Silvia
Ho 19 anni e circa un mese fa ho scoperto di essere rimasta incinta..
con il più classico dei modi, sicura che non sarebbe potuto succedere
nulla il giorno dopo il termine delle mestruazioni.. e invece, gli
ingenui consigli delle mie amiche si sono rivelati errati.. Ho fatto il
test quasi per caso, anche se in fondo sentivo che c'era qualcosa di
strano in me.. ero da un'amica.. Quando ho letto il risultato sono
scoppiata a piangere, com'era possibile che fosse successo a me che ero
sempre stata così attenta.. una sola volta mi ero lasciata andare col
mio ragazzo! Che rabbia!.. siamo corse subito dal mio medico di
fiducia.. piangevo ed ero disperata e, come se non bastasse, il mio
dottore mi mise addosso un'ansia e una fretta che peggiorarono il mio
stato d'animo. All'inizio non volevo dirlo a nessuno (per me era già una
grande umiliazione che lo sapesse la mia migliore amica, peraltro
contraria da sempre all'aborto!), nemmeno al mio ragazzo.. sapevo che
avrebbe considerato l'aborto moralmente inaccettabile, dato che già in
passato avevamo discusso riguardo alle sue radicate credenze religiose..
che in parte io non condividevo.. Però non ce l'ho fatta, e la sera
stessa, in lacrime gliel'ho detto.. Inizialmente si è mostrato sorpreso
e decisamente deluso della mia scelta ma, in seguito, mi è sempre stato
vicino e col passare dei giorni si è ricreduto sulle sue vecchie
convinzioni.. Ai miei genitori e familiari non sono riuscita a dirlo, e
penso che mai lo farò, anche se spesso vorrei confidarmi con mia madre,
vorrei che fosse lì durante l'operazione.. Ma non posso deluderla
dicendole che la sua bambina (appena iscritta all'università) è rimasta
incinta.. e in ogni caso non posso farla soffrire dicendole che non mi
sento pronta e che la mia scelta è anche condizionata dal terrore di
quello che sia lei che mio padre potrebbero pensare di me (sembra sempre
che tutto quello che faccio sia un errore.. ora, dopo essere uscita
benissimo dalle superiori, voglio finalmente dimostrargli che valgo
qualcosa!)..
Fra due giorni i medici mi hanno fissato l'operazione, a circa 9
settimane dal concepimento.. ho paura di tantissime cose: di non poter
più avere figli, per esempio, o addirittura di morire durante
l'intervento.. forse per una punizione di Dio.. quest'idea spaventosa mi
è venuta in mente dopo aver sentito il parere (decisamente estremista!)
della Chiesa al riguardo.. ma in fondo penso che essi non abbiano alcun
diritto di accusare le donne in questo modo.. non sanno cosa si prova
durante una gravidanza.. e quello che più mi innervosisce è che non
possono immaginare cosa prova una donna quando, non sentendosi pronta a
mettere al mondo una vita, decide di rinunciare alla gioia di essere
mamma.. è una scelta dolorosissima e troppo difficile!..
Durante queste lunghissime settimane ho riflettuto senza darmi un attimo
di riposo.. continuo a pensare e ripensare alla mia scelta.. L'unica
persona che effettivamente mi ha tranquillizzata è stata un'amica del
mio ragazzo che in passato ha abortito.. lei è stata la sola che, senza
eccessivi moralismi e consigli, mi ha spiegato tutto quello a cui sarei
andata incontro, in un caso o nell'altro.. E, soprattutto, mi disse una
cosa bellissima e così vera: RICORDA CHE UN FIGLIO NON VA ACCETTATO.. VA
DESIDERATO, E SE ORA NON TI SENTI PRONTA, NON VUOL DIRE CHE NON LO SARAI
MAI.. UN GIORNO SARAI LA MAMMA CHE ORA PER TANTE COSE NON PUOI ESSERE!..
Anche se ho ancora troppe paure, e spesso piango in silenzio, ora so che
sto facendo la scelta giusta.. che mi farà soffrire molto, ma che mi
permetterà di dare, in futuro, al mio bambino tutto l'amore e tutto ciò
che oggi, purtroppo, non posso dargli!!! Vorrei farvi i miei più sinceri
complimenti per il sito che è stato per me una valvola di sfogo..
Dacia
Ho 23 anni oggi, ma tutto è successo quando ne avevo 19.
La mia famiglia si era divisa da poco, o almeno, ancora non ero riuscita
a pieno a superare quel momento in cui scopri che i tuoi genitori sono
esseri umani, persone che possono commettere degli errori come tutti, e
la mia vita sentimentale e soprattutto scolastica conobbe un tracollo.
