erano inequivocabili. Durante il tirocinio
universitario in ospedale avevo nausee continue e poi il seno mi era
ingrossato e l’addome era teso. Credevo fosse la sindrome premestruale
ma alla fine decisi di fare un test e.. diventò immediatamente
positivo!! Credevo di morire d’infarto, nn poteva essere vero, non a
me!! Non potevo accettare di aver fatto un errore così grande. Volevo
solo cancellare tutto. Se non potevo più rimediare avrei dovuto
rimandare di almeno un anno la mia laurea da 110 e lode, avrei deluso
profondamente la mia famiglia e avrei avuto un figlio per il quale non
eravamo pronti né economicamente né psicologicamente.
Il mio ragazzo preferiva abortire ma mi ha sempre detto che mi avrebbe
sostenuta qualsiasi cosa avessi scelto. Io tanto ero già convintissima e
andammo al consultorio per la visita. Ebbene ero incinta di 6 settimane
e mi consigliarono l’intervento perché l’embrione sembrava crescere
molto rapidamente. Accettai subito e furono tutti molto disponibili cn
noi. Dovevo solo aspettare la data dell’intervento e tenere duro fino a
quel giorno, continuando a studiare, ad andare in tirocinio etc.. senza
far capire a nessuno che ero incinta. Era il nostro segreto..
Il giorno dell’intervento sapevo già cosa aspettarmi (d’altronde
studiavo da infermiera!!) e il mio ragazzo mi è sempre stato accanto. È
andato tutto bene, ho dormito tanto, il dolore era sopportabile, medici
e infermieri tutti gentili e professionali. Il giorno dopo era tutto
come prima.
Mesi dopo mi sono laureata con lode, adesso lavoro e sto ancora col mio
ragazzo. Col tempo ho confessato la cosa a mia sorella e mia mamma ed a
qualche amico e le loro reazioni sono state meno tragiche del previsto.
Tuttavia non sono uscita illesa da questa storia, ogni giorno penso a
ciò che ho passato. Non ho rimpianti per la mia scelta perché sento di
aver preso la decisione giusta ma vorrei dire alle giovani donne come me
di stare sempre attente ad evitare queste cose. Io potevo risparmiarmi
questa traumatica odissea di ansia e delusione (corredata da intervento
chirurgico) se solo avessi preso la pillola del giorno dopo a seguito
della rottura del preservativo. Dobbiamo sempre pensare al nostro bene
anche se a volte è dura affrontare situazioni che ci spaventano. Ogni
ragazza DEVE amare se stessa e tutelarsi sia fisicamente che
emotivamente da problemi del genere che sono evitabilissimi!! Non
perdete mai la razionalità e amate voi stesse, sempre!
Valentina
Mi ricordo tutto di quel ciclo, di quei giorni, delle date…proprio io
che sono una gran smemorata e do così poco peso ai numeri. Era un
mercoledì, e dopo una giornata di lavoro decido di andare a comprare un
test di gravidanza. Avevo un ritardo di un paio di giorni e il dubbio di
essere incinta era sempre più forte. Compro il test, torno a casa..e due
linee positive mi confermano i miei dubbi. So da subito che non posso
tenerlo, ho un contratto lavorativo che scade fra pochi mesi oltretutto
part time, spendo quasi tutto in affitto e il mio ragazzo è un 30 enne
ancora mantenuto dai genitori.
La sera lui torna a casa dopo due settimane che non ci vediamo (era
fuori città per un lavoro saltuario) e gli confesso subito la novità.
Lui ci rimane molto male, si siede e prende la testa tra le mani, sembra
disperato. Gli dico che non voglio tenerlo…per tutta la sera non ne
parliamo piu. Lui il giorno dopo riparte per il lavoro.
Io resto da sola…sono in situazione di vera tristezza, tutto mi fa
venire da piangere. Mi ripeto che è l’unica scelta, che non abbiamo i
soldi, che i miei genitori stanno vivendo un momento economico
difficile. So che è la scelta migliore. Ma da un’altra parte spero che
lui al ritorno dal lavoro mi convinca a tenerlo, a formare una famiglia.
Spero che il destino non sia già segnato.
Quando lui torna, ne riparliamo…ma alla fine la scelta è praticamente
obbligata. Non possiamo avere un figlio.
Faccio tutto l’iter burocratico per l’aborto, prima test delle urine in
farmacia poi visita dal ginecologo per potermi recare all’ospedale a
richiedere l’interruzione. Mi danno l’urgenza perchè voglio praticare il
metodo farmacologico. In una settimana è il momento della prima
assunzione, due giorni dopo torno in ospedale a prendere l’altro farmaco
quello per l’espulsione. Tutto finisce in fretta, e io esco
dall’ospedale bianca come un cencio e con una tristezza infinita
addosso. Piango per giorni, mi sento inconsolabile. Piano piano tutto
torna alla normalità, ma a distanza di mesi mi ritrovo ancora a piangere
in alcune giornate senza alcun motivo apparente. Quello che desidero
adesso è sistemare la mia vita, voglio sposarmi, costruirmi una bella
casa e fare di tutto perchè io possa tornare ad essere incinta ma questa
volta felice. Voglio poterlo dire ai miei amici, a mia madre, alle mie
colleghe senza provare vergogna. Ho tanta paura che questo non accadrà,
il mio ragazzo non lavora e non vuole assolutamente cercarsi un lavoro
normale per poterci sistemare. Continua a voler provare a fare il
regista senza successo alcuno. Io ho un lavoro che mi piace molto, ma
per cui guadagno molto poco… non so come andrà a finire. So che questa
esperienza mi ha reso molto triste.
Alice
Proprio oggi ho abortito…non mi piace questa parola, fino ad
oggi non l’ho mai voluto usare. Ho 26 anni e da sempre so che un giorno
vorrei essere madre. Ma quando, ormai due settimane fa, ho scoperto di
essere incinta, ho saputo sin da subito che questo bambino non l’avrei
mai conosciuto. Il motivo sta tutto nei soldi, nella disponibilità
economica…ho un lavoro precarissimo, con contratto che mi scade a
giugno e il mio ragazzo si fa ancora pagare l’affitto dai genitori. Come
avremmo potuto fare? Oggi ho preso le pillole per espellere l’embrione,
dopo aver preso la Ru 2 giorni fa. A livello fisico è stato
sopportabile, ma da quando sono tornata a casa non faccio altro che
piangere. Mi chiedo come andrà avanti la mia vita, se riuscirò a
concludere qualcosa e se finalmente arriverà il giorno in cui potrò
decidere di avere un figlio. Sono molto triste, e ho paura di rimanere
triste per moltissimo tempo. Ho anche paura di non riuscire più ad avere
un altro figlio…spero tanto di riuscire a ritrovare la forza per
riprendermi.
Ho deciso di scrivere la mia testimonianza, perché leggere le altre mi
ha aiutato molto.
Binia
Quando l’ho conosciuto è stato un amore a prima vista per
entrambi fortissimo. Una storia travagliata, lui con una compagna e un figlio,
ha lasciato tutto nel giro di due mesi per stare con me. Non mi sarei mai
aspettata da me una situazione del genere, ma capii che di fronte un
sentimento reciproco così forte poco si poteva fare, e i tentativi di
evitare sofferenze agli altri e chiudere la nostra storia sul nascere
furono vani.
Dopo 4 mesi di amore puro i suoi ripensamenti, i suoi sensi di
colpa, il suo aver fatto tutto affrettatamente, la sua nostalgia per il figlio
che non riusciva a vivere più come prima, la sua difficoltà economica, il
suo non essere autonomo come uomo . . . la sua decisione di tornare a casa,
seppure da una donna che non ama ma in una situazione di convenienza e
di vicinanza col figlio. Ma è difficile chiudere una storia così e dopo un
paio di mesi di strazio per me decidemmo di stare insieme un’ultima volta. La
volta fatale . . . mi accorsi che qualcosa non era andata come al solito, chiesi subito conferma a lui, ma mi disse di non
preoccuparmi, e sapendo che la situazione era quella che era, non potevo
certo pensare che fosse superficiale cosi come lo è stato. Cosa gli
costava dirmelo subito, c’erano soluzioni meno traumatiche sicuramente.
Dopo 7 giorni di ritardo dal ciclo e diversi malesseri e sintomi decido
di fare il test, giusto perchè sono un orologio svizzero, mai avrei
immaginato la positività! Uno shock immediatamente chiamo lui e gli dico
che lo avrei raggiunto a lavoro. Una volta lì….il baratro. Mi ha iniziato
a urlare contro che noi non stavamo insieme, che era finita e non ci
saremmo mai più tornati insieme. Che era stato un incidente, che dovevo trovare
la soluzione per farmelo togliere quel bambino!come se fosse un oggetto,
con tono perentorio mi urlava addosso…lui la persona che avevo amato di
più in vita mia…non mi aspettavo facesse i salti di gioia, ma gridarmi fatti
togliere questo bambino, non lo volevamo nessuno dei due, se ti servono
soldi chiamami.
L’ho pregato in lacrime di sparire dalla faccia della terra e
sono andata via. Mai più una telefonata da parte sua. Sono stati giorni durissimi, la razionalità di sapere di non poter portare avanti una
situazione così da sola e di avere tutta la vita davanti per mettere al mondo un bambino nell’armonia di una
famiglia con un padre e una madre alle spalle si contrapponeva ogni momento al
cuore che mi faceva apparire come un mosto. I sintomi erano fortissimi, le
nausee mi uccidevano, le emicranie mi costringevano a sonni lunghissimi. Il
silenzio con la mia famiglia, che sicuramente mi avrebbe supportato, ma
la paura di deluderli e di caricarli di un peso perchè avrebbero dovuto
aiutarmi in tutti i sensi quando invece un nipote è solo una gioia
immensa, era insostenibile.
Presi la decisione di interrompere la gravidanza
nella consapevolezza che sarebbe stato un evento che non avrei mai più
dimenticato nella mia vita e che purtroppo era l’unica decisione possibile visti i
presupposti inesistenti. Ero sola, io e il mio bimbo/a fino a che il
giorno dell’ecografia ho scoperto che eravamo in tre…. la gravidanza era
gemellare….il colpo più duro. Il mio sogno, il mio desiderio più
grande che andava ad infrangersi. La mia ginecologa parlando per ore capì che non ero pronta, l’istinto materno in me era
distrutto dalla delusione subita. Mi fece il certificato. Provai subito
per la pillola ma le liste d’attesa lunghissime mi facevano scavallare la 7
settimana e quindi non potevo più assumerla.
Tra due settimane ho l’intervento, l’attesa è la cosa peggiore, vorresti
quel giorno non arrivasse mai a momenti e altri purtroppo vorresti che fosse
domani. Ho paura …. Mi vergogno a pensare che ho fatto la scelta
giusta e mi sento sollevata ma purtroppo sarà così. Leggendo molte
testimonianze mi sono sentita la vicinanza di tante donne che hanno
affrontato con coraggio questa scelta dolorosissima e mi sono sentita
meno sola. Le donne forti sono come
uragani.
Diventano indomabili, quasi irraggiungibili. Sorridono e
ingoiano lacrime. Loro, sono le donne che fanno la differenza!!!
Martina
La mia interruzione di gravidanza è avvenuta l’11 maggio scorso. Allora
avevo da poco 19 anni, prendevo la pillola e stavo da quasi due anni con
il mio ragazzo. Dopo una serie di macelli fatti con la pillola, un
giorno mi rendo conto di avere un ritardo di qualche giorno, cosa
abbastanza strana per il mio ciclo già regolare, ma reso ancor più
regolare dall’assunzione della pillola. Così aspetto un paio di giorni e
il giorno di S.Valentino, dopo aver “festeggiato” in maniera molto
spartana con il mio ragazzo, vado in farmacia e compro due test.
Nonostante fosse sera e generalmente si consigli di usare le urine del
mattino, non ho resistito dal fare il test… NEGATIVO. Sono esplosa in
danze di gioia, esultando e saltando per casa. Quando però noto che il
ciclo tarda ancora ad arrivare, faccio il test decisivo. Il risultato è
scontato…panico, testa impallata per 24 ore.
La sera ne parlo con il mio ragazzo e ci troviamo entrambi concordi nel
pensare che non siamo pronti ad essere genitori, così ci accordiamo per
andare l’indomani in consultorio. Quella notte non ho chiuso occhio
nemmeno per sbattere le palpebre, ricordo che la mia ragione e il mio
cuore hanno bisticciato per giorni. Confusa sul da farsi e preoccupata
di sapere il prima possibile di quanto ero, decisi di rivolgermi ai miei
genitori, entrambi persone da sempre molto comprensive. L’11 maggio ero
in ospedale, dove il mio ginecologo, il Dottor … (è una persona ed un
medico eccelso), ha interrotto la mia gravidanza di 6 settimane e 2
giorni. Il personale che mi ha assistito è stato delizioso e discreto.
Dopo l’aspirazione ho assunto dei medicinali per una settimana, ma a
parte il giorno dell’intervento non ho avuto alcun problema, ne dolore.
Pianti, vuoto, certamente si fecero sentire.
Oggi la ferita è ancora aperta e se ci penso, il magone sale, ma quando
non si è pronti, quello si che lo si sa bene… Io e il mio ragazzo
stiamo ancora insieme, nessuno ha mai rinfacciato nulla all’altro e
questa cosa ci ha, anche se tristemente, uniti molto. Una cosa di cui
sono certa però è che questa esperienza mi ha come “anticipato” il
desiderio di diventare mamma. Il consiglio che posso dare è di non
lasciarsi influenzare da chi, davanti ad una gravidanza vi sprona ad
agire secondo “etica” o “moralismo”: la famiglia è l’istituzione più
importante per tutti noi, quella che ci cresce, ci forma, educa, e
proprio per questa ragione non si può improvvisare.
Tina
Ho quasi 25 anni e 2 bimbi piccoli voluti con tutto il cuore, la grande
3 anni il più piccolo ha 1 anno.
Tengo a precisare che questo mese è stato un mese difficile per vari
malanni e operazione a mio figlio piccolo, perciò so con precisione che
abbiamo avuto solo 1 rapporto e mai avrei pensato che sarei rimasta di
nuovo incinta sapendo che con gli altri 2 bimbi ci abbiamo messo 2/3
mesi provando anche tutti i giorni. Dopo esattamente 2 settimane dal
rapporto feci un test di gravidanza perchè dovevo assumere un
antibiotico e volendo stare serena lo feci con la tranquillità più
assoluta e invece…..risultato positivo..reazione? di primo acchitto
felice e stranita, ormai sapevo cosa si provava, cosa andavo incontro
ecc… subito dopo panico, ho realizzato che non sarebbe stato il
momento giusto per mooooltissimi motivi personali.
Perciò dopo notti insonne e pianti perchè sapevo che non potevo tenerlo
chiamai il ginecologo, da li psicologicamente un calvario, mi spiego
meglio: sono andata giù per un eco, ma era troppo presto, non si vedeva
nulla se non un piccolissimo puntino nero (meglio cosi sia per l'ivg
farmacologica sia per il fatto psicologico di vedere il cuoricino
battere). Ritornai 2 giorni dopo per ulteriore esame ecografico e ancora
nulla, ma dal esame del sangue i valori erano raddoppiati (crisi
assoluta, per me lui c'era, era li e voleva nascere, queste le frasi che
mi dicevo), ma tutto mi portava a dire ADESSO NO, NON LO VOGLIO !! è
stata una lotta fra me e me, ho avuto vicino mio marito, mia mamma, una
mia amica e il mio ginecologo che sempre più lo ammiro del amore che ha
per il suo lavoro, devo ringraziare loro se ora sono felice e serena
della scelta che ho fatto …
2 giorni fa sono stata in clinica dove ho assunto la prima pastiglia e
oggi le altre 2 ..poche ore fa ho avuto il distacco, mi sento libera e
serena anche se internamente mi dico che ridarò la vita a questo
esserino, arriverà il momento giusto, ne sono sicura. Non abbiate paura
a decidere perchè tutto ha il suo tempo e sono sicura che tutte noi
possiamo dire "si lo tengo, la vita andrà avanti", ma un figlio non è un
giocattolino, la mamma deve poter vivere una gravidanza serena e felice
NON FORZATA !!! I figli ti cambiano la vita, io lo so bene e sono la
cosa più bella che io abbia potuto fare, anche se a 20 anni, ma devono
essere VOLUTI per poter garantire loro una serena vita.
Concy
Il 25 settembre 2014 ho fatto l’IVG. Premetto ho già un bimbo di 19
mesi ed è la mia VITA.. e lo sarebbe stato anche questo
piccolino. Purtroppo, per problemi di NON LAVORO da entrambi noi
genitori, non ci siamo sentiti di portarla avanti. Penso che prima di
tutto bisogna mettere al primo posto il bene dei figli, e oggi se almeno
uno dei genitori non ha un lavoro chi ne soffrirà saranno proprio
loro… E allora se non riesco a garantirgli una condizione economica,
non dico agiata, ma perlomeno riuscire ad arrivare a fine mese, che
futuro darò? Lo vedo con il primo, stiamo facendo una fatica
enorme…
Al colloquio al consultorio mi hanno solo chiesto
se ero realmente convinta, senza chiedermi motivazioni e quant’altro, e
anche le infermiere dell’ospedale sono state cordiali. L’intervento è andato bene. Diciamo che sono stata titubante se farlo o no. Ecco una cosa che avrei preferito è che ci fosse
stato al mio fianco il mio compagno per poterlo guardare negli occhi e
chiedergli se stavamo facendo la scelta giusta.
Purtroppo il dopo intervento è quello più
difficile. Fisicamente stavo bene ma moralmente ero giù. È ancora una ferita troppo aperta e dolorosa..
Mi da la forza il mio Bimbo, e penso quanto è
stato fortunato lui a venire al mondo e strafortunati noi ad averlo
conosciuto e ad averlo accanto.
Elvira
Ho fatto da due giorni la mia seconda interruzione di gravidanza.
Ho un bambino meraviglioso di 5 anni e un compagno che amo e mi ama, ma
col quale è difficile capirsi.
Ho da raccontare due esperienze totalmente diverse! Il mio bambino è
stato concepito per sbaglio (preservativo ? ) dopo solo due mesi di
inizio della relazione col mio attuale compagno. Lui era al settimo
cielo io no, ma l’amore e la voglia di essere mamma a 26 anni mi hanno
dato la spinta giusta! Lavorando col corpo (sono acrobata) ero costretta
a fermarmi dal fare ciò che più amo, il mio lavoro! questo mi ha fatto
fare nove mesi di inferno con nausea e vomito 2 volte al giorno tutti i
giorni fino al momento subito prima del parto e un esagerato liquido
amniotico che mio figlio alla nascita aveva bevuto e stava per lasciarci
le penne!
Una gravidanza orribile terminata però con la scoperta di un amore
unico!!
Due anni dopo scopro di essere nuovamente incinta ancora più
misteriosamente… Reagisco con una gioia incredibile e un benessere che
sentivo dappertutto! Potevo permettermi di fare un altra pausa senza
paura di perdere nulla, sta volta avrei fatto altro per andare in scena!
Dopo due mesi il mio compagno va in panico e comincia a chiedermi se
sono sicura, litighiamo, arriviamo alle mani anche davanti al nostro
bimbo e così incominciano le nausee pesanti, il vomito e il gonfiore
esagerato.. Decidiamo di non tenerlo per non rischiare di separarci ..
Tutto, visite ecografie e informazioni in Piemonte mi vengono date con
facilità senza giudizio, senza troppi problemi o attese, il giorno
stesso io non lo voglio più fare e neppure lui, ma siamo già lì sotto.