Non pensavo che mi sarebbe potuto succedere. Ho cominciato a lavorare
per potermi pagare la scuola, per tutta l'estate da sola, perché tutti
gli amici trascorrevano le ferie altrove. E lì, fra un lavoro e un altro
cominciai ad uscire, frequentando un pub con musica dal vivo, perché
almeno la musica in quel momento di solitudine, mi avrebbe fatto
compagnia. Ho conosciuto tanta gente, tanti ragazzi come me, quasi tutti
stranieri, che mi davano la sensazione di essere altrove, di vivere la
vacanza che non mi ero potuta permettere. Marcello era uno di questi, mi
piaceva, io gli piacevo. Siamo stati insieme una sola volta, un rapporto
protetto dal preservativo, ma qualcosa è andato storto, lui è tornato
a casa, nel suo paese, ed io sono rimasta incinta.
Ho fatto il test quasi per scherzo, e scoprire che era tutto vero è
stato come ricevere un sasso in pieno stomaco. Lui era lì dentro di me,
e io soffrivo, perché avrei voluto prendermi cura di lui, ma non avevo
niente, mi sentivo piccola piccola, non ero neanche sicura di sapermi
occupare di me stessa. So che ho preso una decisione giusta, so per
certo ora che non sarei riuscita ad essere una mamma a 19 anni, ma è
tanto il dolore che ho sentito e che ancora sento, ed è atroce il
ricordo di quel giorno in ospedale, di quei visi tanto simili al mio di
altre ragazze che attendevano il proprio turno nel corridoio della
maternità, di quel pianto disperato che mi è sfuggito in quel momento
perché il cuore mi faceva un male terribile.
È giusto il diritto all'aborto, ma è giusto anche che ognuna di noi sia
responsabile in prima persona nel momento in cui sceglie di fare l'amore
con qualcuno, perché nostre sono le conseguenze, nostra è la scelta e
nostro il dolore. Questo ho imparato.
Sara
Ho 24 anni ed ho scoperto di essere incinta alla fine di agosto. Rimasi
incinta il 5 agosto. L'ho scoperto per caso, giramenti di testa e molta
fame, tanta rispetto a quel poco che mangio di solito. La mia relazione
con un uomo amorevole dura da un anno, ed inutile dire che fu una gran
bella sorpresa. Sì perché lui non era fertile, perlomeno fino a quel
momento, naturalmente il figlio era suo. Sono entrata in una spirale o
tunnel di stato d'animo che solo noi donne possiamo comprendere, fatto
di paura, timore, sorpresa, paranoie e gioia. Si, tanta gioia, perché ho
sempre amato i bambini, ho sempre sognato il mio parto, era quasi un
dono di dio, per entrambi. La prima settimana non sapevamo cosa fare,
poi presi l'appuntamento con la mia ginecologa. Dicendole che il test
per la gravidanza era positivo e descrivendole i vari sintomi, lei mi
disse che sicuramente ero incinta e dopo la visita mi fece l'ecografia.
Che bella sensazione, ma accompagnata da una gran paura, il cuore mi
batteva fortissimo, quasi che usciva dal petto. Ci chiese cosa pensavamo
di fare ma noi due non lo sapevamo, e fece il suo discorsino morale per
tenerlo: tutte le sorprese sono belle! Poi mi diede appuntamento in
ospedale per altri esami e lì le avrei comunicato la nostra decisione.
Quanto ho pianto, quanto mi sono sentita uno schifo per il fatto che ci
chiedevamo entrambi se tenerlo o meno, come se fosse un oggetto.
Lui, maturo, cosciente mi è stato vicino in ogni passo, con amore ma paura.
Le nostre paure erano tante, …
Cliccare per la continuazione della storia di Sara
Aurora
Ho letto con grande interesse e partecipazione le testimonianze presenti
in questo bellissimo sito, che mi ha aiutato molto in un momento così
difficile.
L'IVG è avvenuta tre giorni fa, il 29 settembre, dopo 20 giorni dalla
scoperta di essere incinta.
Non stavo già più insieme all'uomo co-responsabile della mia gravidanza,
e l'avevo lasciato dopo poco tempo che ci frequentavamo proprio
perché
mi ero resa conto che non potevo fidarmi di un uomo così, che non si
curava della mia realtà biologica, dato che sapeva che non prendevo
precauzioni e ad agosto la mia ginecologa era in ferie. Ma lui diceva
che mi amava e sapeva perfettamente il mio periodo fertile: era un
pazzo! E delinquente io ad essermi fidata.
La scoperta è stata la cosa più traumatica della mia vita. I giorni
immediatamente successivi mi sono rivolta al mio medico di fiducia che
conosco da 20 anni, certa di un suo aiuto. Ho trovato l'ostacolo più
grande di tutti. Mi ha detto che l'aborto è morte e che dovevo pensarci
bene. Vista la mia determinazione poi però ha aggiunto che avrebbe
tentato di aiutarmi per fare l'intervento in un ospedale distante dalla
mia città. In realtà ogni giorno che l'ho chiamato mi diceva che c'erano
dei problemi, fino a quando dopo una settimana, mi sono mossa da sola
tramite consultorio. Lì ci lavorava la mia ginecologa. E' stata
disponibilissima e umanissima. Mi ha trovato un ospedale distante dalla
mia città, in cui ho trovato un ginecologo molto bravo. Anche se
distaccato, è stato chiaro e pronto nel rispondere a tutte le mie
domande. Deontologicamente perfetto. Di questo mi sono sentita molto
fortunata, anche perché questa cosa me la sono tenuta quasi tutta per
me. Anche le infermiere sono state quasi tutte molto brave. Certo,
umanamente non erano presenti. Nessuno mi ha rivolto parola. Però sul
piano sanitario sono state ineccepibili. Le ho ringraziate.