Guardo mio figlio e mi dico che lo faccio per lui, perché possa avere la
fortuna di due genitori uniti, non come noi, figli di separati, il mio
compagno addirittura affidato ai nonni. L’intervento va bene, non
aspetto molto e non me lo
fanno pesare.. Per molti mesi dopo i litigi esagerano, io do la colpa a
lui di aver fatto ciò che non volevo fare.. Piano piano superiamo, ma a
me resta la paura di fare l’amore e a lui il non sentirsi amato perché
mi concedo troppo raramente.
La seconda volta rimango incinta dopo cinque giorni di ritrovato
desiderio, dopo tanto tempo ritrovo il piacere di fare l’amore con lui,
ma il preservativo lo abbiamo messo troppo tardi! Quando leggo il
risultato del test, sento una rabbia profonda! E la vivo come un castigo
che mi viene inflitto.. Subito gli dico che dobbiamo tenerlo perché ho
sofferto troppo la prima volta, ma poco dopo mi rendo conto che non lo
voglio! Non abbiamo soldi e sicurezze neppure per nostro figlio che tra
poco inizierà scuola e se mi fermo dal lavoro non so proprio che fare e
non ne ho voglia! Inizio subito a stare malissimo, la nausea istantanea
e continua, dolori addominali e al seno, se non mangio secco in
continuazione, vomito.. Faccio una crisi da pazza, quasi mi suicido e
non riesco a vedere mio figlio che è lì e che amo.. La decisione del
secondo aborto questa volta è necessaria per salvarmi! Il percorso è
molto più difficile, ho dovuto girare diversi consultori e non mi hanno
aiutato a fare il farmacologico, mi hanno messo più di qualche volta i
bastoni tra le ruote e se non conoscevo bene i miei diritti, forse mi
sarei trovata costretta a pagare o addirittura a tenerlo per forza, dopo
insistenze, finalmente a Chioggia trovo una persona che capisce suo
malgrado che non mi faccio più prendere in giro e messa alle strette, mi
da l’appuntamento! Peccato che sono entrata alle 7:20 e dopo un andata e
ritorno dalla sala operatoria due dico due volte! Mi hanno fatto
l’intervento alle 16:15 e alle 17:10 rincitrullita ero già fuori ..
Mi sono sentita subito sollevata e il senso di colpa tornava a
quell’esserino che avrei tanto voluto qualche anno fa, ma l’ultimo per
me ha proprio sbagliato momento, mi spiace…
Io credo che le due anime possano ritentare, per la verità sono convinta
che la prima oggi abbia due anni e sia una bimba bellissima che ha
scelto due genitori poco lontani da noi e che con mio figlio gioca da
dio e si vogliono uno strano bene fraterno.. Forse è un pensiero pazzo
nel quale mi rifugio, ma mi aiuta tanto.
Messalina
Ho quasi 19 anni, ma adesso me ne sento molto di più. Nella mia vita
avevo messo in conto tutto, tranne una gravidanza a 18 anni. Ero la
studentessa perfetta, la figlia perfetta, l'amica fidata e la fidanzata
che tutti avrebbero voluto, in realtà dentro non ero nulla di tutto ciò.
Una sera mentre stavamo facendo l'amore io e il mio ragazzo si ruppe il
profilattico, il giorno dopo presi la pillola del giorno dopo, e così mi
tranquillizzai. Quando ebbi il mese di marzo 10 giorni di ritardo, feci
il test di gravidanza e mi crollò il mondo addosso, POSITIVO, avevo solo
18 anni e una vita davanti. Chiamai il mio ragazzo e gli dissi queste
parole " IO NON LO VOGLIO". Quando andai dalla ginecologa con grande
stupore ero già di sei settimane.
Mi trovavo dentro a una situazione più grande di me stessa e non sapevo
come uscirne. Io e il mio ragazzo decidemmo di non dirlo a nessuno, ne
amici, ne parenti, ne genitori, era qualcosa di troppo difficile da
spiegare, e troppo facile da giudicare. La mia vera salvezza è stato
LUI, lui che dal primo giorno fino all'ultimo mi è stato accanto, in
tutto e per tutto, fisicamente e psicologicamente, senza di lui io sarei
crollata il giorno dopo. Il mio ragazzo mi disse devi decidere tu, lo
vuoi tenere, benissimo lo teniamo e io sto con te, vuoi abortire? io ti
appoggio anche in questo. Non ebbi nessun dubbio, avevo una vita
davanti, progetti, speranze, sogni da realizzare e portare avanti la
gravidanza avrebbe significato rinunciare a tutto e poi non ero pronta
neanche fisicamente, non ero proprio pronta. La decisione è stata troppo
sofferta e dolorosa, non ne volevo e potevo parlare con nessuno, la
notte ci piangevo, pensavo se avessi avuto qualche anno in più, lo avrei
tenuto. Sono atea, ma una coscienza ce l'ho anch'io, inoltre era frutto
dell'amore con il ragazzo che per me sarà l'uomo della mia vita, l'uomo
con cui avrò dei figli. Ma la decisione l'avevo già presa, era giusto
per me, per lui. Insieme iniziammo il lungo calvario, tra medici,
ospedali, visite, prelievi, firme, carte burocratiche, giorno dopo
giorno mi spegnevo, non avevo la forza di reagire, vivevo perchè dovevo
farlo e non con la gioia di farlo. La sera prima dell'intervento avevo
paura e ansia, pensavo, ma sto facendo la scelta giusta?
Ma quando entrai in quella clinica ogni dubbio svanì, era quella la
scelta giusta, feci l'intervento e quando uscii mi sentii libera,
rinata, avevo ripreso in mano la mia vita, ero una bambina che era
tornata a sorridere. Sono dell'idea che un figlio va desiderato, non
accettato, posso accettare una malattia, un tradimento, un brutto voto a
scuola, ma non un figlio. Domani sarò quella madre splendida e
affettuosa che oggi non sono potuta essere, domani amerò i miei figli
come non mai, avrò dei figli con l'amore della mia vita. Ma oggi non era
fattibile. L'aborto non è un omicidio, è dare la possibilità ad una
donna di decidere della propria vita e non trattarla solo come un
contenitore biologico, l'aborto è avere il massimo rispetto e
sensibilità della donna.
Io sono uscita molto cambiata da quest'esperienza, sarà qualcosa che non
dimenticherò mai e mi porterò dentro per tutta la vita, come non
dimenticherò mai il viso del ginecologo che mi ha operato,
l'anestesista, le ragazze che hanno abortito con me, sono cose che ti
segnano. Ma soprattutto ho avuto al mio fianco una persona che non mi ha
vincolato a nulla, si è comportato come un grande uomo, nonostante la
sua giovane età e mi è stato affianco dalla prima visita, all'ultima
visita di controllo. NON FATEVENE UNA COLPA, OGNUNA DI NOI E' LIBERA DI
SCEGLIERE SE PORTARE AVANTI O MENO UNA GRAVIDANZA, CHI MEGLIO DI NOI
PUO' SAPERE SE RIUSCIRA' A SOSTENERE UNA COSA DEL GENERE OPPURE NO?
Federica
sono rimasta incinta quando avevo 17 anni, ero fidanzata con un ragazzo
da circa 6 mesi, vivevo la mia prima storia d'amore, vedevo il mondo a
cuoricini. Quando abbiamo scoperto che ero incinta, lui era entusiasta
della situazione, ed io inizialmente mi sono fatta trascinare dalla scia
di eventi ed emozioni ed ero combattuta sul da farsi.
La mia paura più grande era doverlo dire ai miei genitori, la delusione
e il dispiacere che avrebbero provato erano troppo grandi. Mi avevano
spiegato in consultorio che se avessi deciso di abortire avrei potuto
farlo tramite l'assistente sociale e il giudice, ma era una cosa troppo
troppo grande e pesante da affrontare da sola, così dopo diversi giorni
dalla scoperta decisi di parlarne con loro. I miei genitori sono
divorziati e per assurdo avendo un carattere più simile a quello di mio
padre decisi di parlarne prima con lui. La notizia l'ha letteralmente
scioccato, ma con tanta tenerezza mi ha capita e non sgridata, e il suo
consiglio viste le circostanze è stato quello di interrompere la
gravidanza.
Ho impiegato diversi giorni a parlarne con mia madre visto il suo
carattere duro, e infatti la sua reazione fu peggiore di quella che mi
aspettavo. Alla fine pur avendo il mio fidanzato e la sua famiglia
contrari alla scelta che ho poi fatto, ho deciso di seguire il consiglio
di entrambi i miei genitori e ho dunque interrotto la gravidanza.
Quella mattina andammo in ospedale presto io, mia madre e il mio
fidanzato, mio padre ci raggiunse lì. L'infermiera visto il fatto che
ero minorenne acconsenti a far entrare mia madre in camera. Mi hanno
portata in sala operatoria, e al mio risveglio ero in camera con mia
madre e a turno il mio fidanzato e mio padre.
Oggi ho 25 anni e non sono più insieme al ragazzo di allora. Ripensando
a quell'esperienza sono grata ai miei genitori per avermi aiutata a
prendere la decisione che ho preso, per me la più giusta. Io non ero
pronta a rinunciare a tutto, la scuola, la mia adolescenza. Il consiglio
che posso dare è: non affrontate questa cosa da sole, i genitori si
arrabbiano, rimangono delusi ma capiscono che in una situazione più che
mai si ha bisogno di loro, e in fondo il compito di un genitore è di
esserci sempre e comunque per i propri figli.
Elena
Ho 22 anni e frequento l'università. Ho scoperto di essere
incinta solo alla sesta settimana di gravidanza, in quanto ho un ciclo
molto irregolare e non avevo dubbi avendo sempre usato il preservativo.
Una notte feci un sogno strano..ero in un bar vicino a casa mia con la
mia migliore amica e il mio ragazzo, quando d'un tratto sentii delle
perdite.. guardai i pantaloni e avevo sangue che sgorgava senza cessare.
Credetti fosse un segno che mi avvertisse che le mestruazioni erano in
arrivo. Qualche giorno dopo la mia migliore amica passò a prendermi e
con il suo supporto e sotto consiglio della ginecologa ho fatto il test:
positivo. Sono andata nel pallone, non riuscivo a crederci. Ho chiamato
subito il mio moroso, col quale sto da tre anni e mezzo. Mi disse di non
preoccuparmi e che ne avremmo parlato a voce. Andai dalla ginecologa e
anche lei, incredula (dato che mi fece un'ecografia con esito negativo
la settimana prima), dovette rassegnarsi a quel risultato. Mi guardò e
iniziò a elencarmi un sacco di cose, io non riuscivo a capire nulla, mi
diede i fogli stampati.. era per la richiesta di ivg.
Andai a casa ancora allibita e ne parlai con mia madre.. lei mi disse
che non dovevo preoccuparmi e che dovevo fare quello che mi sentivo..
mio padre, quando glielo dissi, invece, non mi parlò per tre giorni..
feci le beta, e da lì seppi che ero alla sesta settimana.. alla fine mio
padre si decise a rivolgermi parola.. resoconto dei vari discorsi di
tutta la mia famiglia? Dovevo pensar al mio futuro, a laurearmi e a
farmi una carriera.. mi sentivo in colpa e anche una delusione e uno
spreco di soldi per i miei.. il mio moroso è disoccupato e a me manca
ancora molto alla laurea.. decidemmo allora di andar a prender
appuntamento per l'ivg..
Ma io iniziavo a sentirmi strana.. smisi di fumare, di bere alcolici e
caffè e di prender medicinali.. volevo proteggere il mio bambino.. fu li
che capii che l'istinto materno prendeva il sopravvento. Mi dissero di
fare un'ecografia per la datazione. Stetti tutto il tempo con il volto
girato, non volevo vedere. Ma sentii il cuore. Fu una sensazione
stranissima. Mi dissero che nonostante l'ultima mestruazione l'avessi
avuta 10 settimane prima, ero solo di 7+1. Risposi che era dovuto al mio
ciclo irregolare e li il medico borbottò qualcosa riguardo le mie ovaie,
che tendevano al policistico. A casa guardai su internet e lessi di
tutto e di più. Ripresi allora appuntamento dalla ginecologa perchè se
davvero in futuro avessi avuto problemi a concepire, questo bambino
l'avrei tenuto. Alla fine erano solo multifollicolari, ma vidi
l'embrione. Seconda sensazione stranissima. Sentii una morsa al cuore.
La data dell'intervento me la fissarono a due settimane sucessive,
ovvero tre giorni fa. Non ero convinta, ma sentivo dirmi da tutti che
era la cosa migliore per me. Il mio unico pensiero invece era che
l'aborto era la cosa migliore per tutti, perchè avrei gravato sulla
situazione economica dei miei e dei genitori del mio moroso.
Ho scelto pensando a tutti, non a me. Credo sia una cosa razionale. Io
sono sempre stata contro l'aborto e questa cosa mi uccideva.Ma l'idea di
non poter sostenere economicamente da sola i bisogni del mio bambino e
il sentirlo definire ''problema'' mi faceva stare male. Non era voluto
ed era visto come una distruzione della mia vita. Io invece lo vedevo
come un peso e un torto ai miei genitori, che si son sempre fatti in
quattro per me.
Feci l'ivg con anestesia locale. Macabra, si sente tutto nel dettaglio.
Piango ogni notte. Ormai da 2 settimane e mezzo. Ho fatto la cosa più
giusta per tutti. Alla fine, cosi l'unica a starci male sono io. Se lo
avessi tenuto avrei fatto soffrire tutte le persone a me care. è una
cosa che lascia un segno indelebile che non credo si rimarginerà. Ma ora
i miei genitori dormono di nuovo la notte.
Ferruccina
Non ricordo molto di quel giorno…le poche cose che riesco a ricordare
sono quel bacio sulla fronte prima dell'intervento, il conto alla
rovescia, le luci della sala operatoria, poi il buio. Avevo 19 anni, ora
ne ho 24 ed ero traumatizzata.
Rimasi incinta perchè credevo nelle favole, ancora troppo bimba per
poter credere che potesse succedere proprio a me. Vivevo una storia
d'amore bellissima di 2 anni, ci amavamo molto, ma fu un shock quando lo
scoprii. Iniziammo a pensare insieme… eravamo tutti e due studenti,
spensierati e vivevamo a 900 km di distanza …non fu possibile, e io
non me la sentii di fare quel grande salto. Feci tutto da sola, ero
terrorizzata all'idea che i miei genitori potessero giudicarmi male, ero
la figlia femmina perfetta, la brava ragazza! Mi confidai solo con le
mie 2 amiche più strette, loro mi rimasero vicino per tutti i giorni
prima del giorno dell'intervento, il mio ragazzo non potè restarmi
accanto e giurò che sarebbe venuto il giorno dell'intervento.
Andai a farmi le analisi da sola, presi la macchina e guidai per due ore
anche dopo al ritorno. Poi arrivò quel giorno. Dissi a mia madre di
dover andare a Roma tutto il giorno per via dell'università. Partìì con
le mie amiche e il mio ragazzo. Ricordo di aver aspettato dalla mattina
sino alle 16 del pomeriggio, poi venne il dottore, mi prepararono e mi
trasportarono in sala operatoria. Contai 10 9 8 7 … e già ero nella
mia stanza ad aspettare che mi riprendessi per tornare a casa. Non ci
volle molto. Dopo qualche flebo tornai a casa. Cenai a tavola con i miei
genitori e non riuscivo ad alzare gli occhi per guardarli in faccia. Ero
sconvolta, ma serena. Tutto andò bene. La cosa che più mi rattrista è
l'aver fatto tutto di nascosto da mia madre e non aver potuto sfogare la
mia sofferenza a lei che meglio di tutte poteva capirmi. Oggi sono una
donna e lo sono diventata anche grazie a questa brutta esperienza. Mi
auguro che possiate trovare conforto nelle persone a voi più care. Non
abbiate paura. Se sapete che è la cosa giusta per voi, allora fatela!
Loredana
Ho scoperto di essere incinta ed é da circa dieci giorni che nella mia
mente é prevalsa tanta sofferenza, non lo desidero un bambino oggi
poiché mi ritrovo, all'età di 35 anni, ancora a casa con i miei
genitori, avendo un lavoro buono che mi gratifica solo l'estate, anche
se riesco tranquillamente a spesarmi da sola nel mio piccolo, essendo
tranquilla dal punto di vista economico poiché non pago affitto. Molte
ragazze possiedono la libertà di non mettersi poi tanti problemi se
arriva un figlio e riescono a farlo crescere anche con l'aiuto dei
propri genitori, ma a me non va proprio chiedere di essere sottocarico
anche con mio figlio. Il mio ragazzo con cui porto avanti la storia, al
momento vive con i suoi genitori in cerca di un lavoro. Lui forse é
talmente ingenuo al tutto che mi ha detto pure di tenerlo, che tanto ci
saremmo arrangiati e non sarebbe morto di fame tanto. Non riesco a
pensare di portare avanti la gravidanza con tutti questi dubbi di tipo
economico e socio familiari.
Anche mia madre con la sua mentalità mi guarderebbe male per tutti
questi motivi del non lavoro e di non avere ancora una mia abitazione
con il mio lui. Vi testimonio solo la mia più grande verità e solo io so
quanto ne soffro : se avessi avuto un compagno con dei soldi sarei stata
la persona più felice di questa terra, sarebbe il sogno di tutti e due
… Ma non é così e dovrò ricorrere al mio secondo aborto dopo ben 2
anni… Mi sono innamorata di qualcuno che nonostante abbia un cuore per
amarmi, non ha però i soldi. Volendo farlo crescere a spese mie, tutto
sarebbe forse un dramma per me stessa. Io non sono contro l'aborto,
penso che ogni donna sia libera di scegliere in base alle proprie
esigenze e desideri di vita. Oramai mi porterò tutto dentro senza
neanche sfogarlo né con mia madre o mia sorella, perché dopo un primo
due anni fa, non voglio essere giudicata ancora male da loro. So solo
che a breve dovrò trovarmi distesa su quel letto con l'infermiera che
poi ti darà la prostaglandina. Ho davvero paura perché ho il temere che
soffra tanto come la volta scorsa, nonostante sarò alla 6 settimana e il
mio intervento sarà un isterosuzione. Il ginecologo ha cercato di
tranquillizzarmi dicendo che sono all'nizio e sarà l'intervento più
indolore tra tutti. Spero solo che il mio egoismo di non voler un bimbo
ora non mi dia problemi un domani. Penso che ogni donna abbia il suo
istinto. Io non posso affidarmi un domani a terzi per fare crescere bene
mio figlio, il figlio, sono solo io e il mio compagno che dobbiamo
occuparcene. Sono arrivata ad odiare per un momento pure lui perché non
ha la possibilità di assicurarmi sicurezze per un domani.
La salute e il lavoro sono le due cose più importanti di questo mondo…
e se questo bimbo nonostante le mie paure lo facessi crescere, forse
cambierebbe pure tutto, forse più felice o forse il contrario, mai lo
saprò, perché la mia decisione penso sia già presa, pure se manca
qualche giorno allo svuotamento.
Queste storie sono tutte tristi ma io sarò forte e continuerò ad amare
la vita.
Serena
Eccomi qui a raccontare la mia esperienza dolorosa che mi è rimasta nel
cuore. Finalmente ne posso parlare liberamente con persone che sanno che
vuol dire e magari fare tacere la mia coscienza, il mio dolore anche se non
è facile.