Dopo l'intervento, quando mi sono svegliata, non mi sembrava possibile
che fosse tutto finito. Sono scoppiata a piangere perché stavo bene, ero
sveglia ed era tutto finito. Un figlio non è un giocattolo. La maternità
è la cosa più importante per una donna, non può essere frutto di un
rapporto malato. Una nascita deve essere affrontata da una madre pronta
sotto tutti i profili, quelli materiali, ma sopratutto con una bella
realtà interna. La mia non lo era e non lo è. Per questo, nonostante non
avrei mai pensato di trovarmi un giorno di fronte ad una scelta del
genere, ho deciso senza indugi di ricorrere all'IVG.
Oggi sto bene fisicamente. E umanamente mi sto interrogando ogni giorno
sul senso di quello che mi è accaduto. Però so che ho fatto la cosa
giusta.
Monica, 20 anni
ero fidanzata con un ragazzo che diceva tanto di amarmi, di rispettarmi
etc etc.. e, per una sua distrazione e per la mia stupidità, a fine
aprile mi accorsi di essere rimasta incinta…
Sempre a favore dell'aborto perché è un nostro diritto, ma mai con
l'intenzione di provarlo sulla mia pelle… tornavo da un viaggio in Sud
America, e non stavo per niente bene quando, solo per prassi, decisi di
fare il test che risultò appunto positivo… ero arrabbiata. Arrabbiata
perché io non volevo un bambino, non potevo e non volevo però affrontare
un intervento…
Inizio la trafila burocratica a Milano, in un giorno girai due ospedali
agli antipodi con un caldo e un afa allucinante, con una fame pazzesca e
con delle persone che non facevano altro che complicare la situazione
più di quanto già non lo fosse.
Dopo tanto, riuscì a fare tutto e mi diedero l'appuntamento per il 30
maggio. Il mese di maggio, è stato forse il più lungo della mia vita…
lo stato d'animo sotto terra, la sessione d'esame che si avvicinava,
sonno, fame, pochi soldi e questo fantomatico fidanzato sempre dietro a
paragonarmi l'aborto al suo intervento per levare l'appendicite… già
vi lascio intendere… più si avvicinava il giorno dell'intervento, e
più ero nervosa ed ossessionata dal dubbio e dal rimorso… allora… il
mio caro fidanzato che tanto era stato gentile (a sua detta) ha ben
pensato di sparire dalla circolazione tre giorni prima dell'aborto.
Io, quella mattina mi sono alzata, ho preso il treno, e sono andata a
Milano, ho fatto tra pianti, rimorsi, tachicardia piuttosto accelerata
quello che dovevo fare, e con la coda tra le gambe, sono tornata a
casa… lui, non si è mai degnato di chiedermi come era andata, se avevo
bisogno di aiuto… presa da una intollerabile crisi, parlo con mia
madre e gli racconto tutto… mi dice di tornare a casa che almeno mi
avrebbe coccolato lei…
dopo dieci giorni, ancora ossessionata dal comportamento di
quell'idiota, decido di chiamarlo per chiedergli delle spiegazioni.
Al mio chiedergli se era contento di essersi comportato così sia lui,
che la sua dolce famiglia (eh si, perché sia in famiglia che in
accademia, aveva detto a tutti che la sua fidanzata era incinta e che
doveva abortire) lui mi ha risposto di si, e che lo avrebbe rifatto
mille volte… gliel'ho fatta pagare… adesso, quasi quattro mesi dopo,
dopo che gli ho dato una bella lezione di vita, mi sento più
tranquilla… ma spero di non rivederlo, altrimenti potrei tirarli
quello schiaffo che non gli ho tirato quando mi disse che lo avrebbe
rifatto altre mille volte…
Abortire non è uno scherzo, è un NOSTRO lutto, e di nessun altro…
credo che per farlo, ci vogliano i giusti presupposti perché un figlio è
un dono di Dio, e non è una sfortuna come noi tutte pensiamo.
Per chi come me, si è trovata da sola a dover affrontare un aborto,
senza nessuno che ti aspetta fuori l'ospedale e senza una telefonata…
beh.. si supera anche questa, bisogna essere grandi per avere tanta
forza e pensare a quanto piccolo sia l'altro per non avere il coraggio
di affrontare la situazione.
Mara
Tra due giorni mi sottoporrò alla mia seconda IVG. La prima esperienza
risale a quando avevo 24 anni. Una relazione con un uomo sposato,
incoscienza e così è successo di ritrovarmi incinta. Non potevo e non
desideravo tenerlo quel bambino ed ho scelto subito per l'IVG.
Sinceramente non ho più un lucido ricordo del tutto, sono passati tanti
anni, ma le cose principali non potrò mai scordarle: il mio stato
d'animo, le paure e la volontà di fare tutto di nascosto. Non sono
riuscita, era troppo evidente in me la sofferenza, ho raccontato tutto
ai miei genitori pur consapevole del dolore che gli avrei provocato e
sicura di non trovare il loro appoggio. Infatti a distanza di 11 anni,
mia madre ancora non me lo ha perdonato. Però al tempo mi ha assistita
per l'intervento che alla fine non risultò problematico ma pur sempre
difficile psicologicamente.
Adesso ho 37 anni, economicamente indipendente, una casa e una relazione
che dura da 7 anni con un ragazzo. Ci vogliamo bene, però la nostra è
una continua guerra dovuta ai modi diversi di vivere. Così abbiamo fatto
ferie separate e in vacanza ho avuto una storia con un ragazzo che mi
piaceva molto ma che non intendevo certo avere a mio fianco per la vita.
Nel frattempo il rapporto con il mio ragazzo non è mai stato cessato del
tutto, solo ci siamo un attimo allontanati. Sono rimasta incinta di
nuovo. Non ci potevo credere, io che oltretutto non sono mai stata
regolare nelle mestruazioni. L'ho scoperto da una settimana e da allora
vivo un incubo che è inspiegabile. Ho subito parlato con una amica e mi
sono attivata per la nuova interruzione. Questo bambino nemmeno io con
certezza so di chi possa essere. Mi faccio veramente schifo. Essendo
molto fragile il mio compagno ha capito che qualcosa non andava. Alla
fine l'ho messo al corrente. Non mi fa pressioni anche se lui vorrebbe
portarla avanti ma non posso farlo proprio perché vivrei nel pensiero di
non essere certa della paternità. Ho sbagliato io ed è giusto che sia io
a pagarne il conto.
Paola
Ho 25 anni, tanti sogni, tanti dubbi e tante paure per il mio futuro.
So esattamente quando sono rimasta incinta… il 18 giugno scorso. Io ed
il mio ragazzo, dopo nove anni di rapporto finito quasi un anno fa,
eravamo tornati insieme da neanche un mese. Sono legatissima a lui e lui
è da sempre perdutamente innamorato di me.
Ho scoperto di essere incinta 15 giorni fa e la mia prima sensazione è
stata quella di un collasso fisico e psichico. Ho sempre sofferto della
sindrome dell'ovario policistico, ed ho sempre avuto il terrore di non
poter essere in grado di avere figli… e questo ci ha portati ad una
stupida leggerezza nel non uso di un contraccettivo quella notte (visto
che avevo temporaneamente sospeso la pillola).
la mia situazione mi permetterebbe di tenerlo: ho un lavoro così come il
mio ragazzo, ho una famiglia che mi ama, ho un ragazzo che mi ama… ma
io credo di non amare più lui. Da quando siamo tornati insieme, le cose
non andavano davvero bene e avevo già pensato di chiudere
definitivamente la nostra storia.
Ma come posso mettere al mondo un bambino in queste condizioni?
Non sarei forse altrettanto egoista così come alcuni mi stanno
giudicando in questo momento?
Il mio intervento è fissato per martedì mattina…
Non avevo mai pensato di abortire… sino a quando non mi sono trovata
faccia a faccia con il problema e mi dispiace immensamente di aver
giudicato frettolosamente in passato le donne che lo hanno fatto.
Sono stata sincera con il mio ragazzo, ed ora ci siamo lasciati anche se
lui è al mio fianco come sempre. Mi odio per questo; sto male anche per
la sofferenza che sto infliggendo a lui.
Il personale dell'ospedale mi sta dando un supporto medico tutto sommato
adeguato, anche se non mi sento supportata a livello psicologico. Mi
hanno solo ribadito più volte che dovrei ritenermi fortunata nella mia
situazione ginecologica ad essere rimasta incinta… e che magari non
avrò più questa possibilità.
Ciononostante mi sembra ingiusto mettere al mondo una vita in una
situazione disastrosa ancor prima che venga al mondo.
Anna, in Italia
Ho scoperto di essere incinta nei primi giorni di agosto. Dopo varie
vicissitudini mi fissano un appuntamento in Italia il 5 di settembre,
per l'operazione. Decido, grazie al Vostro sito, di contattare un medico
di Zurigo per un aborto farmacologico. Mi sono recata da lui il 24
agosto. Ho assunto le tre pillole di Mifegyne e sono tornata a casa.
Dopo due giorni ho assunto il Cytotec, come da indicazione del medico
che, nel frattempo, mi aveva fornito anche pillole per dolori e per
emorragie. Ho avuto un decorso fantastico, senza problemi ed oggi, 8
settembre, ho fatto una visita di controllo che, nel diagnosticarmi che
tutto è andato per il meglio, mi ha anche messo al corrente che il mio
corpo ha reagito per il meglio.