La mia storia inizia il febbraio del 2002 quando io avevo
22 anni. Avevo una storia travagliata e brutta con una persona che era più
grande di me. I miei genitori non volevano che stavo con lui. Però io essendo
innamorata non mi importava niente. Un giorno vedo che mi ritardava il
ciclo. Ho fatto un test – aime ero incinta e li e iniziato il mio dolore.
Questo figlio lo volevo, anche se avendo 22 anni, un padre un po….
Sarebbe stata una vita da incubo anche perchè venni a sapere che il padre faceva uso di stupefacenti.
Allora ho deciso di fare i giri per l
interruzione. Mi ricordo solo quando sono entrata e poi uscita e
mi sono ritrovata in un letto, triste a piangere il mio vuoto perchè lui o lei
non cera più!
Ho
sofferto molto e ancora ci penso, ci sto male, ma purtroppo doveva andare
cosi AIME…
Ora ho 33 anni e ho due bimbi stupendi. E la cosa bella che a
32 anni sono rimasta incinta, dopo 10 anni la stessa identica gravidanza,
a novembre doveva nascere, e a novembre è nato Andrea. Questo è stato il
dono più bello, che ho avuto il figlio che non potevo avere 10 anni fa,
ora era qui con me.
Clarissa
Ho 29 anni. Ho scoperto da 5 giorni di essere incinta e avevo già il
forte dubbio che fosse così dato che lo sbaglio c'è stato. Ho conosciuto
M. il 21-12-2012 ed è nato subito un grande amore! Ci adoriamo anche se
stiamo assieme da un mese, ma io ho perso un lavoro 4 mesi fa, lui ha
già una figlia di 5 anni da una relazione finita, non abbiamo un posto
dove stare e un mese è troppo poco per condividere una cosa così
grande! Io ho deciso da subito x l'IGV da sola, lui è molto triste, ma è
d'accordo, non è il momento. Appena torno a lavorare vorremo vivere
assieme e appena sarà possibile ripartiremo da qui. Ho un grande vuoto
dentro che nessuno potrà mai comprendere a pieno. Non posso parlarne con
i miei perché morirebbero di dispiacere! Lo sa solo mia sorella e le mie
più grandi amiche e x quanto dura la decisione, sono d'accordo anche
loro sul fatto che al momento è la scelta migliore. Sono sempre stata
contraria all'aborto, ma ora ci sono dentro, ha colpito me e non ho
scelta. Ma diventare mamma rimane uno dei miei sogni più grandi. Tra una
settimana avrò ingoiato quelle pastiglie e sarà tutto finito, alla fine,
mi ripeto, devo solo mandare giù due pastiglie. Ogni sera mi tocco la
pancia e gli chiedo scusa x quello che sto x fare, e gli prometto che
appena ci saranno le condizioni lo farò tornare da me e sarà un sogno.
Mi sento dentro a un tunnel buio e ho solo voglia di ricominciare. Spero
che M. sia l'uomo della mia vita perché dopo questa cosa mi sento legata
a lui ancora di più!!! Solo un nostro futuro figlio potrà guarire questo
vuoto che porterò x sempre dentro. Ma so che adesso è la cosa giusta.
Devo pensare a trovarmi un lavoro e a costruire una vita con lui e il
resto verrà da sé quando sarà il momento! Mancano 48 ore ed è un'attesa
infinita!
Anna
ho 34 anni. mi sono trovata a fare una scelta dolorosa circa un mese fa.
Mi sono accorta di essere incinta e da li è iniziato il mio incubo. Ho
un compagno che amo con tutta me stessa e che mi ama. Potenzialmente
sterile al 99%…. poi un giorno scopro che quel 1 % si è
verificato…tanta gioia, tanta paura…e poi…e poi vengo a sapere che
il mio compagno sta fallendo…impresa dove hanno messo la vita ed il
lavoro tre generazioni….il buio….una scelta in un certo qual senso
obbligata… mi rivolgo al mio medico di famiglia che mi manda
all'ospedale di Macerata per una visita ginecologica urgente…li mi
sento rispondere "signora, in questi casi ci sta un iter da rispettare"
– iter che ovviamente nessuno è disposto spiegarti… poi alla fine
capisco come funziona, prendo appuntamento al consultorio dove una
persona fredda ed impersonale mi guarda dall'alto in basso come se
commettessi un crimine… visita ginecologica…mi fissano l'intervento
per il 25 marzo.
..si presenti alle sette mi viene detto…dimenticavo: giorni di assenza
dal lavoro per ecografia, analisi del sangue, visita pre-chirurgica
ecc…ps. Il mio lavoro da dipendente che guadagna 700 euro al mese è il
nostro unico mezzo di sostentamento in questo momento. Poi arriva il
giorno dell'intervento. Impaurita mi presento alle sette…alle nove mi
mettono in una stanza fredda, mi dicono di spogliarmi e mettermi il
camice….ed io lo faccio…tremando per paura e per il freddo…
continuo a tremare per un ora da sola, poi arriva un'infermiera che mi
introduce una medicina di nome incomprensibile nella vagina senza dirmi
che mi provocherà delle contrazioni, emorragia, dolori…passano delle
ore ed alle 13.30 circa mi dicono andiamo in sala operatoria….eravamo
in quattro ad aspettare in una stanzetta di circa 2 metri
quadri…ovviamente io ero l'ultima…ho atteso per circa un ora e mezzo
in preda a dei dolori atroci, a piangere da sola senza un cane che mi
chieda cosa stesse succedendo, nonostante il fatto che davanti mi siano
passate decine di infermieri e medici… intervento in anestesia totale,
risveglio, dolori….alle 18 circa arriva un infermiera che mi dice: si
vesti e prenda la dimissione perché può andare a casa….un medico
freddo che non si prende neanche il disturbo di dirmi ciò che mi
attenderà nei giorni dopo….ed ora eccomi qui….ferita come donna ma
anche come persona…..non ho ucciso nessuno…semmai ho ucciso i miei
sogni!!! e nessuno ha il diritto di giudicarmi!
Serena
La mia IVG è avvenuta un anno fa, è accaduto per caso, tanto che quando
ho fatto le analisi credevo che fossero negative, ne ero straconvinta,
prima ho fatto il test che si compra in farmacia e poi le beta. Ho
sentito un senso di smarrimento e paura, talmente assurdo sembrava che
non fossi io. La mia decisione è stata chiara fin da subito anche perchè
non avevo una vera relazione col padre. Sono stata trattata bene, tutto
sommato, ma la settimana che passa dal certificato all'intervento è
stata straziante, fisicamente e psicologicamente. Ero sola e questo fa
paura. L'intervento in se non è doloroso, pensavo molto peggio.
Fisicamente sto alla grande. È facile fare i moralisti e gli obiettori
quando si hanno i mezzi per crescere i figli. Pensavo di non valere
niente, invece sapere che per un breve periodo non sono stata sola è
stato bello anche se ho dovuto lasciare andare il mio sogno. Io lo amo
proprio e spero tanto che un giorno torni da me. Dio non può punirci.
Siamo donne coraggiose e siamo mamme per sempre.
Paola
Ho 42 anni e due bimbe di 6 e 3 anni, questa estate ho perso il lavoro e
dopo 3 gg ho scoperto di essere incinta!! Ho avuto quasi subito l'idea
di abortire, anche se il mio compagno alla notizia dell'attesa ha detto:
è arrivato e lo teniamo. Ma io ero combattuta, senza lavoro a 42 anni
con due figlie piccole, lui con un lavoro "precario", il mutuo sulle
spalle, come avrei potuto trovare un altro lavoro con un anno in più e
tre figli piccoli? Dopo un mese di nottate insonni a pensare quale era
la decisione più giusta, ho preferito pensare alle mie figlie che già
erano al mondo, per cercare di dargli un futuro migliore, perchè oggi
giorno non è vero che dove mangiano 2 bocche ne mangiano pure 3, non è
solo il mangiare la vita!!!! Ora dopo 3 mesi dall'intervento ho un
grande dolore che mi porto dentro, certe volte quando vedo le mie
piccole che giocano mi giro come a cercarne una terza! Sì per me sarebbe
stata un'altra femmina, sarebbero state le mie piccole donne… Le
ragioni della scelta si stanno sbiadendo lasciando il campo all'istinto materno… Ho
tanta rabbia perchè questo sistema non mi ha dato la possibilità di
mettere al mondo la mia creatura… i figli ormai sono un lusso!
Ines
Nel 1998 (avevo 26 anni) ho optato per l'IVG perchè ritenevo che il mio
rapporto col padre non fosse al punto giusto per un figlio. Sono stata
razionale: non lo desideravo. Ho fatto l'errore di non usare un
anticoncezionale (mai più fatto). Ho deciso e nessuno mi avrebbe fatto
cambiare idea. Da quando avevo 16 anni ho usato la pillola o il
preservativo: non avrei permesso ad un singolo errore di qualche minuto
di buttare all'aria la mia vita. In ospedale sono stati gentili, hanno
avuto molto tatto: unica nota dolente (e scandalosa) fu che del mio
intervento ne venne a conoscenza una mia zia con la quale sembra sia
riuscita a dissimulare…
Dopo mi sentii leggera, consapevole che errori come quello non dovevano
più succedere. Ora, a distanza di 14 anni, sono mamma felice di una
bambina di quasi 11: l'ho desiderata e ottenuta. Mi sforzerò di
insegnarle a vivere la sua sessualità il più serenamente possibile e a
cercare la maternità quando è più opportuno. Cercherò di insegnarle ad
essere razionale, a non ascoltare i bigotti e oltranzisti che ritengono
sia meglio che una ragazzina di 15/17 anni metta al mondo un bimbo,
rimanendo magari sola nell'allevarlo (è già difficile a 40 anni,
figuriamoci da adolescente!, non riuscendo a finire gli studi, avendo di
conseguenza difficoltà nel trovare un lavoro: donna, mamma, senza
professionalità, sola… Il massimo!
No, non si può chiedere o peggio imporre con il ricatto psicologico ad
una donna di non scegliere di godere della maternità consapevole. Cresco
mia figlia da sola (ormai da 7 anni): non avessi fatto quella scelta ora
avrei due figli sulle spalle…
Gigi
aimè io ho deciso di abortire… veramente è una scelta che so che avrei
comunque fatto se fossi rimasta incinta perchè è inutile prendersi in
giro.. ho 23 anni, non sono pronta a sacrificare la mia vita e non sono
pronta e neanche vorrei ora diventare madre… ho ancora una voglia
matta di godermi tutto quello che posso senza dover pensare a crescere
un figlio…purtroppo gli incidenti capitano…e difatti è capitato…il
30 marzo avrò l'intervento e ho una paura folle dell'anestesia però ho
scelto quello, perchè la pillola abortiva pare essere… ho sentito dire
che stai malissimo… invece l'intervento in qualche ora sei già
fuori… quindi metto da parte la paura e scelgo l'intervento… sono
per fortuna appoggiata da persone stupende, mia mamma, mia cognata, mia
suocera e il mio ragazzo…(non sono sposata, ma convivo) insomma cerco
di vivere tutto con serenità
…! non è facile sapete, bloccare la mente e pensare SE, MA, PERÒ
eccc…bom
so che è la scelta migliore per tutti… per me, per il mio ragazzo e
per queste cellule che si stanno sviluppando..perchè appunto io vedo che
sono cellule e basta… prima dei 3 mesi non la vedo vita!!!!!!!!!!! a
parte questo, i motivi che mi spingono ad abortire? tutto!
1: mondo di merda in cui viviamo, avrei paura in questa società dar la
vita a qualcuno dove fuori sono pronti a succhiarti l'anima pur di
racimolare soldi e così via…
2: Non ho l'istinto materno, non ho pazienza e sarei una madre di
cacca…
3: i soldi non ci sono
4: l'ho già detto che non mi sento pronta? ehhehe..anzi meno che
pronta!!!! zero proprio…
detto questo, spero vada tutto bene perchè questo è un errore che può
capitare una sola volta nella vita e ora dovrò pagare le conseguenze…
un operazione e fino al 30 marzo star male fisicamente…sono in mutua
perchè ho mal di pancia e nausea…che palle…
Emilia
sono incinta di 5 settimane….ho due figli meravigliosi, uno di 7 anni
e uno di 20 mesi…sono combattuta, anche se sò per certo che un terzo
figlio non posso averlo, non possiamo farcela, è duro in tutti i sensi.
Dopo due figli è brutto pensare di averne un altro nel mio ventre ma non
poterlo vedere mai….ma la decisione giusta l'abbiamo presa.
Evee
Ho 24 anni e un bellissimo bambino di 4 che io e suo padre abbiamo
voluto.
Dopo il nostro bimbo ho provato alcuni contraccettivi, il problema è che
mentre prima del concepimento non mi davano fastidi, dopo il parto mi
facevano stare malissimo, così pillola e anello erano da escludere.
Abbiamo provato il preservativo ma oltre che scomodo una volta ci si è
anche rotto. Dopo questa esperienza mi sono documentata sui metodi
naturali e per anni tutto è andato benone! 2 mesi fa ho avuto per la
prima volta un doppio ciclo in un mese e questo mi ha veramente confuso
per il calcolo dei giorni fertili, così ho deciso di non avere rapporti
in quel mese o comunque di prestare molta attenzione. Attenzione ce n'è
stata, non abbiamo mai rapporti completi.
In questo mese di 'astinenza' abbiamo avuto un solo rapporto col coito
interrotto…uno si, ma FATALE!!!
Qualche settimana dopo scopro di essere incinta.
I primi giorni sono confusi..tenerlo o no tenerlo..pianti, ansia…tanti
dubbi..poi nel giro di una settimana capisco che quello che voglio è NON
tenerlo. Non so precisamente il perchè e non ho più i sensi di colpa dei
primi giorni, questa non è una cosa che voglio, anzi, più i giorni
passano e più non ne voglio sapere. Strano..non pensavo di essere così
fredda. Il mio compagno mi appoggia in ogni decisione.
Prenotiamo l'IVG e me la mettono a 3 settimane..un incubo…nel
frattempo io già da prima del test di gravidanza sto male, nausea, fame
e schifo per ogni cibo..chi ne ha più ne metta.
Manca solo una settimana e non vedo l'ora, conto i giorni, voglio
riappropriarmi di me stessa, sono apatica, non faccio più niente, sto
nel divano a contare i giorni che mancano alla mia 'liberazione', non
vedo questa gravidanza nei termini di: figlio, creatura, esserino, lo
vedo solo come un fastidio. Mi sento un pò mostro perchè so quant'è
bello fare da mamma al mio piccolino e amo profondamente il mio
compagno. Ma fare la mamma non è la mia vocazione, mi piace e l'ho
sperimentato e lo faccio con immensa felicità ma non sarà il mio ruolo
principale in questa vita. Questo sento e non mi importa di essere
giudicata, mi dispiace per chi cerca un figlio e non arriva ma ognuno è
diverso e ognuno fa il suo percorso.
Ho già chiesto se si può anticipare l'operazione, ma non si può..
Mi sto antipatica per essermi ritrovata in questa situazione da stupida.
È stato veramente un caso bello e buono! Non mi ci ritroverò più!
Un saluto a tutte e se posso dire la mia: fate quello che sentite!!!!!!!
è la cosa giusta!
Evee seconda (e ultima) parte
Finalmente il giorno è arrivato! Non dormo niente la notte, mi viene
anche la cistite! All'ospedale le infermiere sono carinissime, ho anche
una compagna di stanza molto simpatica, una signora molto avanti con
l'età che è rimasta incinta sfidando le leggi 'naturali' della
menopausa. In realtà siamo in 5 in tutto ma siamo divise in stanze, non
so perchè.
Io sono l'ultima ed entro alle 10:30 circa, sono un pò agitata ma non è
il primo intervento da sala operatoria che faccio quindi l'iter lo
conosco. Mi addormentano e quando mi sveglio il pensiero che è tutto
finito mi fa piangere dal sollievo. Esco e il mio compagno vedendomi
sorridere pensa (giustamente) che io sia pazza. I dolori ci sono ma
sopportabili, come una forte mestruazione, poco dopo mi fanno la puntura
per le contrazioni e mi danno l'antibiotico, ancora dolori e ancora la
cistite che brucia, ma si sopporta tutto. Il mio compagno è un pò giù.
All'inizio era contento della gravidanza ma col passare dei giorni si
era calmato e non ha più proferito parola. Cmq oramai è fatta e
sinceramente sono contenta che non abbia ostacolato la mia decisione,
forse avrei finito per 'accontentarlo' mentre un prossimo figlio se ci
sarà dovrà essere desiderato da tutti e due in egual modo.
Prima delle dimissioni mi fanno una visita, tutto bene sembra. Adesso
che la tensione è sparita mi sento un pò triste per tutta questa storia,
ma dura poco, in realtà mi sento sollevata e felice di tornare alla
normalità.
Sensi di colpa non ne ho..non so se verranno col tempo ma la storia del
'peccato' con cui ci hanno cresciuto non mi interessa più da un pezzo,
ognuno di noi sa cos'è giusto e io che credo in Dio, e assolutamente non
nella chiesa, sono tranquilla. I moralismi così radicati in questo paese
mi mettono rabbia, la chiesa ci ha reso schiavi da sempre e non credo
abbia nessun diritto di giudicare qualsiasi scelta personale, noi siamo
liberi! Costringere una donna a partorire è un atto di forzatura
orribile! Che orrore leggere per caso un articolo su 'famiglia
cristiana' dove le donne reduci dall'IVG sono TUTTE depresse e a ALTO
RISCHIO DI MALATTIE MENTALI, dove consigliano (per stare meglio) di dare
un NOME al figlio morto e di fargli dire una messa!!! Perchè non
scrivere allora anche delle donne che NON sono pentite e che, anche se
tristi rifarebbero questo passo??? L'IVG è UN DIRITTO
Lucrezia
44 anni
avevo 30 anni, io e il mio ragazzo ci eravamo lasciati da qualche mese
ed avevo dovuto trovarmi un appartamento per conto mio e cercarmi un
doppio lavoro per potermi mantenere.
Dopo poco ho conosciuto un ragazzo bellissimo, simpatico, stupendo.
Avevo un sacco di problemi con il lavoro, lui era molto dolce così ci
siamo messi insieme e dopo 4 mesi sono rimasta incinta .
Ops! Ero emozionatissima ma sapevo che non era il momento di avere un
figlio, con una persona poi conosciuta da così poco tempo. La mia
famiglia era lontana e mia mamma , sola con 2 figli a carico , giovani e
disoccupati, aveva già un sacco di problemi. Avrei perso anche il mio
lavoro e poi?… queste sono state le mie motivazioni, i miei dubbi sono
durati poco, il tempo di ragionare sulla mia effettiva situazione.
Lui invece aveva già un figlio avuto anni addietro che viveva con la
mamma (risposata), eppure mi ha detto :- teniamolo- ma io sinceramente
gli ho detto che non me la sentivo. Non volevo essere negativa , ma che
fine avrebbe fatto la nostra storia, chi poteva dirlo? non volevo essere
sola con un figlio. E non volevo un figlio senza padre.
Cosi' ho deciso, e lui ha accettato la mia decisione.
Sono andata in ospedale, ho fatto le analisi ed eco richieste, dopo
pochi giorni mi sono recata all'ora stabilita per il raschiamento. Non
mi hanno spiegato nulla e io non ho chiesto nulla,mi sentivo come in
trance. Lui era lì con me, era addolorato perchè vedeva che stavo
comunque soffrendo, io gli dicevo di non preoccuparsi che sarebbe durato
poco.