Consiglio a tutte le donne ciò che ho fatto, e spero che presto anche in
Italia l'aborto colla pillola diventi una pratica per l'IGV.
Milena
Ho 28 anni e il 16 giugno 2005 ho praticato un ivg.
Ho scoperto di essere incinta per caso, andando a fare un' ecografia di
controllo per dei problemi di ovario polistico.
All'inizio sono andata nel panico più completo, ma poi ho deciso di
rinunciare a questo bambino perché non mi sentivo pronta, non avevo un
rapporto affettivo stabile e mi sembrava una responsabilità troppo
grande.
Ho iniziato tutte le procedure del caso. Ho preparato i documenti
richiesti e ho fatto tutti gli esami del caso.
La notte prima dell'intervento è stata la più lunga della mia vita.
Quando sono entrata in ospedale sono rimasta allibita per la mancanza di
privacy e per il comportamento freddo ed indifferente del personale
sanitario. Quando sono uscita dalla sala operatoria ho provato una
sensazione di vuoto…
Ancora oggi ho dei momenti di crisi, ma mi consolo pensando che lui/lei
è un angelo che mi protegge dal cielo e che mi ha fatto riavvicinare a
suo padre.
Stefania
ho interrotto la mia gravidanza venerdì 22 luglio 2005. Sono fidanzata
con un ragazzo che vorrei sposare ma preferivo non trovarmi costretta a
dover vivere con un figlio sotto un ponte perché non abbiamo ancora un
lavoro, abbiamo entrambi appena finito gli studi. Purtroppo durante un
rapporto il preservativo si è completamente squarciato, siamo corsi
all'ospedale e dopo una lunga serie di battute allusive e umiliazioni,
ad esempio il medico che mi dice di non essere la fata turchina e di non
avere la bacchetta magica… dopo 4 ore dal rapporto ho preso la
pillola, non ha funzionato… Sono stati i due mesi più stressanti della
mia vita, sono dimagrita di 6 chili, mia madre mi ha detto che sarei
andata all'inferno ed ero piena di sensi di colpa. Alla visita per
l'appuntamento ero nel panico perché non c'era informazione, nessun
sostegno psicologico, solo medici che avevano fretta. Davvero, una volta
avvenuto l'intervento mi sono sentita libera, sollevata, sarà cinico ma
anche il mio fidanzato ha detto che l'avremmo solo odiato quel bambino..
Ora ho solo molta paura di poter rimanere di nuovo incinta…
Vale
Ho 25 anni, quattro anni fa sono rimasta incinta nel più classico dei
modi, cioè senza usare protezioni efficaci. Per la verità quel bambino,
non cercato, pensavo di poterlo tenere. Ero follemente innamorata del
mio ragazzo, con cui stavo da due anni. Studiavo, non avevo un lavoro,
la mia famiglia aveva subito da poco una serie di gravi traumi e sapevo
che forse per loro sarebbe stato difficile. Ma con lui sapevo che sarei
riuscita a scavalcare le montagne. E invece.. e invece lui non ci
pensava proprio, divenne freddo, distaccato, a volte cattivo. E' stata
una delusione immensa. Da sola mi sentivo fragile, non ce la facevo.
Così ho abortito. L'ho detto solo a qualche amica, che però non aveva
mai avuto a che fare con cose simili e non sapeva cosa dirmi. L'equipe
del medico è stata cordiale e gentile, molto meno le altre persone
dell'ospedale.
La storia con lui poi è ricominciata, strascicata, per un anno. Poi non
ce l'ho più fatta. Lui ancora mi cerca, e non capisce quanto male mi fa
vederlo ora così disponibile. La sua mancanza in quei momenti è stata la
cosa più dolorosa.
Ho trovato questo sito dopo l'ennesima notte di pianto. E voglio
ringraziarvi. Una ragazza che decide d'interrompere la gravidanza si fa
già molti pensieri da sola, non c'è proprio bisogno di malignità
sbandierate a spada tratta. Io avevo solo bisogno di parlare, di
qualcuno che mi stesse ad ascoltare prima di sentenziare. Non ho potuto
farlo, e tutto mi è rimasto dentro. Perciò ancora complimenti per il
lavoro che fate, spero aiuti le persone che affronteranno l'ivg.
Paola
Ho 28 anni e sto con un ragazzo da 7 anni. Lo scorso novembre ho
scoperto di essere incinta. Pensavo che a me non sarebbe mai successo
perché ho sempre usato metodi contraccettivi, pensavo che ci cascassero
solo le stupide, e invece è successo anche a me! fino al mese prima
avevo utilizzato la pillola, durante questo mese di pausa siamo sempre
stati attenti, pensavo bastasse che lui non eiaculasse dentro di me,
evidentemente non bastava. Nonostante stessimo insieme da 7 anni,
abbiamo deciso di non tenere il bambino, lui aveva appena perso il posto
nell'azienda in cui aveva lavorato per 5 anni, io laureata da più di un
anno ero ancora alla ricerca del primo lavoro.