Mi hanno dato delle pillole per favorire la dilatazione, dolorosissimo,
poi in sala operatoria. Sul lettino mi hanno chiesto se ero decisa , ed
ho detto di si. Sono stati abbastanza gentili, un po' asettici ,
comunque non cercavo l'approvazione di nessuno, ero convinta di quello
che stavo facendo. Mentre mi risvegliavo ho sentito un dottore che
diceva:- ma è un fagiolino!
Ho pensato che fosse il mio e mi sono sentita sollevata… non era
ancora nulla…o quasi…
Il medico che mi ha visitato dopo è stato orrendo e violento, mi hanno
detto poi che era il primario! figuriamoci! Ho avuto dei dolori
fortissimi e mal di stomaco, le infermiere del dopo intervento erano
gentilissime e mi hanno dato degli antidolorifici. Dopo circa 3 ore
tutto era finito,sono andata a casa da sola, mi sono sentita libera e
sollevata da una situazione troppo grande..
Dopo qualche anno mi sono ammalata ed ho perso la possibilità di avere
figli, il destino ha voluto che restassi sempre con quel ragazzo, siamo
ormai felicemente sposati.
Certo se avessi potuto vedere il mio futuro la mia scelta sarebbe stata
diversa, comunque non sono pentita, era la scelta giusta per quel
momento…
Anna
Salvatore ed io eravamo stati insieme per 6 anni, e a pochi giorni dal
mio 20° compleanno lui mi aveva lasciata perchè non era più sicuro di
amarmi… Io ero innamoratissima di lui, e decisi di diventare la sua
"amante" pur di non perderlo. Ci incontravamo la sera tardi, facevamo
l'amore e lui non faceva altro che dirmi che mi amava ancora… che
voleva stare con me… ma che ormai non poteva più, perchè eravamo
cambiati noi ed erano cambiate le nostre vite.
Questo nostro rapporto "malato" è andato avanti per oltre 1 anno…
Il 30 Settembre 2004, mi telefonò mezz'ora dopo le 23… "mi manchi da
morire..ti desidero" mi disse.. E come una scena da film degli anni '80
io sgattaiolai dalla finestra della mia stanza per incontrarlo: quella
sera facemmo l'amore in fretta e anche con molta sbadataggine.
Circa 20 giorni dopo, ero in lacrime davanti ad un test di gravidanza
positivo.
Io lo volevo quel bambino, lo volevo a tutti i costi..così come volevo
Salvatore, al punto da credere che il destino ci aveva forse dato una
mano a tornare insieme…Ma lui non la pensava come me..aveva davanti la
sua carriera sportiva e poi la sua voglia di libertà…e mi convinse che
mi avrebbe aiutato a superare questo fatto..a "liberarmi di questo
problema"…
Ma io lo volevo quel bambino. E non facevo altro che dirglielo.
Sono sempre stata una debole, e un pò per paura, un pò per non deludere
lui..accettai. Lui mi accompagnò a tutte le visite, a tutti gli incontri
con lo psicologo, l'anestesista, il ginecologo.. sempre con il sorriso,
stringendomi la mano e dicendomi che, superato questo inconveniente,
avremmo persino potuto ricominciare il nostro rapporto, rimettendoci
insieme..e mi diceva che un figlio lo avremmo avuto più avanti..quando
saremmo stati più grandi…e io come una cretina gli ho anche creduto.
Il 19 Novembre 2004, lui con il suo giornale sportivo mi accompagnava al
Policlinico di Napoli per effettuare un 'IVG tutt'altro che
volontaria..ricordo ancora la fitta allo stomaco quando la psicologa mi
chiese se ero sicura..e io mentendo spudoratamente le dissi "certo, io e
il mio ragazzo vogliamo aspettare ancora un pò per essere genitori, ora
non ci sentiamo pronti".
E invece io ero pronta eccome.
Ma mi sentivo sola, senza il sostegno di nessuno, ma forse il problema
era che io il sostegno non l'avevo chiesto a nessun'altro al di fuori
di lui..e più tardi mi pentii amaramente di ciò.
Intervento in anestesia totale, mi svegliai con le lacrime, e lo trovai
vicino al mio lettino ad asciugarmene una..ne fui stranamente contenta.
Ma quando uscii fuori, pallida come un ghiacciolo, lui con un sorriso a trentadue denti mi
disse "lo vuoi un succhino di frutta e un cornettino?" io lo odiai
profondamente.
Mi riaccompagnò a casa di una mia amica, in macchina io mi chiusi nel
mutismo più assoluto. E per un pò di giorni non volli sentirlo o
vederlo…
Ma la cosa più incredibile fu che, quando tornai a casa mia, mia madre, che non sapeva nulla, guardo nei miei occhi vuoti…e capì. Non
dimenticherò mai quell'abbraccio che mi diede mia madre, in un mare di
lacrime le raccontai tutto e in un mare di lacrime lei mi disse che se
le avessi detto la verità lei mi avrebbe aiutata a tenere il mio
bambino…ma ormai era troppo tardi…
La vigilia di Natale 2004 Salvatore mi disse che mi amava e che voleva
stare con me.
La sera di Natale 2004 lo incontrai con la sua nuova fidanzata con la
quale stava insieme da 5 mesi!
Gli distrussi la macchina a calci.
Dopo questo evento ho avuto qualche problema a gestire i rapporti con
altri uomini, e ho collezionato 2 anni di fallimenti sentimentali.
Oggi io ho 28 anni, sono fidanzata da 5 con un ragazzo che amo, che mi
ama, e che conosce la mia storia.
Sono felice, ma non c'è stato giorno in questi 7 anni che io non abbia
pensato a mio figlio, e al coraggio che non ho
avuto per per averlo.
Salvatore invece è sposato, da un anno circa, e ha un bambino di pochi
mesi.
Ovviamente non ci parliamo da anni e ….si, lo odio ancora di più per
questo.
È vero, come altre hanno scritto, che È UNA DECISIONE CHE
SPETTA SOLO A NOI, e che non bisogna farsi influenzare da nessuno nel
bene e nel male.
Ciao Angelo mio.
Antonella
Non si può tornare indietro. Non si dimentica MAI. Era il 1979,
avevo 18 anni. Fidanzatino quasi coetaneo già dai 15 anni, parlavamo di
"fare l'amore" da un paio d'anni. L'abbiamo fatto e sono rimasta incinta
SUBITO. Ricordo il parlare ore e ore di questo tra noi, il
filosofeggiarci sopra, ma dentro la nostra testa c'era un senso
d'ingiustizia che ci opprimeva… non sapevamo ancora amarci……poi
dovevamo andare a scuola , ma chi era questo bambino??? Poi la PAURA
folle che i nostri genitori sapessero, poi i medici: Nessuno allora mi
ha detto pensaci, TUTTI quando vedevano la mia data di nascita e le
nostre facce da bambini ci spiegavano le modalità piuttosto semplici
dell'IVG. L'ho fatto un giorno di luglio, fisicamente nessun dolore,
dentro un senso di liberazione quando la sera con la mia mamma siamo
andate a raccogliere la frutta. Oggi ho 50 anni, AMO alla follia quel
ragazzo di allora che è mio marito. Abbiamo due figli, ho avuto un
aborto spontaneo qualche anno fa, la vita non ci ha risparmiato gioie e
dolori, ultimo una crisi coniugale che dopo tutti questi anni ci ha
portati sull'orlo del divorzio… non abbiamo mollato e continuiamo ad
amarci, ma sapete cosa ci siamo detti durante la litigata furibonda per
un tradimento di lui. Io ho detto dell'amante: è nata il giorno della
data di nascita presunta del nostro bambino….Mio marito ha capito
immediatamente di quale bambino parlavo e mi ha risposto: io pensavo che
quel bambino ci avesse legato in maniera indissolubile, come hai potuto
allontanarti da me…. Ecco …… quel bambino…
Stefy
Sono Stefy, da Lecce. Ho 34 anni e,
per la prima
volta nella mia vita ho avuto la grande "fortuna" di…"restare"
incinta!!! Un desiderio coltivato da anni ma sempre in attesa "del
giusto" principe azzurro che non arrivava mai!!! Così nel corso degli
anni, io, figlia di separati (da quando avevo 9 anni) con un padre bastardo
oltre che assente e una madre troppo impegnata a tirar su 3 figli per
poterci regalare un abbraccio, ho magicamente cambiato il mio pensiero
in: "Voglio fare un figlio da sola! Da sola sarò certamente all'altezza!
Starà sicuramente meglio senza le liti per casa tra genitori che non si amano!!
Perchè succede a tutti così !! L'amore finisce".
Ebbene, forse succede a tutti così! Ma al mio X giorno di ritardo, senza
un compagno giusto e saggio ur 41enne, la mia felicità d'esser in
attesa è stata assalita da i ricordi di me bambina, senza un padre, per
giunta scorretto e di qui la secca decisione dell'IVG!!
A Lecce ho trovato grande accoglienza, sia da parte del medico "non
obiettore" che da parte di tutto il personale ma ci terrei a
SOTTOLINEARE una cosa che non ho trovato scritta da nessuna parte: la
somministrazione della candeletta vaginale di prostaglandina dopo la
RU486 (nel mio caso) è stata lancinante.
Mi sono ricoverata il lunedì mattina per fare gli esami di routine. Poi
somministrazione di MIFEGYNE 600mg. Subito dopo aver ingerito le pillole
ho firmato per le dimissioni e ho atteso 2 giorni. Mercoledì mattina
sono ritornata in reparto e alle 9e 30 mi hanno inserito la prima
"candeletta" (un ovulo di prostaglandina CERVIDIL). Il Dottore mi ha
spiegato che dovevo restare stesa per mezz'ora ma che poi mi sarei
potuta alzare e che al limite, avrei potuto avere degli effetti della
PROSTAGLANDINA come VOMITO, DIARREA, DOLORI ADDOMINALI. Però, dopo
appena mezz'ora ho avuto un collasso e calo di pressione, tremori
e freddo. I dolori erano fortissimi!!! Non mi facevano l'antidolorifico
perchè (mi ha spiegato il dottore) si rischiava di bloccare l'effetto
della prostaglandina! Dopo forse 2 ore e mezzo di collassi che si
susseguivano non avevo ancora espulso nulla. Mi è stata somministrata
una seconda candeletta, questa volta con antidolorifico. Finalmente
inizio ad avere le prime perdite. Alle 14 finalmente avevo espulso!!! Il
medico si è meravigliato della reazione che ho avuto… tra qualche
giorno andrò per controllo e domanderò se è capitato solo a me!!! LA MIA OPINIONE E' QST:
SE L'ANTIDOLORIFICO MI FOSSE STATO SOMMINISTRATO PRIMA, CREDO CHE IN
QUALCHE MODO I MIEI TESSUTI SI SAREBBERO RILASSATI ED AVREBBERO
CONSENTITO UNA ESPULSIONE AGEVOLATA!!
Concludo dicendo una cosa: essere madre è sicuramente il dono più bello, ma l'egoismo di essere madre non
deve permetterci di costruire future infelicità!!
Roby
Finalmente un sito che si ricorda che anche interrompere la gravidanza è
un diritto di ogni donna cosi come quello di essere mamma. Sono una
ragazza di 29 anni, e tra circa una settimana mi sottoporrò alla IVG.
Non ho idea di come mi potrò sentire dopo, posso al momento definire
solo quello che provo ora..ed ora..così come quando ho scoperto di
essere incinta, sono assolutamente traumatizzata, arrabbiata e infelice
per quello che è avvenuto. Se potessi girare una lancetta di un orologio
all'indietro lo farei, perchè è stata una notizia scioccante e
inaspettata. Non era il momento e non era voluto. Sto insieme al mio
ragazzo da 4 anni e ci amiamo ma abbiamo una situazione economica e
lavorativa precaria a dir poco entrambi. Se tenessi il bambino/a il
contratto indeterminato che dovrei ottenere solo a Dicembre prossimo
dopo quasi 2 devastanti anni di cocopro, svanirebbe in un attimo,
insieme alla possibilità di chiedere un finanziamento alla banca per
poter pensare ad una casa mia e del mio ragazzo.
Lui invece tra circa 6 mesi perderà il lavoro, l'azienda in cui è
occupato ( anche lui con un contratto da cartone animato ) è in crisi e
stanno facendo dei tagli al personale.
Alle spalle abbiamo entrambi famiglie numerose ma che purtroppo non
potrebbero darci alcun sostegno economico.
Mentirei se dicessi di nn sentirmi in colpa per quello che sto per fare
anche se solo un po'…..mi sento che lo avrei potuto evitare con molte
+ energie e mezzi e nn l'ho fatto, ma ditemi…come posso pensare di
tirare avanti senza mezzi ne sicurezze e con una altra persona bisognosa
di cure? E poi, se anche decidessi di portare avanti la gravidanza
accettando così anche di essere mandata a casa a scadenza contratto a
progetto, dove troverei un altra occupazione in Italia…chi la
assumerebbe mai una donna incinta..con tutti i diritti che essere mamma
presuppone…quale datore di lavoro sceglierebbe me a una libera risorsa
neolaureata e senza legami affettivi?
Io vorrei solo dire a tutte quelle donne che nn riescono ad avere figli
nonostante lo vogliano con tutte le loro forze…che mi dispiace
moltissimo..e che mi sento in colpa anche perche penso alle difficoltà
di chi queste cose nn le può ottenere se nn con molti sforzi e cure a
volte pure senza successo…ma vorrei dire anche che esistono altre
realtà..altre persone..che pur volendo un giorno una famiglia e figli…nn
potrebbero tirare avanti se decidessero in periodi come il mio, di avere
questa responsabilità. Essere genitori non è un gioco… essere genitori
non lo si improvvisa…essere madre significa anche avere il sacrosanto
dovere di dare al tuo bambino qualsiasi cosa di cui abbia bisogno …..
cosa che io nn posso fare al momento.
Vanessa
Mi sono accorta di essere incinta diciassette giorni or sono, grazie ad
un test di gravidanza che mi ha dato un risultato netto ed
inequivocabile. Sentivo da qualche giorno strani sintomi… pesantezza
gastrica, stanchezza, malumore, ma non avrei mai pensato che queste
manifestazioni fossero legate ad una gravidanza (indesideratissima). Ho
35 anni, non ho mai usato contraccettivi ormonali per principio, per
scelta (che si bombardino gli uomini con ormoni antispermatogenesi),
poichè assolutamente regolare, quanto un orologio svizzero, ho sempre
calcolato con precisione i giorni fertili, escludendoli da rapporti
completi. Semplicemente, l'ultimo mese ho letteralmente confuso i giorni
del mio periodo fertile. Lui mi ama, io no. Non avrei mai voluto un
figlio potenzialmente somigliante a lui. Il giorno dopo mi reco dalla
ginecologa e con l'impegnativa ed una telefonata ho subito la data del
ricovero.. purtroppo mi tocca attendere quindici giorni poichè la
dottoressa che esegue le ivg è in ferie. Poco male se non per i sintomi
legati alla gestazione, come bruciore di stomaco, pesantezza, gonfiore.
Nel frattempo continuo la mia vita regolarmente. Sono una
professionista, continuo a lavorare, continuo a frequentare
quotidianamente la piscina (il fitness e l'attività cardiovascolare che
ne deriva hanno reso i sintomi assolutamente sopportabili) finchè non
arriva l'agognato giorno dell'ivg.
Non ho detto nulla a nessuno, nemmeno a lui. Nemmeno ad un'amica. E' un
problema mio e me lo sono risolta io. Entro in ospedale,
tranquillissima. Ore sette e sono alla settima settimana. Dopo 3 ore
sono in sala operatoria. Ospedale attrezzatissimo. Medici e infermieri
sono cordialissimi, gentili, si preoccupano di un mio eventuale stato
d'ansia, ma resto tranquilla. Mi addormento serena. Mi risveglio serena
ringraziando tutti di cuore di aver risolto il mio problema.
L'anestesista mi ha detto che sono una ragazza coraggiosa. Rimango in
osservazione qualche ora. Sto bene. Mi rilasciano le dimissioni. Così
come sono arrivata, sola, me ne riparto. Quaranta chilometri e sono a
casa. Sono serena, è stata la scelta giusta. Non ho versato una lacrima
perchè ho sempre saputo che di figli non avrei voluti. Mi sento libera.
Torno a casa. La sera ceno in compagnia con qualche amica, si parla e si
conversa, e si ride. Come sempre. I moralismi e il vaticano non mi sono
mai interessati, e ciò mi ha dato una forza che probabilmente sapevo già
di possedere.
Mary
Inizio la mia storia dicendo che ho 19 anni, troppo pochi per diventare
mamma, abbastanza da amare già il mio bambino e capire che non posso
tenerlo.
Sono incinta da un mese; quando io e il mio ragazzo l'abbiamo saputo,
abbiamo provato terrore e gioia, è la cosa più bella che mi sia mai
capitata. Lui pensava di essere sterile e figuratevi la gioia immensa!!!
un bambino in arrivo… poi, lo scontro con la dura realtà. Non posso
offrirgli un futuro felice, non ho una famiglia unita, anzi, mio padre
ha lasciato mia madre sola, con tre figli quando avevo 6 anni ci ha
rubato i soldi e via… mai più visto!! mia madre è laureata in
giurisprudenza ma è precaria! e porta a casa i suoi 1000 euro al mese
ogni tanto, i miei nonni mi odiano perchè a loro abbiamo portato solo
disgrazie e dolore e soprattutto delusione, loro non me l'hanno mai
detto ma io lo so benissimo. Io non voglio un futuro del genere per mio
figlio, non voglio che sia visto come un altra bocca da sfamare, non
voglio svegliarmi al mattino e pesare su qlcn, ma la mia vita
indipendente e dignitosa… non ho lavoro e studio lingue straniere da
un anno e non sono economicamente indipendente, non posso pesare
ulteriormente sulla mia famiglia, non se lo merita mia madre di pagare
ancora per errori altrui… il mio ragazzo mi appoggia, anche lui ama
già il bambino ma non può permetterselo! sono triste…. ecco, triste…
perchè non c'è altra parola per descrivere ciò che prova una donna nel
scegliere se dare alla luce la sua creatura.. tristezza, oblio
dell'anima, dell'essere… abortirò il 30 agosto. E da quel giorno la
mia vita cambierà, lo so… ora mi godo gli ultimi istanti con il mio
bimbo e spero che mi possa perdonare… un uomo non capirà mai quanto
per una donna sia incredibilmente necessario avere un bambino e
amarlo… se non fossi costretta non lo farei… non posso lasciare che
mio figlio cresca in un ambiente come il mio, non posso… lo amo
troppo, ora è 5mm è incosciente della sua esistenza e non soffrirà,
soffrirò io per tutti e due, …è come quando rinneghi una parte di te,
…NON ESISTE MODO DI STARE BENE, NON ESISTE MODO DI CANCELLARE, è
INUTILE AGGRAPPARSI A FRASI FATTE, SONO PRONTA A PRENDERMI LE MIE
RESPONSABILITA…
Martina
Sono una ragazza di 19 anni, fidanzata da 3 mesi con un ragazzo
fantastico che mi sta aiutando moltissimo… tutto è successo il 25
luglio, rapporto a rischio ma non completo e poi basta, tutti gli altri
rapporti con metodi contraccettivi. Il 15 agosto aspetto le
mestruazioni, ma niente, il 16 17 18 19 20!!! niente!!!!!
panico…terrore…gioia… non so, provavo tante di quelle emozioni che
adesso non riesco a descrivere…bisogna passarci per capire davvero. 21
agosto, test, POSITIVO! io e il mio ragazzo ci guardiamo, ci abbracciamo
e scoppio in lacrime, cosa faccio?? ho 19 anni, studio, mia madre è
precaria divorziata con tre figli a carico e mio padre non si sa dove
sia…. il mio ragazzo lavora ma non ha niente da parte e vive con i
suoi…siamo giovani, troppo giovani e sicuramente la società ITALIANA
non ci aiuta…decido di non tenere il bambino, passo settimane tra
consultori, medici simpatici e non, ma che non giudicano mai.
all'inizio ero sicura di non volerlo, non ho le possibilità per dargli
un futuro felice e ciò che si merita, ma quando ho visto il
''sacchettino'' in cui si trova……ho capito quanto lo amo già!!! è
lungo 8mm, praticamente non c'è, ma invece è li e lo so e lo sento,
tutto questo complica solo la mia decisione che porterò a
termine…scrivo per dire :
NON GIUDICATE MAI MAI MAI QUALCUNO PER UNA SCELTA FATTA, BISOGNA VIVERE
QUESTA ESPERIENZA PER CAPIRLA!!!!!!!! E UOMINI, VOI CHE PARLATE,
GIUDICATE, LANCIATE SENTENZE A DONNE CHE COME ME DECIDONO DI FARE L IVG,
AVETE PURE IL DIRITTO DI PAROLA PER CARITÀ, MA NON IL DIRITTO DI
DECIDERE!!!!!!!!! PERCHÈ NON SIETE VOI A PORTARLO IN GREMBO, SOPRATTUTTO
UOMINI DI CHIESA CHE NEANCHE SANNO COSA SIA UNA FAMIGLIA DA MANTENERE O
UN BAMBINO DA PORTARE IN GREMBO, TACETE….È LA COSA MIGLIORE CHE POTETE
FARE. LA MATERNITÀ NON È UN DOVERE.
Manuela
ho 35 anni e la mia IVG è avvenuta il 1/10/2011 al Policlinico Casilino
di Roma. Sono rimasta incinta quasi volontariamente nel senso che io e
il mio ragazzo avevamo deciso entrambi di avere un rapporto non protetto
(non ero nei giorni fertili ed avendo sempre il ciclo regolare ero
sicura che non sarei rimasta incinta). La mia situazione personale fino
ad agosto 2011 era serena fino a quando ai primi di settembre scopro di
essere incinta…. in quel momento provo gioia ma tanta la paura,
confusione ma negli stessi giorni arriva la notizia che speravo non
arrivasse…… la domanda di trasferimento che il mio ragazzo aveva
fatto viene accettata, finalmente tornava a casa dai suoi amici, dalla
sua famiglia. Cosi da Venezia (la città in cui lavorava), viene
trasferito in Calabria nella sua terra, lontano da me….. così mi
ritrovo piena di dubbi, incertezze, paure non sapevo più cosa fare….
Mi sentivo sola nonostante io viva in una città come Roma. A lui non
dissi subito che ero incinta (quello glielo dissi dopo qualche
settimana), vedevo la sua famiglia che mi isolava, nessuno mi chiedeva
di come potevo stare io visto che lui tornava da loro, anzichè
trasferirsi da me infondo dovevamo sposarci tra qualche anno.
Così ho iniziato a pensare all'IVG. Alla mia famiglia dissi subito della
mia gravidanza e al contrario di come pensavo non mi hanno giudicata
anzi mi hanno dato il loro appoggio qualsiasi fosse stata la mia
scelta…. si rendevano conto che era la mia vita e che qualunque cosa
mi consigliavano la decisione doveva essere la mia. Mi sono rivolta al
consultorio piena di paure.. ansie, dubbi, sapevo dentro di me che
quello che stavo valutando cioè l'IVG era una cosa sbagliata non era
giusto era una vita che stavo togliendo era il mio piccolo – ma che
certezze gli avrei dato che tutto ciò che credevo di avere non c'era
più….
Al consultorio ho trovato una freddezza incredibile, mi sono sentita
trattata malissimo ero solo un numero, nessuna assistenza psicologica,
nessun modo per capire come mai prendevo una decisione così estrema, se
magari ci potevano essere ripensamenti. In effetti ero titubante, ecco
perchè avrei voluto avere un minimo di assistenza. La ginecologa che mi
doveva visitare mi chiese solo quanti anni avevo e se fossi sposata e
poi senza alzare gli occhi dal foglio mi disse: "Lei lo sa che potrebbe
essere la sua ultima possibilità di avere figli? Comunque si accomodi
sul lettino che la visito…." Dopodichè mi diede un foglio con scritto
quando dovevo andare in ospedale e l'impegnativa per l'ecografia
ostetrica. Chiesi all'assistente sociale e anche lei in maniera molto
superficiale mi disse semplicemente la durata dell'intervento e basta,
mi liquidò in fretta. Il 1 ottobre alle 14.00 mi sono presentata in
ospedale mi hanno fatto l'anestesia locale, il momento dell'intervento
me lo ricordo perfettamente: ero in sala operatoria e mi sono agitata
parecchio per via della mia situazione psicologica, mi chiedevo se stavo
facendo la cosa giusta, l'intervento non è stato doloroso non ho avuto
effetti secondari e nessuna complicazione, anzi 27 giorni dopo mi è
ritornato il ciclo. Come già detto prima, i miei pensieri prima
dell'aborto sono stati tanti positivi e negativi se facevo bene o se
facevo male. Dopo l'IVG mi sento malissimo psicologicamente in quanto
non sono stata preparata psicologicamente.. È vero, sapevo cosa stavo
facendo… ma è altrettanto vero che spesso mi chiedo ancora: Se avessi
avuto un'assistenza psicologica da parte di una psicologa o
dall'assistente sociale stessa, chissà se alla fine l'avrei tolto lo
stesso oppure no. Non so se è stata la scelta giusta ho un senso grande
di colpa e credo che me lo porterò sempre dietro, perchè per colpa delle
mie paure, delle mie incertezze, ho tolto una parte di me. Forse mi
sento anche pentita di questa scelta e se tornassi indietro non so se lo
rifarei… Ho tanta rabbia anche nei confronti del mio ragazzo, è stato
comunque egoista, quando ha saputo della gravidanza la sua risposta è
stata: teniamolo e proverò a far di tutto per venire a Roma…. ha
sempre promesso ma ha sempre fatto il contrario di ciò che spesso
prometteva. Ecco perchè ho fatto questa scelta, perchè non volevo per
mio figlio un padre che c'era e non c'era.
Pina
Sono una ragazza di 19 anni fidanzata da un anno con un ragazzo di 28
anni, un rapporto bellissimo, ci completiamo, lui è tutto ciò che mi
mancava … il 10/10/2011 dopo un ritardo di 5 giorni scopro di essere
incinta facendo un test … PANICO … lacrime, paure … come dirlo a
mia madre??' … vado a scuola e con delle amiche compro un altro test
di quelli "digitali" e il risultato è 3 settimane … comincio a
sentirmi mancare la terra sotto i piedi, non capisco più nulla …
pensavo solo a quanto ero stata stupida … mi regolavo con il calcolo
dei giorni fertili ma questo mese qualcosa è andato storto!! … la mia
testa pensava solo che non doveva succedere. Dopo averlo detto a mia
madre mi ha fatto sentire una donna inutile, una nullità e questo l'ho
accettato perchè ho capito la rabbia e la sua paura … dopo qualche
giorno mi ha detto che qualsiasi scelta ci sarebbe stata … purtroppo
la mia situazione familiare non è delle migliori: un padre che non c'è
mai stato e pur facendo un lavoro con un ottimo stipendio a noi spetta
ben poco, separati ormai da 4 anni e dopo varie missioni che lui ha
fatto all'estero tornando sempre più diverso e vari tradimenti, mia
madre gli ha dato un bel calcio, ho un fratello di 20 anni che lavora
sull'ambulanza e una madrea di 46 anni che anche lei lavora in questo
ambito … lo stipendio è misero e già si fà fatica in 3 …inoltre il
mio ragazzo vive ancora con i suoi, e oggi senza una stabilità economica
fai ben poco … fà il grafico pubblicitario, ma le spese sono più delle
entrate e resta ben poco per permettersi un affitto e far crescere un
figlio … lui è felicissimo e vorrebbe tanto che mandassimo avanti la
gravidanza … ieri ho fatto la prima visita … ho specificato subito
che avevo intenzione di praticare l'IVG, il dottore è stato un pò freddo
e mi guardava con un aria come se stesse giudicando … ma sapevo
qual'era il prezzo da pagare per quest'incoscienza o meglio l'avevo
immaginato … fatta la visita si è visto un "fagiolino" di un mese e
una settimana grande come un chicco … ad oggi aspetto la chiamata per
andare a fare gli analisi e poi in seguito fare l'IVG … ho tanta paura
.. non mi dò pace …. mi sento così inutile come non avrei voluto
decidere la vita di un altra creatura … ma sò anche che la situazione
non mi permette serenità e non posso far pagare le conseguenze della mia
superficialità ad una creatura innocente … posso dirvi che più passano
i giorni e più lo sento mio, più vorrei avere la possibilità … perchè
l'amore nell'accoglierlo c'è tutto … ma in questi casi la ragione e la
realtà devono prevalere sull'istinto e sui sentimenti …. penso che
alla fine di tutta questa esperienza saremo donne più di prima, si paga
un prezzo per tutto … sicuramente non sarò mai più così incosciente
!!! … GUARDIAMO LA REALTÀ CIÒ CHE DAVVERO VOGLIAMO E CHE
SENTIAMO … un domani quando ci sentiremo realizzate e indipendenti
economicamente e con delle fondamenta allora porteremo in grembo questo
chicco per 9 mesi fino alla nascita …. ora io guardo la realtà e
questa è la decisione più adatta …
Emma
La mia esperienza risale a ieri (07/04/2011) e dal punto di vista
tecnico non è stato traumatico se non fosse stato per l'attesa dalle
7.30 (analisi, elettrocardiogramma e accettazione) alle 15.30 per la
preparazione e l'intervento e l'uscita ore 18.00. Attesa estenuante a
causa del luogo (semplice stanza di attesa – osp. Casilino Roma in
compagnia di centinaia di persone, molte con il pancione e/o bambini al
seguito) e del digiuno forzato (solo un bicchiere di te zuccherato dopo
le analisi). Noi 6 piccole donne in attesa di Ivg! Alcune accompagnate,
altre come me (ma per mia scelta) da sola. Solo il mio ragazzo sapeva e
anche se a distanza è sempre stato presente in tutte le "incombenze" e
alla fine è stato lui ad accompagnarmi in ospedale e poi è venuto a
riprendermi. E' sempre stato dolce e comprensivo.
La mia scelta, forse risalente a prima anche del ritardo (una donna sà
….), è rapida è sicura: pochi soldi, storia sentimentale precaria,
assenza totale di istinto materno e tanto altro. Non ho trovato un
motivo per non farlo. Non mi sono pentita anzi mi sento sollevata. Non
ho mai pianto ne prima ne dopo se non quando mi sono stesa sul lettino e
sono iniziate le operazioni di anestesia. Ricordo di aver pianto
singhiozzando, poi mi sono addormentata. Ciò dovuto alla tensione! Non
sono insensibile, io adoro i bambini, ma se un giorno deciderò di averne
dovrò avere soldi, tempo e un uomo che mi ama.
Tina
Ho fatto l'IVG una settimana fa. Sono rimasta incinta un poco da
sprovveduta. Io e mio marito abbiamo usato solo metodi contraccettivi
naturali poichè io stavo ancora allattando il nostro secondo figlio.
Siamo una coppia abbastanza giovane, con due splendidi bambini ma con
una situazione economica instabile legata ai nostri lavori precari.
Abbiamo genitori alle spalle che ci hanno aiutato molto ma con molti
sacrifici. Portare a termine la gravidanza non avrebbe coinvolto solo
noi ma avrebbe significato caricare di ulteriore responsabilità chi ha
già fatto molto ed ha anche altri figli di cui occuparsi. Rinunciare ad
un figlio per l'incapacità di mantenerlo penso sia una delle cose più
atroci che un genitore possa provare. Ciò avrebbe dovuto comportare
anche un cambio casa per avere spazio a sufficenza per tutti. Inoltre
per me sarebbe stata la terza gravidanza nel giro di quattro anni e non
avrei trovato le energie per arrivare fino in fondo. Avrei rischiato di
alienare me stessa.
La mia decisione è stata immediata, anche se provavo molta paura e molta
vergogna al pensiero di affrontare assistenti sociali e medici. Le
persone che ho incontrato sono state invece splendide. La delicatezza
con cui sono stata trattata, la gentilezza durante l'iter preparatorio,
la professionalità con cui sono stata operata hanno stemperato il
profondo imbarazzo che mi attanagliava e hanno mitigato la solitudine
mia e di mio marito. E' una decisione che abbiamo preso io e lui da
soli, e che condivideremo per tutta la nostra vita.
Prima dell'aborto sono stata malissimo, in particolare fisicamente ho
sofferto moltissimo di nausea e vomito e ciò ha portato con sè un dolore
all'anima, in quanto mi sembrava una sofferenza vuota che non avrebbe
portato a nulla.
Il futuro è sempre un'incognita e non so dire se questa decisione, per
me oggi giusta, avrà qualche ripercussione un domani…mi auguro solo
che una donna, una coppia, una famiglia che si trovi ad affrontare una
scelta del genere possa non sentirsi mai abbandonata..
Bibiana
ho 30 anni e sono incinta di 10 settimane…tra qualche gg ho la
prenotazione per l'ivg…sono in ansia, ho paura, mi sento sola. Sto
insieme ad un ragazzo da 9 mesi e lui non è d'accordo con la mia
decisione e oggi che tutto diventa più reale, si è reso conto che non
potrà mai accettarla e ha deciso di finire qui la nostra storia… e
come dargli torto!…solo che sto male, mi manca e avrei voluto il suo
aiuto, la sua comprensione, il suo amore…
io mi sono laureata qualche mese fa e ancora non ho trovato alcun tipo
di lavoro, so che non è facile, che ci saranno dei sacrifici da
affrontare, che dovrò andarmene al nord, e vivere con qualche euro e
farmi aiutare dai miei. Non me la sento di sacrificare tutti i miei
sogni, i miei sacrifici e tutti gli anni di studio…non ora e non in
questo modo…dovendo dipendere dai miei per i soldi, per una
casa…avere un figlio ora significherebbe rimandare o rinunciare al
lavoro…perchè certo per un anno non posso fare nulla e poi con un
figlio piccolo e tutte le spese annesse, di nido, baby sitter come
potrei andarmene via e vivere con uno stage o un lavoro a tempo
determinato?
Lui ha da poco iniziato un lavoro, ha grosse spese, sta investendo molto
e soprattutto lo sta facendo qui, un piccolo paese del sud Italia, e per
me qui non ci sono disponibilità…e forse non le voglio!…ho sempre
pensato che sarei stata coraggiosa in una situazione del genere, che
l'amore avrebbe vinto su tutte le paure…ma da quando l'ho saputo non
sono riuscita a non pensare a tutti i problemi…al dispiacere e alla
delusione che avrei dato ai miei che avevano tanto investito per il mio
futuro, al fatto che da sola non sarei stata in grado di gestire la
situazione…penso che un figlio debba essere sentito,
desiderato…avere la sensazione di potercela fare, che tutto è
possibile se si vuole…ma io non me la sento!….ho paura delle
complicanze dell'ig, dell'anestesia, delle conseguenze che potrei avere,
di perdere lui per sempre, di non poter più reggere il suo sguardo…so
che faccio discorsi egoisti, che sto pensando solo a me, che forse a
volte la vita ci mette di fronte a delle scelte e imprevisti che non
avevi calcolato, che affrontarli comporta fatica, coraggio e aiuto…ma
davvero non ce la faccio e non me la sento!…non so cosa sarà di me
dopo il 15…ho paura e non so con chi parlarne.
Ramona
Ho deciso da poche ore di interrompere una gravidanza. Non mi sento in
colpa, per un motivo molto semplice: a differenza di quello della mia
prima bambina che adesso ha 3 anni, io questo embrione non l'ho amato da
subito. NO. Ho capito di essere incinta pochi giorni dopo il
concepimento, avvenuto in modo più che casuale, non pianificato, quasi
inspiegabile. Ma non ho sentito quell'amore, quel senso di abnegazione,
dedizione, sacrificio, che ho provato per la mia prima gravidanza. Mio
marito non vuole altri figli, io pensavo di volerne, ma mi sono resa
conto, adesso, oggi, che il mio desiderio di maternità era più culturale
che reale. Ho pensato anche, per qualche ora di tenerlo e affrontare
tutto da sola, ma non me la sento. Non me la sento perché la mia vita
non sarebbe più la mia. Perché mi sentirei inchiodata da quest'altra
maternità, sentimento che non ho mai, mai, mai provato quando aspettavo
mia figlia.
Probabilmente se il rifiuto di mio marito non fosse stato così netto
avrei fatto un'altra scelta, ma, realisticamente sono convinta che non
sarebbe giusto mettere al mondo un figlio non desiderato dal padre e
desiderato a metà dalla madre. Non so se questa decisione avrà
conseguenze negative sulla mia coppia, ma, comunque vada, io ho la
certezza che mia figlia sarà amata e voluta, sempre, da entrambi. E
questa per me è la cosa più importante di tutte. Amare e desiderare
davvero i figli che hai. Non so come sarà abortire, ma sento che è la
scelta giusta.
Rosy
Sono una mamma di due bellissime bimbe. Sono rimasta incinta
per una disattenzione. Nessuno di noi 2 avrebbe voluto far nascere un
altro bambino. Ora sono settimane che ci interroghiamo quale sia la
scelta giusta da fare. Io dopo lunghi giorni di riflessione ho preso la
decisione sofferta di interrompere questa gravidanza. Il motivo? credo
che ogni bambino abbia il sacro santo diritto di essere in primis VOLUTO
e poi amato. Sono 2 concetti per me legati da un filo sottile di
condivisione espressiva quasi inscindibile. Ma come molte altre mamme
credo che la scelta di essere mamma sia legata a un fattore volitivo e
debba essere rispettato. Credo che non si possa condannare una persona
se per ovvie ragioni non se la senta di riaffrontare questa esperienza.
A
metà gennaio andrò incontro al destino che ho scelto. é difficile
rispettare le emozioni di una donna che esprime le sue frustrazioni,
piuttosto è molto più semplice condurre il gioco sotto il profilo etico
e religioso… legati da vincoli concettuali tradizionali. Comunque ripeto che ogni bambino abbia il
diritto di venire alla luce se accettato dalla propria mamma!