E' stata un'esperienza lacerante, ho perso 6 chili in 10 giorni. La
situazione è stata aggravata dal comportamento delle psicologhe e
assistenti del consultorio, hanno fatto di tutto per convincermi che non
dovevo interrompere la gravidanza, sono arrivate addirittura a dirmi
cose allucinanti del tipo che esistevano consistenti rischi che non
rimanessi più incinta, ma la cosa più assurda è che per loro questo
poteva succedere non solo in seguito ad un intervento andato male, ma
anche per una volontà di Dio di punirmi. Avrei quasi voluto
denunciarle… Ricordo che quello che desideravo di più sarebbe stato
abbracciare mia madre, dirle tutto, restare accoccolata nelle sue
braccia e sentirle dire parole confortanti. Ma a mia madre non ho potuto
dire nulla (per lei così anziana e cattolica sarebbe stato un dolore
troppo forte), per fortuna il mio ragazzo mi è stato tanto vicino, mi
continuava a ripetere che presto ci saremmo sistemati e allora avremmo
fatto finalmente un bel bambino a cui avremmo voluto il doppio del bene.
Il 23 novembre ho avuto l'interruzione nell'ospedale di Gaeta, il
dottore è stato molto comprensivo, gli ho raccontato la mia esperienza
al consultorio e purtroppo mi ha confermato che non era la prima volta
che veniva messo al corrente di queste situazioni. Non è stato doloroso,
durante la mattina mi hanno inserito qualcosa per dilatare il collo
dell'utero, e poi ho dovuto aspettare fino al primo pomeriggio, ho avuto
dei leggeri dolori come quando si hanno le mestruazioni. Quando mi sono
risvegliata, dopo circa 15 minuti, ero già di nuovo in camera, mi sono
rivestita subito e sono tornata a casa. Ho avuto qualche perdita per tre
giorni, ma il dottore me lo aveva già detto, ho preso delle pasticche
per restringere l'utero. L'intervento è andato bene, dopo 10 giorni ho
fatto una visita ginecologica, con ecografia e pap-test, ma stavolta mi
sono ben guardata di recarmi al consultorio come mi avevano detto.
Oggi, 7 mesi dopo, ho ripreso la mia vita, io e il mio ragazzo abbiamo
trovato entrambi dei bei lavori e stiamo cercando casa. A volte penso
che lui sia ancora dentro di me e che presto nascerà, io lo sto
aspettando con tanto amore.
Monika
8 giorni fa ho interrotto la mia gravidanza.. ho compiuto 18 anni 4
giorni prima dell'intervento. La mia decisione è stata molto difficile,
non ne ho mai parlato con i miei, solo con il mio ragazzo. Quando ho
fatto il test di gravidanza non ero ancora maggiorenne; panico, stress,
rabbia, debolezza mi hanno assalita ed ero convinta di voler
interrompere la gravidanza, poi ho fatto la mia prima visita da un
ginecologo e l'ecografia, in quel momento è cambiato tutto, cominciavo a
prendere in considerazione di portare avanti la gravidanza, però
parlandone a lungo con il mio ragazzo ho capito che lui non era pronto..
così ho deciso di prendere appuntamento per l'intervento..
Ho dovuto aspettare la maggiore età [in Italia, prima di 18 anni si
deve domandare il consenso dei genitori]. Il tempo stava scadendo,
ero terrorizzata ma alla fine è andato tutto bene.. mi sono risvegliata
dall'anestesia subito dopo l'intervento, nessun dolore, niente, solo un
terribile senso di vuoto… fuori ad aspettarmi il mio ragazzo, anche
nei suoi occhi per un attimo ho visto il vuoto ma poi si è ricomposto,
mi sono rivestita e ho lasciato l'ospedale in pochi minuti…
Colgo l'occasione per ringraziare i dottori e le infermiere
dell'ospedale di Poggiardo (Puglia), mi hanno aiutata molto e si sono
dimostrati disponibili in ogni caso.
Non mi pento di quello che ho fatto… però ogni tanto guardando
donne in gravidanza e bambini penso a quell'essere che sarebbe diventato
mio figlio… non potrò mai dimenticare nulla…
VORREI FARE UN APPELLO IN PARTICOLARE ALLE MINORENNE: NIENTE PAURA,
PRENDETE TUTTO CON SERENITA', IMPARATE DA QUESTA ESPERIENZA A NON
ABBASSARE LA TESTA DAVANTI ALLE DIFFICOLTA' DELLA VITA, A REAGIRE. E'
UN' ESPERIENZA CHE VI CAMBIA LA VITA, MA A VOLTA LA MIGLIORA.