Mariangela
a giugno 2004 rimasi incinta perchè con il mio ragazzo al momento non
praticavamo alcuna forma di contraccezione, a parte, se si può definirla
tale, il coito interrotto.
il mio ragazzo ed io stavamo assieme da circa 7 anni. io ero rimasta
orfana di madre qualche anno prima, vivevo con i miei nonni e mia
sorella. mio padre si stava facendo un'altra famiglia in un'altra città.
con il mio ragazzo era una guerra continua, tra scenate e pianti ci
lasciavamo e ritornavamo assieme in media due volte a settimana. lui
aveva problemi di cocaina, era disoccupato da anni e mi disse che non
poteva promettermi alcun cambiamento. io non potevo legare tutta la mia
vita e quella del mio bambino a quella persona. non potevo continuare a
soffrire, avevo accudito mia mamma, malata di una rara e terribile
malattia degenerativa per sei anni. non potevo continuare a soffrire.
non volevo abortire!!!
lui, il potenziale padre di mio figlio e compagno della mia vita,
coerente con la parola non data, fece tardi anche all'appuntamento al
consultorio. lì mi visitarono. mi fecero un'ecografia transvaginale. io
tenevo le mani sugli occhi, mentre piangevo. non volli guardare. dissi
che volevo abortire e mi indicarono un ospedale e mi dissero il nome del
ginecologo abortista. lo conoscevo. non ricordo se ci mettemmo in
contatto. sì, forse era la pratica. un'assistente sociale sgarbata ed
insensibile mi fece firmare un modulo con delle domande di routine. alla
fine della seduta io le dissi piangendo che ero in crisi, che stavo
male, che avevo bisogno di aiuto. e lei mi rispose con sufficienza,
mentre apriva la porta per uscire, no, non era sufficienza, era estremo
disprezzo: "Non abortisca"! io le risposi che non potevo assicurare
niente a questo bambino. non ero succube del mio ragazzo, facevo la mia
vita, ma spesso mi picchiava e mi offendeva e mi rubava i soldi. tutto
questo non glielo dissi. non mi chiese niente. non mi propose nessuna
alternativa.
sono contenta che non l'abbia fatto!
forse c'era il medico a questo colloquio. il fatto è che ho cercato di
rimuovere questo incubo per tutti questi anni. non ne ho mai parlato e i
ricordi stanno sopraggiungendo sfocati man mano che scrivo. sì, c'era
nella prima parte del colloquio. io ero imbarazzata perchè è un amico di
famiglia. lui era serio, molto più del solito, ma cercò di
sdrammatizzare. fatta la sua parte, uscì e mi lasciò con quella donna.
il resto già l'ho raccontato.
poi c'è stata un'attesa di quasi due settimane. sono troppe!
durante questi giorni avevo delle nausee fortissime, non controllavo il
vomito. la spossatezza era terribile. i genitori del mio ragazzo
andarono via proprio in quei giorni ed io mi trasferii a casa sua.
potevo stare sul divano e soffrire il mio dolore. furono due settimana
da incubo. non trattenevo alcun alimento, fumavo tantissimo. e piangevo.
qualche volta lo pregavo di darmi una speranza. altre volte ero ferma
nella mia convinzione.
finalmente il giorno dell'intervento. era in anestesia totale. mi misero
nella stanza con altre tre ragazze. io ero la più grande. una era
straniera. ci diedero qualcosa da mettere tra le gambe. eravamo
intimorite ed imbarazzate, ma la vergogna era il sentimento più forte.
sembrava di respirarla. nessuna chiese all'altra il suo nome. non
ricordo nemmeno una faccia. la prima fu chiamata ed andò via. tornò dopo
un tempo che non saprei precisare. tornò piangendo disperata. una
signora scocciata e sprezzante, credo un'infermiera, lasciandola lì
disse qualcosa tipo: "Prima fanno queste cose e poi piangono". a quel
punto la vergogna lasciò un po' di posto alla paura. io mi alzai dal mio
letto per cercare di consolarla. non avevo mai visto nessuno piangere in
quel modo. tornò la seconda. stavolta un'infermiera diversa
l'accompagnava e vedendomi accanto a lei mi invitò gentilmente ad andare
nel letto, dicendomi che non dovevo preoccuparmi: era l'effetto
dell'anestesia.
poi fu il mio turno. entrai in questa stanza. mi svegliai con il più
forte dolore che avessi mai sentito. era ovviamente amplificato
dall'anestesia. piangevo come non ho mai pianto in vita mia. mi sentivo
che niente avrebbe potuto consolare il mio dolore. non era tanto il
dolore fisico: era la disperazione più nera. gridavo il nome del mio
medico. lo chiamavo piangendo. poi mi ricordai che era solo l'effetto
dell'anestesia. così mi avevano detto. così cercai di darmi un contegno.
poi mi dimisero. dopo un leggero mal di pancia durante la giornata.
sanguinamenti per un paio di settimane. era andato tutto "bene".
già ho parlato dei miei pensieri prima. adesso dopo. in un paio di
giorni mi liberai per sempre del mio ragazzo. il senso di colpa era
terribile e lo accusavo di avermi fatto fare questa cosa orribile e
dolorosissima. a volte, nei mesi successivi, avevo come un senso di
vuoto nel ventre. l'angoscia era terribile. poi una mia amica, l'unica
con la quale avevo parlato, mi fece parlare con altre due amiche in
comune, che già lo avevano fatto. ci confrontammo. piangemmo assieme,
ricordammo, cercammo di non ricordare. ci ubriacammo e piangemmo ed
andammo al mare e ridemmo. e pian piano sembrava che stessi superando,
ma ogni volta che vedevo una donna col pancione io volevo accoltellare
quel pancione.
questo non lo confessai mai a nessuno.
non mi sono mai pentita.
ho sofferto come un animale il senso di colpa e la rabbia nei confronti
di me stessa, perchè mi ero ficcata in una situazione così. perchè mi
ero messa in condizione di provare un ennesimo dolore, non bastavano
quelli che la vita mi aveva riservato, perchè ero stata una stupida e
superficiale.
non ne parlo mai con nessuno, non ne ho mai parlato con nessuno in
questi termini.
credo che il 70% del mio enorme dolore sia stato dovuto al fatto che non
ho avuto nessun tipo di assistenza psicologica prima, durante o dopo
quell'evento.
mi sono decisa a condividere queste cose perchè adesso sto da 5 anni con
un angelo. ci siamo conosciuti esattamente un anno dopo quella terribile
estate. aspettiamo un bambino e qualche settimana fa andammo a fare le
analisi nello stesso laboratorio nel quale mi recai quella volta per le
analisi per l'aborto. camminavamo abbracciati per strada ed eravamo al
settimo cielo. non lo abbiamo progettato questo figlio, non stiamo in
una situazione economica favorevole, non abbiamo alcuna famiglia alle
spalle, ma ci amiamo e ci vogliamo bene e qualunque cosa accada, questo
bambino da noi sarà amato e voluto bene. mentre camminavamo così
abbracciati e ci godevamo la nostra felicità mi è venuto in mente quando
nel 2004 sono uscita dallo stesso laboratorio:
è stata la scelta giusta!
Luana
Come prima cosa vorrei ringraziare per quello che state facendo.
Il 16/02/10 sono partita per raggiungere la clinica in Austria, a parte il
viaggio un pò lungo il resto è stato molto veloce, ho telefonato il
giorno prima (parlo un pò il tedesco) per prendere appuntamento. Alle
ore 18,00 ero alla clinica. Il dottore è stato molto cordiale, la
clinica sembrava un pò semplice ma solo nell'apparenza, in realtà era
totalmente attrezzata anche con macchina ecografica (cosa che noi in Italia non abbiamo neanche in consultorio).
Il dottore che si sforzava di parlare l'italiano mi ha controllata e
siccome con l'ecografia non si vedeva niente mi ha fatto il test
dell'urina. Accertatosi che ero effettivamente incinta mi ha dato le tre
pastiglie, una d'assumere la mattina del giorno dopo, le altre due dopo 48 ore, in più mi ha dato altre 2 di emergenza e una pastiglia per il
dolore. Mi ha detto che se ci fossero stati problemi di chiamare (il che
era un pò improbabile visto la lontananza) e se non fosse funzionata mi
faceva il raschiamento. Costo totale Euro 490,00.
Quindi siamo tornati a casa (io e mio marito) ho assunto le pastiglie
senza alcuna assistenza, solo con un foglio di istruzioni scritto in
tedesco. Per fortuna è andata tutto bene, la prima pastiglia praticamente
non ha fatto nessun effetto apparente, qualche piccole perdite; prese le
altre due continuava a non succedere niente, solo dopo 24 ore ho sentito
un pò di dolori simili a quelli mestruali (io durante il ciclo non ho
mai avuto dolori forti) e da quel momento, che è durato 2 giorni ho avuto
perdite consistenti. Adesso sto bene sarebbe previsto anche un controllo
che probabilmente farò qua in Italia.
Sono rimasta incinta per errore, io non prendo la pillola perchè ne ho
provate diverse e con tutte ho avuto dei disturbi, ho provato l'anello
ed è stato anche peggio. Io ho 43 anni, ho 2 figli, uno di 13 e l'altro di
12 anni, sia io che mio marito lavoriamo e fortunatamente non abbiamo
problemi economici. Un terzo figlio semplicemente non era previsto,
sconvolgeva il nostro equilibrio. Posso capire che questo modo di
pensare disgusti qualcuno, ma per me non è stato affatto penoso, certo di
questa cosa non me ne vanto anzi forse un pò me nè vergogno. Un
sentimento comunque l'ho avuto: un sentimento di rabbia contro un paese,
l'Italia, bigotto e arretrato.
Marcella
Ho fatto l'IVG il 20/02/2010. Se sono riuscita ad affrontare questa
triste esperienza è anche grazie alle testimonianze che ho trovato su
questo sito, dopo una serie di ricerche che mi riportavano sempre a siti
nei quali condannano le donne che devono eseguire questo tipo di
intervento, con citazioni esasperate e foto da censura, che molte volte
sono solo il frutto di false informazioni di cui come ben sappiamo il
web è pieno. Per questo ho deciso di scrivere la mia testimonianza,
perché spero di potere dare anche io la forza morale a chi si potrebbe
trovare nella mia stessa situazione. Oggi sono fidanzata da 8 mesi, ho
24 anni ed è la mia prima storia d'amore, quella che speri non finisca
mai, quella in cui punti tutto. Probabilmente la mia inesperienza mi ha
portato a fidarmi del mio fidanzato che mi ha sempre ripetuto che
sarebbe "stato attento". Beh, adesso so a malincuore che non si può
"stare attenti", c'è bisogno di un vero metodo di contraccezione se non
si desidera una gravidanza. Io sbagliando ho sempre rinviato l'inizio della pillola
anticoncezionale, perché mi sentivo tranquilla e non pensavo che potesse
mai succedere a me, perché noi ci "stavamo attenti". Finché sono
arrivati quei giorni.
Io ed il mio fidanzato litigavamo in quei giorni,
io avevo un ritardo, ma non mi sembrava il momento di parlarne a lui,
discutevamo, forse era in discussione il proseguimento di questa
stupenda storia d'amore, per banali motivi di incomprensione, e questo
era più importante di qualsiasi ritardo. Ma dentro stavo male, è come se
sentissi qualcosa. Quindi una sera glielo dissi, ma lo tranquillizzai
subito, dicendo che probabilmente era colpa del clima nervoso in cui ci
trovavamo in quei giorni. Mi volevo convincere e volevo convincerlo che
era solo un semplice ritardo.
Ma la notte ci pensavo, io lo sentivo. E'
sabato mattina, mi sveglio presto, il mio ragazzo è rimasto a dormire
con me a casa dei miei e stava ancora dormendo. Io vado in bagno,
prelevo il campione di urine mattutine, leggo e rileggo le istruzioni del test comprato il giorno
prima in farmacia e proseguo con la massima precisione. Poi torno in
camera, lo sveglio, guardiamo insieme il risultato. Positivo. La prima
reazione è stato un pianto. Ma non ero meravigliata. Io già lo sapevo,
lo senti dentro. Non so come, ma lo senti dentro. La nostra bellissima
storia d'amore, che allora durava da soli 5 mesi, io e lui quante volte
avevamo scherzato sui nomi dei nostri figli. Ma adesso no, non era il
momento. Siamo ancora immaturi per un passo del genere. Noi ai nostri
figli vogliamo donargli tutto il possibile, l'amore di una famiglia vera
e unita. E come fare, visto che il mio fidanzato non lavorava, ed ognuno
vive ancora in casa con i propri genitori. Come facevamo? Quindi è per
questo. Nessuno ci ha costretto. Lo sapevamo entrambi che non era il
nostro momento. Forse posso sembrare superficiale con queste parole, ma
io non mi ritengo tale. Sicuramente siamo ancora irresponsabili per ciò.
Quello è certo. E allora come mettere al mondo una creatura con un
ragazzo che conosci da solo 5 mesi. Si, io voglio che sia lui l'uomo
della mia vita, ma dopo solo 5 mesi di fidanzamento, non ce la
sentivamo. Sia io che lui eravamo sicuri sul da farsi, dobbiamo ancora
conoscerci a fondo, non si può far nascere un figlio se non è cosa
gradita e cosa giusta. Delle volte ci ritornavamo su, per vedere se
eravamo davvero convinti, si…. una forte tristezza in noi, in entrambi
un forte dolore e senso di irresponsabilità, ma alla fine di ogni
pensiero era sempre la stessa la nostra unica alternativa.
Ci siamo
recati al consultorio giovanile dopo aver effettuato il test. Io volevo
abortire, a malincuore (a malincuore non perché non ne ero convinta, ma
perché è una triste decisione per una donna) e comunque non avevo idea
di cosa significava. La ginecologa e l'assistente furono molto carine con
me, avevo bisogno della loro tenerezza perché avevo il timore che ci
avrebbero trattato male. Invece no, certo la "paternale" ovviamente, ce la siamo presa ed anche
volentieri. Stavamo zitti. Avevano ragione su tutto, sulla
contraccezione, sul grave errore che avevamo commesso. Non si può fare
affidamento al coito interrotto, assolutamente no. Però non ci trattarono male.
Dopo una settimana circa il rituale colloquio con la
psicologa ed un'altra ginecologa. Anche loro molto teneri con noi.
Chiedevano se era quello ciò che volevamo, chiedevano se non avessimo
pensato alle gioie che può portare un figlio, certo che ci avevamo
pensato. Ma adesso non ce la sentivamo. Provarono a farci cambiare idea,
anzi è meglio dire che si volevano solo accertare della nostra
convinzione, come è giusto che facessero.
Dopo ancora un paio di
settimane l'ecografia, 6 settimane e sei giorni. Una ecografia ai miei
occhi poco capibile e quegli 8mm e mezzo di embrione. Una forte emozione,
vedevo questa macchia, non la capivo, non sapevo da che parte guardarla,
ma sapevo che quello era il frutto del nostro amore.
Ci spiegarono così in cosa consiste l'operazione, prima viene fatta
l'anestesia, l'operazione dura poco, io dopo una mezz'oretta ero già
tornata dalla sala operatoria alla camera dell'ospedale. Quel giorno ero
terrorizzata, il mio fidanzato mi è sempre stato vicino, sempre, in
tutto il percorso, nonostante i miei sbalzi d'umore e le altre normali
paranoie.
Imiei genitori invece ho deciso di tenerli allo scuro di
tutto ciò, cosa che mi ha fatto molto male, tante bugie per andare a
fare le visite, soffrire in silenzio, senza renderli partecipi, loro, la
mia famiglia, mi ha fatto davvero male, ma pensavo che sarebbero stati
male per me, chissà se avrebbero appoggiato la mia decisione,
sicuramente se mi avessero appoggiato sarebbe stato solo per amore, ma
non sarebbero stati d'accordo. Poi avevo paura di farli preoccupare
troppo per la mia salute, quindi ho deciso di non dire nulla a loro.
L'ho fatto per loro, per il loro bene. Ma non mi piace affatto di
avergli tenuto nascosto una cosa così grande.
Nei giorni prima dell'intervento ovviamente avevo cercato su internet
informazioni e avevo trovato di tutto e di più. È per questo che sono
arrivata terrorizzata all'intervento. Mi tremavano le gambe, tantissimo,
e le braccia… tremavo tutta. Ricordo le parole: adesso ti facciamo
l'anestesia, chiudi gli occhi se no ti gira la testa e fai dei bei respironi.
Un respiro, due respiri, e poi mi sono risvegliata in camera.
Non ho visto niente, né gli strumenti che hanno usato, né sentito il
rumore di tali strumenti, né altro. Al mio risveglio avevo dei dolori
all'addome, niente di atroce, della stessa intensità dei dolori
mestruali. Nessuna complicazione, niente di niente. Il ricovero in day
hospital, sono uscita dalla sala operatoria alle 12e30 e sono uscita
dall'ospedale alle 17e30, il tempo di tenerti sotto controllo.
All'uscita è sconsigliato guidare, perché si è deboli. La notte si sta un pò male, per questi dolori, ma sono del tutto sopportabili.
Le perdite
di sangue anche della stessa capacità di un ciclo mestruale.
Non è stato di certo una liberazione, sono ancora dispiaciuta per quello
che ho fatto, in quanto donna, ma non me ne pento e penso che sia stata
la scelta più giusta. L'unica scelta. I danni morali dipendono da
persona a persona. Si, sei triste, stai male, ma se sei convinta della
tua scelta non può essere un peso, e quindi anche il morale in poco
tempo tornerà come prima. Mi è capitato di vedere bambini dopo
l'operazione, ma non sono scoppiata in crisi paranoiche. Ho passato
l'aspirapolvere in casa, e non mi è venuto alla mente alcun rumore già
sentito in sala operatoria. Non ho visto l'embrione. Niente di tutto ciò,
niente di ciò che si legge su alcuni siti. Insomma è sicuro che molte
delle cose che si leggono nel web sono false. Bisogna solo cercare di
stare tranquilla, parlarne con un'amica, col proprio ragazzo se si ha, e
con i genitori se è possibile, tutto ciò rende l'attesa e l'intervento
più sereno.
Un giorno avrò dei figli, saranno bellissimi ed io ed il mio fidanzato
gli doneremo tutto ciò di cui ha bisogno, tanto amore, dormirà nel
lettone in mezzo a noi, ci farà ridere, piangere, un giorno. Adesso era
troppo presto.
Lorenza
Ho 35 anni, sposata, con una bambina di 3 anni che adoro.
Nell'ultimo anno il mio matrimonio è entrato in crisi. Fin qui niente di
nuovo, se non fosse che, dietro pressanti insistenze di un ragazzo che
conoscevo da tempo che, sarebbe stupido negarlo, mi lusingavano molto ho
ceduto e ho fatto una ca…ta che non avrei mai immaginato sarebbe
tornata indietro come un boomerang! Avevamo utilizzato il preservativo,
ma da metà rapporto in poi e questo mi è costato davvero caro. Quando ho
scoperto di essere incinta (venerdì 09/10/09), credevo che il cuore
mi sarebbe scoppiato tanto mi batteva forte. Panico. E subito dopo la
consapevolezza che avevo un'unica strada da percorrere e da sola .Già,
anche se fossi stata sicura al 100% che fosse di mio marito, non so cosa
avrei fatto, perchè nn me la sento proprio di averne altri, sono troppo
impegnata nel lavoro e nel resto e comunque non ne vorrei più.
Così arrivo in ufficio, mi collego ad internet e comincio a cercare
finchè trovo una clinica a Locarno. Prendo appuntamento
e dopo una settimana (ho chiamato lunedì 12/10 e sono andata il 20/10,
ero di 5 settimane + 6 giorni) mi sono recata da loro. Partenza alle 4.30 di mattina e una tirata di oltre 200 km. Il personale si mostra da
subito gentile e rispettoso, anche se l'imbarazzo in questi casi è
normale. Mi fanno un'ecografia, si vede un puntino di 1 m circa, loro nn
mi dicono nulla per delicatezza, ma io voglio sapere cosa si vede, così
girano il monitor ed eccolo là. Dopo aver fatto un colloquio con lo
psicologo, prendo la pillola RU486 il 20/10, non sento niente
fisicamente. Torno a casa e continuo la mia vita di sempre, anche lo
sport, ma comincio a sentirmi male psicologicamente il giorno dopo.
L'angoscia prende il sopravvento su di me e nn riesco a gestire i
pensieri che si accavallano nella mia testa. Il senso di colpa mi stà
opprimendo e faccio fatica a respirare. Una giornata interminabile, che rimarrà nei miei ricordi per
sempre.
Il giorno dopo torno a Locarno. Stavolta mi viene somministrata una
prostaglandina per l'espulsione del materiale abortivo, così è spiegato
nei fogli illustrativi e devo trattenermi presso l'ospedale per 3 ore
circa. Alle 8.15 di mattina prendo la pillola e dopo poco comincia la
mestruazione o emorragia. I dolorini sono veramente leggeri e
sopportabilissimi, ma se posso dare un consiglio, ho avuto l'accortezza
di aiutare il mio intestino a svuotarsi prima di partire, ho fatto un
microclisma di glicerina, perchè ricordavo che durante il parto i dolori
erano meno intensi e l'espulsione è avvenuta velocemente dopo avermi
praticato i microclismi.
Dopo 2 ore vado in bagno e in fondo al wc vedo quello che non avrei mai
voluto, ma che ormai era inevitabile: l'embrione, un fagiolino di 1 cm
circa. Ho pianto nn so quanto da
sola in quel piccolo bagno angusto. Il giorno dopo, ovvero oggi, mi
sento uno schifo e so che devo rimettere in fila i pensieri e ridare un
senso alla mia vita che nn sarà + la stessa dopo quest'esperienza.
Va detto, tuttavia, che ogni donna (secondo me) deve essere libera di
scegliere per il proprio corpo (a prescindere dalla mia esperienza, che
mi rendo conto sia condannabile più delle altre) e questa tecnica mi è
sembrata davvero molto "dolce", anche se probabilmente ognuna reagisce
in modo diverso, e per questo mi sento fortunata, anche perchè ho
guidato ancora per oltre 200 km dopo.
Ora tornerò la prossima settimana per il controllo. Spero si concluda il
tutto e toccherà a me sola portare questo macigno con me per il resto
della mia vita.
Claudia
Ho quasi 40 anni, ma proprio non me li sento… leggendo queste
testimonianza mi sono sentita leggera e ringrazio tutte le donne che
come me vogliono dare voce e raccontare questa esperienza senza vergogna
e con libertà! La mia non è un'esperienza di aborto deciso e
pianificato, è una storia diversa che cerco di riassumere brevemente. Sono sposata felicemente da 12 anni e nel 2006 abbiamo avuto la prima
gravidanza, ma alla nona settimana il nostro bambino era morto… questo
in gergo si chiama aborto ritenuto e con una "semplice" raschiatura
hanno sistemato il mio utero. Dopo 36 ore ero di nuovo al pronto
soccorso ginecologico dell'ospedale di Vicenza (dove abito) con forti
dolori. Dopo 6 ore di attesa (ricoverata in reparto) si sono decisi a
farmi una visita (la febbre saliva – me la sentivo – e lamentavo dolore
alla gamba dx) e trovando la cervice chiusa hanno deciso di allestire in
venti minuti la sala operatoria e rifare il raschiamento. Naturalmente
può capitare…
Nel 2008 eccoci
di nuovo, e anche se non attraversavamo un buon periodo economico,
eravamo felici ugualmente!!! Arriviamo alla 17a settimana e… si rompe
il sacco ed esce il liquido amniotico. Era estate, quindi bevevo molto e
andavo molto spesso in bagno, non me ne sono accorta. Mi sentivo un pò
strana, quindi decido di fare un giro dal mio ginecologo che mi visita e
con eco constata la situazione tremenda: il mio baby era ridotto ad una
pallina e non si poteva muovere, rannicchiato col femore in bocca senza
nessuna possibilità di continuare la vita… vita negata. E questo lo
URLO con tutto il mio fiato agli anti abortisti!!!! Quello che abbiamo
dovuto passare per abortire io e mio marito è stato tremendo!!!! Ma come
vi permettete di GIUDICARE… Il mio sconcerto nel toccare con mano la
situazione che esiste in Italia. Praticamente anche in quella situazione
tutto (o quasi) il personale era "a favore della vita" pertanto ci hanno
fornito il materiale ma mi sono dovuta arrangiare in tutto. Dopo 15 ore di travaglio nonostante dicono di avermi praticato la morfina, ero
stremata con contrazioni di 45 secondi, 15 secondi riuscivo a dormire e
poi via ancora, questo per quattro ore… Mio marito mi aiutava, non
eravamo in sala parto ma in una cameretta da soli. Poi alle 4.15 le
contrazioni sono cambiate e finalmente è uscito lui. Sono passate le
infermiere, mi hanno portato in sala parto dove è stato tagliato il
cordone ombelicale e poi hanno effettuato una raschiatura, bene questa
volta. Per informazione questa pratica nn è stata effettuata presso
l'ospedale di Vicenza, dove non è praticata in quanto avevo passato il
limite consentito dalla legge. [In tale caso è legale l'aborto al di
là di 90 giorni anche in Italia. AMR]. Mi sono rivolta a una struttura in
provincia. Era il 17 luglio 2008. Ci sembrava minimo vedere il nostro
bambino, almeno per rendergli omaggio e quando l'abbiamo visto abbiamo
pensato che il nome che avevamo pensato per lui gli si addiceva:
Alessio. Dopo qualche giorno, per puro caso, il vento ha mosso le pagine
del nostro calendario e abbiamo scoperto che il 17 luglio è S. Alessio. Strana la vita, vero?
Alla fine
di questa esperienza, mi sento di poter affermare che gli obiettori che
lavorano in ospedale non dovrebbero giudicare; siamo esseri liberi e ci
dobbiamo prendere le responsabilità per le nostre scelte. Chi sceglie
quel lavoro deve prendere il bello e il brutto come fanno tutti. Mi
piacerebbe che anche nel mio paese venisse proposta una legge come
quella che la Sig.ra Bibiana Aìdo sta portando avanti in Spagna, e se
qualcuno avesse voglia di indicarmi il percorso per iniziare questo
cammino, ringrazio anticipatamente. claudia(at)ogi2.it
Dina
Subito dopo le feste natalizie ho scoperto di essere incinta e sono
rimasta veramente scioccata! Io ho già due bambini uno di tre anni e
l'altro di appena un anno che mi assorbe completamente a livello
psicologico perchè è molto agitato e la notte non dorme mai. Immaginate
come posso aver appreso la notizia di una nuova gravidanza!! Appena
effettuato il test a casa mi sono subito sentita dentro una specie di
rifiuto che fino ad oggi non mi era mai capitato. A quel punto ho parlato
chiaramente con mio marito spiegandogli che non mi sentivo
psicologicamente pronta per affrontare una nuova gravidanza e lui ha
perfettamente capito la situazione dicendomi che la decisione era solo
ed esclusivamente mia e che quello che decidevo lui l'avrebbe
accettato. A quel punto mi sono decisa per un'IVG farmacologica in
Svizzera. Ho chiamato tempestivamente l'ospedale regionale di Locarno i
quali molto gentilmente mi hanno dato appuntamento per il giorno dopo.
Il giorno successivo sono lì, dopo un breve colloquio per capire le mie
reali intenzioni mi hanno accompagnato dal medico che mi ha fatto
un'ecografia per capire di quante settimane ero e se poteva sempre agire
per via farmacologica.
Fatto questo e rientrando nelle sette settimane di gravidanza mi fa
assumere davanti a lui le tre pasticche di mifegyne RU486 e mi rimanda a
casa dicendomi di presentarmi due giorni dopo per l'assunzione di altre
due pillole.
Il giorno dopo l'assunzione del mifegyne ho avuto subito perdite e
l'espulsione della placenta. Il giorno che mi sono presentata
all'ospedale mi hanno dato ugualmente le due pillole per assicurarsi
dell'avvenuta espulsione e mi hanno trattenuta per circa quattro ore con
infermiere carine e gentili che si assicuravano sempre del mio stato di
salute. In quelle quattro ore non ho avuto niente ne crampi ne mal di
pancia forte e quindi mi hanno dimesso prendendomi appuntamento dopo
dieci giorni per un'altra ecografia per verificare l'avvenuta IVG.
Ora a quasi un mese dall'IVG sto bene con me stessa non ho avuto
ripensamenti e ringrazio i medici e gli infermieri dell'ospedale
regionale la Carità di Locarno per il trattamento personale ricevuto.
Penelope
Avevo 22 anni.. vivevo sola e l'università da finire… con lui un
bel rapporto… ma l'ho lasciato… 2 mesi dopo scopro di essere incinta.
E da li a un paio di settimane abortisco. Come avrei mai potuto dargli una
vita dignitosa ? da sola ? senza alcuno accanto. E quanto
piansi…piansi allo sfinimento in quell'appartamento da studenti.. dove
nessuno sa che esisti in una bruttissima giornata di ottobre. Mi sentivo
sollevata ma triste..
Dopo circa 9 anni ero una professionista, un bel
lavoro.. economicamente agiata e sposata ad un uomo che amavo tantissimo,
finche un giorno scopro quello che non avrei mai dovuto scoprire di
lui.. e da li un incubo… le botte le minacce .. non avrei mai dovuto
parlare, avrei dovuto solo accettare… me ne vado di casa .. stanca di
essere percossa dopo la quarta volta che ero finita al pronto
soccorso…. ma incinta… di quel figlio tanto cercato e voluto da
entrambe… con lui non avrei potuto andare avanti, troppo grande il compromesso.
E decido di abortire la seconda volta, porto ancora la morte nel cuore per quel figlio tanto cercato
frutto dell'amore …
Mi rifeci una vita costruita dal niente….oramai ero una donna
distrutta e massacrata…finche a 36 anni conosco un uomo che amo e che
viene a vivere da me.. io una nuova carriera e una posizione di tutto
rispetto… dopo un po scopro di essere di nuovo incinta io felice e lui
di piu….. 3 giorni.. sparito di casa portandosi via tutto. Dice io non ne
voglio sapere… Stavolta no!!! lui mi minaccia di abortire altrimenti mi
licenzia… ma stavolta no!!! no!!! no!!!
La mia bimba è nata 5 mesi fa. 9 mesi di gravidanza sempre da sola, 5
mesi io e la cucciola sempre sole.
Stavolta nessuno ha potuto rovinare il mio sogno.
dopo 8 giorni che la piccola è nata mi ha licenziata… sono senza lavoro e
sola!
Ma noi donne ce la possiamo fare! la ricchezza più grande i sorrisi della
mia piccola… sono la persona più ricca del mondo….. Buona vita piccola
Ginevra.. e sono sicura che da lassù due piccoli angeli custodi ti
proteggeranno sempre…. Buona vita piccola mia
Michela
Ho 37 anni. Ho avuto la mia prima e unica figlia quasi nove anni fa e ho sempre detto che non avrei fatto altri figli. Io e mio marito abbiamo sempre fatto sesso con il coito interrotto. Ho un ciclo regolarissimo da sempre ma a gennaio 2009 un rapporto non protetto in giorni apparentemente non fecondi e oplà a fine gennaio scopro di essere incinta. La cosa non mi rende felice, anche se ho sentito da subito di amare questo grumo di sangue opto per l’i.v.g. che viene praticata il 13 febbraio, il giorno prima della festa degli innamorati. All’ospedale dove mi rivolsi nessuno mi ha mai fatto riflettere prospettandomi altre soluzioni, ma comunque mi sono trovata bene. Alle 7.15 ricovero poi alle otto (mentre mia figlia si accingeva ad andare a scuola accompagnata stranamente da mio marito) a me iniettava in vagina una supposta che mi avrebbe causato le contrazioni piuttosto dolorose. Alle 11.00 circa entro in sala operatoria e quando mi sento sollevata, se non
altro dal dolore fisico.
Forse la cosa che mi ha mandato in tilt è stato il fatto di non aver mai programmato una seconda maternità. Dentro di me sentivo che dovevo prenderlo come un dono di Dio ma non ce l’ho fatta e ho ceduto all’i.v.g. Dopo un solo giorno sono sprofondata in
uno stato di malessere, mi tormento pensando di forse aver sbagliato anche solo per mia figlia. Quando la guardo penso di averle tolto la possibilità di avere un fratello o una sorella. Ma al momento non me la sentivo,
nonostante non mi dispiace fare la mamma, affatto pensavo alla pancia che sarebbe lievitata e al fatto di non essere giovane come quando ebbi la prima figlia dove tutto filò liscio con una gravidanza bellissima. Per questa gravidanza indesiderata
invece vivevo già nausee e malesseri che mi portavano solo a stare a letto senza forze. Probabilmente il rifiuto ha giocato un ruolo anche in questo senso. Adesso comunque non so se ho fatto la scelta giusta. Ma ormai non posso tornare indietro.
Valentina
Ho saputo di essere incinta da 4 giorni, appena visto il test ho sentito che
NON VOLEVO questa gravidanza, non ora… avere un bambino regala grande felicità, ma se lo si vuole… non voglio che mio figlio nasca per uno “sbaglio”, ne tantomeno voglio essere costretta io a modificare la mia vita in questo momento, ho sogni, aspirazioni… e voglio che mio figlio viva una situazione migliore di quella in cui vivo ora, quando verrà al mondo. Sono andata in un centro (aied) dove mi hanno offerto spiegazioni mediche e pratiche sull’aborto, certo, non me l’ hanno consigliato, ma sono stati capaci di aiutarmi a capire ciò che dentro di me sentivo fosse giusto…abortire…sono andata contro i miei genitori, ma sopratutto contro il mio ragazzo (che questo bambino lo desiderava) ed ho preso la mia decisione. Prima di prenderla ero in stato confusionale, piangevo, non mi davo pace…ora sono tranquilla, sento che è la cosa giusta!! ho appuntamento in ospedale tra due settimane, e sinceramente non vedo l’ora. Girando su internet mi sono imbattuta in quelle schifezze che sono i siti antiabortisti….ho visto le foto….un’oscenità immorale….dovrebbero vergognarsi a mio parere..
Ho scelto anche di vedere l’ecografia, 2,5 mm di grandezza…non ho provato nulla…ma non per questo mi ritengo una persona senza cuore, ne sentimenti..mi sento semplicemente una donna che ha preso la sua decisione….lottando….ma l’ha fatto….e vorrei invitare tutte le donne ad ascoltare solo se stesse, senza sentire giudizi e moralismi altrui….ho paura di perdere il mio ragazzo…ma se non è in grado di convivere con questa mia scelta, beh, preferisco perderlo piuttosto che vivere con una persona che non mi capisce.
Ringrazio questo sito per l’ obiettività e per dare voce alle donne che scelgono questa strada.
..spero di non aver offeso nessuno, e spero sopratutto di potermi vivere appieno la mia prossima gravidanza.
Silvana
Dopo
aver ricevuto l'informazione sulla possibilità di un aborto
farmacologico in Svizzera, ho cominciato a chiamare i riferimenti
ottenuti. Il primo che mi ha risposto è stato un medico a Locarno.
La signora al telefono è stata molto gentile e nonostante la
gravidanza fosse molto precoce, mi ha dato appuntamento per il giorno
dopo, per fare in modo che potessi
abortire prima della chiusura dell'ambulatorio per le feste. Poiché la data delle mie
ultime mestruazioni era il 18 novembre, l'ultima data utile per
l'aborto farmacologico sarebbe stata il 6 gennaio, ma l'ambulatorio
chiude dal 24 dicembre all'8 gennaio.
Quando sono andata lì mi hanno dato del materiale informativo e mi
hanno fatto alcune domande da un formulario (tra cui se avevo usato dei
mezzi contraccettivi), ma sono stati molto discreti e gentili. Ho
firmato una dichiarazione in cui chiedevo un aborto farmacologico
perché "in situazione di angustia".
Dopo questa parte "burocratica", il medico e una dottoressa sua
allieva mi hanno fatto una ecografia transvaginale per verificare lo
stato di gravidanza. Purtroppo, però, non sono riusciti a vedere
niente. Mi hanno detto, quindi, di tornare tre giorni dopo, sabato
mattina, nell'attesa che nel frattempo la gravidanza progredisse fino
a essere visibile.
Sabato mattina alle 8 ero di nuovo lì, hanno ripetuto l'ecografia e
hanno visto l'embrione. Mi hanno fatto subito una
fattura di pagamento, con la quale sono scesa al pianterreno e ho
pagato la prestazione con carta di credito.
Sono tornata in ambulatorio e mi
hanno subito dato il Mifegyne, fissandomi l'appuntamento per la
somministrazione della prostaglandina il lunedì mattina.
Lunedì sono andata là di nuovo, mi hanno dato le pillole e mi hanno
fatto aspettare 3h in sala d'attesa. Dopo 3h mi hanno chiamata per
verificare il mio stato e, siccome stavo bene, mi hanno fatto uscire,
fissandomi un nuovo appuntamento al 9
gennaio per una visita ginecologica di controllo. La pillola ha
fatto effetto un po' dopo, durante il viaggio di ritorno, ma il dolore e gli effetti collaterali come
diarrea e nausea erano molto simili a quelli delle mie mestruazioni più
forti.
Pia
Sono una ragazza di 19anni, ho una famiglia straordinaria
e ringrazio Dio perchè non mi hanno mai fatto mancare niente. Sono
fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo della mia stessa età, lui è
fantastico e soprattutto pazzo di me, e da circa un anno ho rapporti per
la prima volta con lui, ed abbiamo usato in qst anno il solito metodo
"coito interrotto". Ho sempre avuto un ciclo regolarissimo ogni 28
giorni erano lì.. Ma l'11 Ottobre 2008 nessun segno del ciclo, subito ho
messo al corrente il mio ragazzo, pensavo che questo ritardo fosse
dovuto a causa di un forte stress poichè impiego circa 3 ore per andare
all'università, oppure sbalzi alimentari (mangiavo solo pizza) ed
invece mercoledì 15 ho fatto il test ed è uscito POSITIVO al mio fianco
c'era il mio ragazzo in lacrime, io non potevo crederci ripetevo NON E'
POSSIBILE, PERCHE' PROPRIO A ME? Sono sempre stata del parere che ogni
donna è libera di scegliere e che l'età e il momento per diventare mamma
è soggettivo –
e nel mio caso è troppo presto…Subito dopo aver fatto il test sono
andata in farmacia ed in lacrime ho raccontato tutto, ho chiesto
informazioni sull'aborto e la dottoressa mi ha indicato alcuni ospedali.