Loredana
Ho 32 anni, sposata da 8 anni, un bambino di 7 anni e una bimba di 16
mesi, una casa grande, un lavoro, posso dire che non ci manca niente. Ho
scoperto ieri di essere incinta dopo 3 giorni di ritardo, sentivo che
c'era qualcosa che non andava. Mi è caduto il mondo addosso, per un
rapporto in cui si è sfilato il preservativo e dopo soli 3 giorni dal
termine delle mestruazioni, per un momento avevamo anche pensato di
prendere la pillola del giorno dopo, ma forse per pigrizia… per avere
Alice siamo stati in ballo 12 mesi di tentativi andati a vuoto. Non ce
la sentiamo di mettere al mondo un altro bambino, ho già tanto da dare a
questi due, dovrei togliere a loro per crescerne un altro. Mi dispiace
tanto, mi sento in colpa, ma non posso, i figli non vanno solo messi al
mondo, vanno anche cresciuti, e non crescono da soli ma con grande
sforzo da parte dei genitori nel seguirli. So che la decisione può non
essere giusta eticamente, è comunque una vita che comincia, ma per la
nostra famiglia non sarebbe la decisione giusta. Domani andrò dal
ginecologo per farmi spiegare le procedure da fare, spero che tutto si
possa fare il più velocemente possibile, e spero che un giorno il
rimorso e il dispiacere che ho mi passeranno. Chiedo ancora scusa alla
vita che porto in grembo, ma non posso farla nascere, so che è un dono
importante e a quante gioie porterebbe, ma ho altri due bambini da
crescere. Mia figlia è ancora piccola e mio figlio ha bisogno di me
anche se oramai sta diventando grande e autonomo, e anche mio marito ha
bisogno di me.
Severina
Sono una ragazza di 26 anni e ho subito l'IVG il 06/06/2005;
quello che ho fatto è stato perché l'ho voluto, cioè ne ero veramente
convinta, ma non riesco ancora a capire perché non posso togliermi dalla
mente certe immagini molto brutte, come ad esempio la sala operatoria o
la puzza strana di ospedale e tante altre immagini che mi collegano a
quell'episodio…
Sono rimasta incinta un po' per sorpresa, nel senso che pur non usando
spesso dei metodi contraccettivi eravamo sicuri io e il mio ragazzo, che
non ci fosse alcun tipo di problema e invece…
Ho fatto il test circa 1 mese e mezzo dopo il ritardo delle
mestruazioni, purtroppo l'esito era negativo, così la sera stessa siamo
andati a parlarne con un ginecologo amico il quale ci ha chiesto se
avevamo intenzione di interrompere la gravidanza e che ormai era rimasto
poco tempo per farlo. Così ci ha consigliato di andare da un suo collega
che si occupava di IVG e ci ha fissato l'appuntamento per un'ecografia e
una visita di controllo. Da quel giorno è iniziato l'iter tra ospedali,
prelievi, visite, per poi arrivare al giorno dell'intervento.
Il rapporto umano che ho avuto con il personale medico è stato ottimo,
nel senso che mi davano coraggio e mi tranquillizzavano sull'intervento,
sui dolori che avevo dopo l'intervento. Sono entrata in sala operatoria
convinta di quello che stavo andando a fare, ma quando mi hanno distesa
su quel lettino e iniziato ad iniettarmi l'anestesia mi è venuto un nodo
alla gola e mi sono scappate delle lacrime, ma c'era il medico e
l'anestesista che tiravano su il morale.
Una volta uscita dalla sala operatoria mi sentivo più rilassata ma
spaventata sulle conseguenze che avrei portato. Adesso, anche se sono
passati appena 10 giorni, sono più tranquilla, ma impaurita allo stesso
tempo affinché non debba mai più passare un'esperienza simile.
Monica
Ho 22 anni. Sono incinta da 5 settimane. Fra qualche giorno ho
l'appuntamento per l'IVG. Sono rimasta incinta per una svista. La storia
con il mio compagno va avanti da un anno e mezzo, ma mai come adesso ho
capito che, pur essendo più grande di me, non è affatto maturo,
specialmente per un impegno così, un impegno che non ti permette di
sbagliare. Sono sempre stata favorevole all'aborto, ma trovarmi in
questa situazione mi ha fatto cambiare molto. E' la scelta più dura che
abbia mai fatto e non penso affatto che la sensazione che provo passerà
con l'intervento. Per fortuna sia al consultorio che all'ospedale ho
trovato persone sensibili che non hanno tentato di farmi cambiare idea a
tutti i costo come invece pensavo. Adesso non mi resta altro che
aspettare…
Simona
Ho 35 anni e il 24/06/2004 ho fatto l'ivg… non mi sono mai pentita
della scelta che ho fatto.
Sono qua a scrivere di nuovo per questo motivo: innanzitutto perché devo
ringraziare del grande supporto morale e per la possibilità di
"sfogarsi", non potendolo fare in molti casi a casa (almeno per quello
che mi riguarda) e poi perché lo scorso anno ho trovato il sito prima di
effettuare l'intervento.. mi sono letta un po' di testimonianze.. ho
scritto la mia, ed ho sempre letto di persone che
hanno trovato una grande umanità negli ospedali… hanno trovato
accoglienza… supporto psicologico quando a me questo non è
successo…. anzi è successo l'esatto contrario.
All'inizio mi vergognavo di avere avuto questo tipo di trattamento
asettico, pensavo di essere una mosca bianca sfortunata nella scelta
della clinica, ma ora sono proprio arrabbiata perché noto con grande
dispiacere che succede spesso. Troppo spesso per poter sopportarlo
essendoci passata in mezzo.