Non ho pensato neanche minimamente di dirlo ai miei, loro sospettano che
sono ancora vergine, sarebbe un vero trauma per loro, di questo fatto ne
ho parlato solo con un amica e mia cugina. Il giorno dopo 16 Ott. con la
scusa che andavo all'università io, il mio ragazzo e una mia amica siamo
andati in ospedale mi hanno fatto l'ecografia, avevo una vergogna non ero
mai stata da un ginecologo, ma non si vedeva ancora niente, il dottore mi
ha fatto sentire un verme dicendo che ci sono 1000 precauzioni, che si
deve stare attenti, che la religione non accetta l'aborto, ma in questo
caso toccherà me allevare un bambino e non alla chiesa o altro! Ed
inoltre ha anche aggiunto che purtroppo la sua freddezza di fronte alle
mie lacrime è portata dal fatto che ne ha viste molte di ragazze come
me…
Ora martedì 21 andrò a fare le analisi e se tutto andrà bene il 27 Ottobre
farò l'intervento…Ed ho tanta paura davvero, ho paura di non
svegliarmi, paura di non avere più bambini, paura delle conseguenze… Ora
vivo con questa angoscia, e anche un pò di dispiacere perchè dovevo
stare più attenta anzi dovevamo… Non vedo l'ora che passano questi 10
giorni… Anche se ho paura del dopo.. Non sono d'accordo con chi fa
apprezzamenti poco razionali che accusano ragazze come me di essere
delle assassine, e bla bla bla…FACILE DIRLO? EH! Dite che amate i
bambini e che sono anime innocenti, ma non pensate alle conseguenze? Non
pensate se il bambino sarà felice, se avrà tutto quello che vorrebbe o
come spesso accade passerà più tempo con i nonni che i genitori, e se non
riceveranno tutto ciò che loro vorrebbero, e soprattutto se la relazione
non durà chi soffrirà di più sono loro…Concludo dicendo che io un
bambino lo voglio, ma tra qualche anno, in una situazione diversa perchè
voglio dargli tante SICUREZZE che in questo momento a me mancano e tanto AMORE come ho
ricevuto io dai miei genitori e di questo ne sono grada… Ragazze se vi
trovate nella mia stessa situazione fate quello che
dice il vostro cuore, perchè dire è facile ma difficile sono i fatti…
Stefania
Ho effettuato l'IVG il 26.03.2008 presso il policlinico di Pavia. Sono
rimasta incinta durante un trattamento di radioterapia per un carcinoma
maligno al rene sinistro pur prendendo la pillola, ma avevo
continuamente episodi di vomito in conseguenza della terapia
antitumorale ed è per questo che la copertura anticoncezionale
evidentemente non c'è stata.. Quando ho visto le due linee sul test di
gravidanza ho provato di tutto.. Paura, stupore ma soprattutto una
illogica, grandissima felicità. Dopo un anno di cure estenuanti, quel
fagiolino che aveva avuto la forza di crescere dentro di me, nonostante
che mi venisse detto che una presunta sterilità avrebbe potuto essere la
conseguenza delle cure a cui mi ero sottoposta, mi era sembrato più di un
miracolo.. Ero viva, aspettavo un bambino, il mio seno cresceva e le
nausee mi facevano una fastidiosa, meravigliosa compagnia.. Quando l'ho
detto a mio marito, la sua reazione mi ha fatto precipitare giù dalla
nuvoletta su cui avevo eletto domicilio..
Era preoccupato, terribilmente preoccupato per me che avevo
immediatamente sospeso le cure non appena avevo saputo della
gravidanza.. Mi ha detto che per lui la mia vita contava più di ogni
altra cosa e per avere un bambino ci sarebbe stato tempo se Dio avesse
voluto.. aspettammo comunque di parlare con tutti gli specialisti
possibili e immaginabili.. Tutti diedero la stessa riposta. Era
pericoloso per me perchè avevo interrotto le cure e pericoloso per il
mio bimbo, concepito in piena radioterapia. Così decidemmo per
l'interruzione della gravidanza. Il personale medico è stato gentile, il
tutto si è svolto in quindici minuti circa, ricordo molto poco, tranne
che ho sofferto molto anche fisicamente perchè le contrazioni uterine
erano insopportabili. Mi hanno spiegato che solo poche donne avvertono
dolore e solitamente solo chi non ha mai avuto un parto precedentemente.
Prima dell'aborto ho parlato tanto con il mio bambino e ho pianto tutte
le mie lacrime. Nei giorni seguenti gli ho scritto una lettera per
fargli sapere che non lo dimenticherò mai e che continuerò ad
aspettarlo. E' un'esperienza tristissima qualunque sia la causa, perchè
non mi sento affatto giustificata.. So solo che mi manca da morire e che
per quanto sia durata, sentirlo dentro di me mi rendeva felice, magica.
Fiona
La prima è avvenuta nel 2002.
Sono rimasta incinta per sbaglio proprio
come lo sono adesso…è successo semplicemente perchè non ho usato
precauzioni tranne il coito interrotto. E di questo ovviamente mi pento….Nel
2002 avevo 25 anni, un passato familiare da risolvere, una storia
instabile e l'incapacità di gestire in tutti i sensi un altra vita… a
malapena gestivo la mia e non ci riuscivo nemmeno bene. Appena lo seppi,
la paura più grande era quella di deludere i miei e poi quella di
ingrassare (e qui si capisce quanto per me fosse impossibile accettare la
maternità in modo consapevole). Decisi quindi senza incertezze di
abortire. La psicologa che mi seguiva ha sicuramente accentuato i miei
sensi di colpa. Il giorno dell'intervento non fu piacevole ma io non
vedevo l'ora di farlo. La mia storia dopo un mese dall'intervento è andata
a rotoli e si è strascicata per altri due anni. Un inferno. Non sono stata
mai consapevole nè di aspettare un figlio nè di aver abortito.
A distanza di 6 anni sono sicura di aver fatto la scelta giusta. Tanto che sono di nuovo incinta e
penso che farò la stessa scelta visto che l'uomo che mi sta accanto non
mi ama più e quindi sarei sola. Non me la sento, è una cosa troppo grande
e soprattutto non potrei offrirgli ciò di cui avrà bisogno… io per prima
pago per le mancanze di una situazione familiare dove, non per
cattiveria, non c'era spazio per accogliere le esigenze di un bambino. È
difficile e molto doloroso, a volte mi sento un egoista e una vigliacca,
ma credo di aver diritto di poter scegliere, prendendomi la
responsabilità delle conseguenze.
Elena,
42 anni
Il giorno otto febbraio del 2008, all'ospedale di Padova ho fatto l'IVG.
Ancora adesso sto soffrendo molto, mi sento triste ed irrequieta. Ho già
due figli grandicelli, ma il problema per questo terzo figlio era che da
tempo assumevo antidepressivi e non si sapeva come sarebbe nato questo
bambino. Inoltre mio marito, con cui da tempo il rapporto era incrinato
a dir poco, mi ha abbandonato moralmente e praticamente nel mio inutile
tentativo di avere questo figlio e di fare delle visite particolari
andando anche a Roma. Inutile dire che per me lui è come morto e adesso
ci stiamo finalmente separando. Sono vicina a tutte quante le donne che
hanno praticato un aborto perchè non hanno avuto alternative, fatevi
coraggio e così me ne farò anch'io.
Lara
Mi è successo molti anni fa, avevo 19 anni appena compiuti, ultimo anno di scuola e lo stesso ragazzo da tre anni,
oggi ne ho 33.
Il mio ciclo mestruale era sempre stato irregolare, ebbi le prime
mestruazioni a 16 anni e da allora continuarono a essere irregolarissime
saltando spesso dei mesi interi tanto che quando mi accorsi della
gravidanza (solo perchè avvertivo dei leggeri malesseri) ero oltre,
anche se di pochissimo, i 90 giorni previsti per l'IVG in Italia.
Non potevo crederci, continuavo a rifiutare l'idea che qualcosa potesse
cambiare così radicalmente la mia vita, non lo volevo, non potevo
accettare che solo perchè eravamo stati incoscienti ci saremmo dovuti
ritrovare a forza in una situazione che non desideravamo.
Ci consigliarono, così, di andare a praticare l'IVG all'estero per
evitare di tentare, magari perdendo ulteriore tempo, un IVG in Italia
conoscendo i tempi di attesa previsti anche in caso di regolarità dei
termini previsti dalla legge.
Lo feci subito e ricordo che non ero la sola ragazza italiana in quella
situazione, anzi c'era anche una ragazza al primo anno di università che
era oltre la 17ema settimana a causa di alcuni test sbagliati.
Se penso a me e a quelle ragazze quella sera nella stessa camera
dell'ospedale vedo delle ragazzine che non volevano nuocere a nessuno ma
che anzi volevano solo cercare di "aggiustare" tutto, per se stesse
sicuramente ma anche per le loro famiglie, una di loro disse che sperava
tanto di avere dei figli desiderati in futuro, al momento giusto.
Io invece promisi a me stessa che non avrei mai avuto figli in vita mia,
forse perchè da una parte sentivo di non meritarlo e dall'altra la sola
idea mi aveva sempre terrorizzata.
I primi tempi furono orribili, la mia famiglia non aveva saputo niente,
avevo nascosto tutto per evitargli un dolore e cercavo di continuare la
mia vita ma non avevo più stimoli, ero all'ultimo anno delle superiori,
mi diplomai per un pelo, non riuscivo a concentrarmi e cancellai le
ambizioni di continuare a studiare.
La storia con quel ragazzo finì dopo un pò di tempo, gli dissi (mi fa
male ancora adesso) che stare con lui era come rivivere ogni giorno i
giorni più tristi della mia vita perchè anche se avevo rifiutato la
gravidanza ricordo ancora alcuni momenti in cui mi ritrovavo a chiedere
scusa a quella "cosa" dentro di me.
Gli anni passarono e cercai di lasciarmi alle spalle quell'esperienza
dolorosa senza mai dimenticarla comunque.
Qualche mese fa mi sono sposata con un uomo meraviglioso, lui ha sempre
espresso il desiderio di diventare padre e io ho cominciato a
considerare l'idea di "rivedere" le mie posizioni, ho cominciato a
desiderare anch'io un figlio come l'evoluzione naturale di un rapporto
d'amore adulto e consapevole.
Purtroppo però da qualche tempo si è riscatenato qualcosa
nella mia testa, tutto è ritornato alla mia memoria, continuo a
tormentarmi, mi sento vile e ho come la sensazione di non meritare più
di essere felice.
Ne ho parlato con mio marito che abbracciandomi mi ha fatto notare che
oggi sono un'altra donna e che se allora ho fatto quella scelta è perchè
doveva essere così e non è stato sbagliato non accettare l'imposizione
di una gravidanza non voluta a quella giovane età.
Nonostante le sue parole la mia angoscia continua, ho letto di forti
depressioni anche a distanza di anni.
Lo so che non si cancella il passato ma forse sentire proprio di questi
tempi accuse provenire da tutte le parti, dita inquisitorie e parole che
lacerano dentro non aiutano la mia psiche.
Mi fa male soprattutto pensare di essere arrivata a fare l'intervento in
ritardo sentendomi una delinquente per la legge italiana, questa è la cosa che più mi tormenta.
Cerco anche di convincermi che tra 12 e 14 settimane non c'è differenza
visto che poi il risultato è il medesimo e in alcuni paesi si arriva a
praticare l'IVG anche fino a 24 settimane perchè ci sono altri parametri
di valutazione.
Non lo so, i pensieri si affollano nella mente e io vorrei solo cercare
di andare avanti, apprezzare le cose belle che ho e magari presto
diventare anche serenamente madre.
Francesca
Ho 30 anni compiuti da poco, il 6 febbraio 2008 ho "subito" la mia
seconda IVG.
Dico "subito" perchè in entrambi i casi la scelta è stata dettata dalla
razionalità e non dal cuore.
Il primo avevo 20 anni, uscivo da soli 3 mesi con il ragazzo di quei
tempi. Come unico metodo contraccettivo usavo un
piccolo compiuterino commercializzato in farmacia che giornalmente ti
informava sulla tua fertilità (PESSIMO). E' stato uno schock, eravamo entrambi
giovani e spaventati, è stato un fulmine a celsereno! Fino a quel
momento non avevo mai pensato di trovarmi nella condizione di dover
scegliere di stroncare un animella innocente. MAI. Ai tempi ho vissuto
quell'esperienza in modo quasi freddo, nascondendo a tutti, me per
prima, la cruda realtà. Il mio ragazzo alla notizia mi disse subito a caldo di abortire, la sua
reazione era dettata dalla paura, glielo leggevo in faccia… io non
sentivo il famoso istinto materno, ero consapevole di non essere pronta,
mi sono recata al consultorio della mia città dove la ginecologa mi
"sgridò" e mi fece capire l'importanza dell'informazione per scegliere e
usare adeguatamente i contraccettivi. Credo si sentisse in dovere di farmi la paternale per la mia
giovane età e per la mia situazione famigliare, sono orfana dall'età di
8 anni. E così abortii al limite del tempo consentito.
Ricordo molto poco di quei giorni, la nausea di quella mattina mentre andavamo
in ospedale, la sensazione appena uscita dall'ospedale di
stordimento, come se tutto quello che avevo appena vissuto fosse solo un
brutto sogno. La ferita rimase nascosta. Cri mi stette vicino, molto,
credevamo di essere innamorati. Ma da quel giorno il nostro rapporto
cambiò. Da lì a poco tutto tornò quasi normale. Dopo qualche mese ci
lasciammo. Ho sempre cercato di dimenticare, ho finto per anni che non
fosse mai accaduto. Senza mai guardarmi dentro.
Finché ironia della sorte… dopo 10 anni ecco il RITARDO. Un pugno allo
stomaco… già sapevo di essere incinta, lo sentivo, lo sentivo nel cuore.
Ho aspettato 2 settimane di ritardo prima di decidere di acquistare il
test in farmacia. Ed ecco la conferma. Purtroppo la storia qui si
complica… l'istinto materno c'è. Ne parlo con il secondo diretto
interessato, il papà… La nostra era una relazione di quelle
distruttive… Di quelle che sei perdutamente innamorata della persona
sbagliata… Dove il dialogo è pressoché inesistente. Un continuo tira e
molla. L'anno prima ci eravamo già separati dopo 3 anni di convivenza.
Era tutto per me, ma incompatibili. La situazione era già di per se
disastrosa… Quando gliene ho parlato lui è stato contento, io ho
pianto disperatamente, piango anche ora che scrivo… Mi sono
sentita DISPERATAMENTE SOLA! SOLA E TREMENDAMENTE DISPERATA:
…Senza pensare alla nostra situazione economica, lui senza lavoro
fisso e in casa dai suoi, io che facevo fatica ad arrivare a fine mese, a
casa da sola, a far fronte a quella che è la realtà di oggi.
È sentimentale, non si rendeva conto che la mia disperazione era
dovuta dalla consapevolezza che non saremmo tornati insieme perché
incapaci di gestire e vivere la nostra relazione serenamente, come
avremmo potuto crescere un figlio? Ho pianto come mai nella
vita, ho pianto per 2 mesi tutte le notti, non dormivo, continuavo a
chiedere scusa al mio cucciolo, scusa a Dio per aver scelto per la
seconda volta di rinunciare al miracolo di una vita che nasceva e
cresceva dentro di me. Di giorno la farsa… al lavoro nessuno lo sapeva,
amici : la Roberta che mi è stata molto vicino durante i momenti più bui
e il giorno dell'intervento! Per il resto, fuori dalle mura di casa ero
la quasi solita Fra. Ho saltato molti giorni a lavoro, quelli che suonava
la sveglia… un paio d'ore dopo essermi addormentata piangendo… Forse l'ho presa così male perchè amo i bambini e
li considero sacri, perchè mi sentivo terribilmente colpevole. Per non avere una possibilità da
offrire al mio bambino… per essere cosi codarda invece che darlo in adozione.
Nessun uomo al mondo potrà mai capire cosa significa questo per una
donna.
Ho seguito lo stesso percorso di 10 anni prima, stesso
consultorio, stessa dottoressa. Solo che questa volta mi ha abbracciata!
mi ha fatto coraggio. Anche la psicologa è stata dolcissima. Quando sono
entrata, neanche il tempo delle presentazioni e ho iniziato a
piangere!!! Non riuscivo a smettere! E' stata la scelta più dura di
tutta la mia vita! Ora conosco il famoso senso materno! Il senso di pura
felicità quando dal ginecologo l'ho visto muoversi!!!!!!! Era la sensazione più forte e appagante che avessi mai
provato prima!
All'ospedale sono andata con la Robi. Ho pianto da sentirmi
gli occhi bruciare per lacrime. Avrei voluto non svegliarmi
dall'anestesia… Ma eccomi che prendo coscienza, pian piano mi rendo
conto che l'ho fatto! me lo sono fatto portare via.
Ora vivo un lutto.
Nina,26 anni
Voglio raccontare una parte delle mia vita che ho tenuto e tengo dentro
di me da troppi anni ormai. Ero una bambina, avevo 16 anni quando ho
scoperto di essere incinta. Desideravo quel bambino più di ogni altra
cosa al mondo. Il mio ragazzo, 2 anni più grande di me, lo ha saputo
solo 4 mesi dopo, quando con lui ho fatto il test di gravidanza. Lui non
ha preso molto bene la nuova notizia e ci siamo lasciati.
Allora con l’aiuto di una psicologa ho preso la decisione più importante
della mia vita: abortire. Era un freddo mercoledì di marzo quando sono
partita per Londra. Ero sola, sola coi miei pensieri. Ho abortito al 5o
mese di gravidanza. Sono tornata in Italia alcuni giorni dopo, sola,
triste e vuota. Da quel giorno la mia vita è cambiata totalmente, ma non
mi sono pentita, mi ripeto continuamente che ho fatto la scelta più
giusta per me in quel momento. Penso spesso a quel bambino, se l’avessi
tenuto avrebbe 10 anni. Ora dopo tanti anni sogno una famiglia e tanti
bambini… Ma purtroppo non riesco a rimanere incinta del mio nuovo
compagno. Mi auguro solo che Dio da lassù cerchi di capirmi, ero solo
una bambina ed ero sola. Non potevo fare altro. Ora ho una famiglia
unita, pronta per un nuovo evento e spero che Dio mi dia un altra
possibilità. Perchè una seconda possibilità non si nega a nessuno…
Pamela
avevo poco più di 20 anni e un collega di università era stato vittima
di un incidente grave che lo aveva costretto a una lunga riabilitazione.
Credeva di avere la funzione sessuale compromessa. Non fu così e ci fu
un concepimento. Abortimmo, e sottolineo il plurale, in day hospital,
fuori città, là dove era tradizione recarsi perchè era luogo più
discreto, e c'era una lunga lista d'attesa di signore e ragazze anche
molto giovani. La mia vicina di letto era meno che ventenne, ricordo che
ci alzammo insieme per andare a prendere qualcosa da bere alle
macchinette, eravamo consapevoli, ci sentivamo grandi, capaci di
decidere senza condizionamenti, libere. Il mancato papà mi venne a
prendere la sera con un fascio di fiori di tutti i colori perchè era
incerto su cosa sarebbe stato meglio, e andammo a mangiare una pizza.
Non voglio assimilare il fatto a una specie di festa, però ho sempre
pensato che l'aborto non va criminalizzato, che la chiesa e tutti coloro
che hanno impedito l'informazione sulla contraccezione e il suo uso sono
altamente responsabili di svariati disastri, soprattutto nelle fasce più
giovani, che non si proteggono abbastanza dal rischio di gravidanza e
dal contagio di patologie. Nel nostro caso, abbiamo agito con
leggerezza, certamente. La leggerezza si paga, sulla propria pelle.
La soluzione dell'aborto è stata immediata e anche naturale per me,
vista l'età e la situazione, non ci fu il minimo dubbio. Ogni tanto
penso che sarebbe stata una femmina e avrebbe avuto gli occhi verdi. Ma
sono sicura che la mia vita sarebbe stata molto difficile. L'unica
stortura da rilevare è la considerazione dell'ostetrica in dimissione
che, dandomi i farmaci di rito, mi disse che la gravidanza era troppo
avanzata e l'embrione-feto piuttosto grosso… ho come avuto la
sensazione che parlasse di un caso al limite della legge se non oltre.
Io ero sotto anestesia e i medici si sono assunti le loro
responsabilità. Immagino che possano capitare degli abusi. Io mi sento
tranquilla.
Ho raccolto testimonianze allucinanti di aborto clandestino prima della
legge e ringrazio di essere capitata in tempi diversi e sotto la tutela
della legge. La 194 (in Italia) non si tocca! non per limitarla, per lo
meno!
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