Capisco che il personale medico non in accordo con questa scelta possa
non riuscire ad essere completamente naturale nel comportamento, ma si
tratta pur sempre di scelte difficili in principio per chi lo deve
subire. L'indifferenza, la mancanza di informazioni mediche, la
dimissione senza un minimo saluto, sono tutte cose che fanno male e che
restano dentro perché anche a distanza di un anno ho ancora ben presente
gli sguardi, i silenzi…
scusate per lo sfogo, ma avevo bisogno di esternare questa cosa….
Massimo
Ho 37 anni… scrivo anche per conto della mia dolce metà di anni 29….
stiamo felicemente insieme da quasi due anni e in considerazione che
circa 3-4 mesi fà abbiamo avuto una paura folle di una non voluta
gravidanza – poi solo ipotetica – di comune accordo abbiamo deciso di
usare sistemi sicuri a confronto del solito "coito interrotto" quindi
optato per "la spirale" presso un centro specializzato…
specializzato??????? un cavolo!!!! dopo 1 mese e mezzo circa è rimasta
in gravidanza!!! in pratica il coso ovvero la spirale è andata a finire
chi sa come e dove… si sono solo limitati a l'inserimento senza
consigli d'uso in pratica secondo quanto abbiamo capito noi e mediante
consigli da VERI DOTTORI è opportuno il controllo subito dopo il ciclo
del primo mese di impianto di questa barriera contraccettiva… perché
da quanto io ho capito… la spirale si può spostare!!! e non è vero che
si sente e si nota tale anomalia!!!
Quindi dopo essere stato male io specialmente… sono tre giorni che non
mangio e ho la pressione di una mosca!!! non può un coso di plastica
scegliere la nostra vita e la nascita di un bimbo!!… ho cercato di far
capire alla mia dolce amorosa che è meglio aspettare ancora… tanto fra
un anno circa è previsto il matrimonio… quindi di fare tutte le cose
fatte bene e soprattutto volute!! anche un bimbo dopo 1 solo giorno di
matrimonio ma voluto!! e soprattutto pronto a uscire trovando tutto!!!
nulla deve mancare a lui o alla mamma!!! quindi in considerazione che la
gravidanza è solo di 3 settimane… personalmente mi sento meno
verme a confronto di un aborto fatto alla 12 settimana… presto
avvieremo la procedura presso il punto ospedaliero migliore che
troveremo.
Luana
Sono una ragazza di 27 anni, e abito a Roma. Ho scoperto di essere
incinta circa un mese e mezzo fa. Quando ho accertato la mia gravidanza
ero già all'ottava settimana. Mi sono accorta così tardi perché
nonostante assumevo la pillola da tantissimi anni sono rimasta incinta a
causa di una forte influenza durante la quale ho avuto vomito e
dissenteria, e nonostante avessi assunto la pillola 10 ore prima avevo
comunque perso l'effetto. Non ho dato peso al fatto in quanto ho avuto
le mestruazioni anche se di poca entità. La mia preoccupazione e la
sensazione che c'era qualcosa di ben diverso è stato quando ho
cominciato ad avere i classici sintomi di una gravidanza: nausea al
mattino, stanchezza, fastidio di qualsiasi odore etc., a quel punto ho
comprato un test in farmacia il quale ha dato immediato esito positivo.
Da un lato ero felice perché adoro i bimbi, dall'altro ero spaventata
perché ho da poco cambiato lavoro, comprato una casa, trasferita lontano
dai miei e sopratutto per il mio compagno che da poco ha perso entrambi
i genitori e ancora è sconvolto per l'accaduto.
Ne abbiamo parlato insieme. La decisione è stata quella di interrompere
la gravidanza, anche se con molto dispiacere dato che la nostra unione
dura da 10 anni e mezzo.
Mi sono subito attivata per le procedure burocratiche andando in un
consultorio, dove ho trovato massima disponibilità e gentilezza. La
ginecologa del consultorio ha accertato la mia gravidanza e mi ha
mandata al San Camillo. Ho incontrato persone eccezionali che mi hanno
sostenuta anche psicologicamente, in pochi giorni ho fatto tutte le
visite, fino ad arrivare a ieri che ho subito l'intervento in anestesia
generale da me scelta. E' stato duro a livello psicologico sia per me
che per il mio compagno, ma l'intervento è stato una "passeggiata", non
mi sono accorta di nulla, mi sono svegliata molto serenamente sostenuta
da tutto il personale medico.
Certo dentro di me ora c'è un grande vuoto! ma so di avere accanto un
uomo che mi ama e che mi ha promesso che arriveremo presto ad avere un
bimbo.
Il consiglio che posso dare a tutte le ragazze che devono subire
l'intervento è quello di prendere la decisione più giusta, di essere
serena con se stesse ma sopratutto di arrivare al giorno dell'intervento
con la massima serenità anche se la decisione è sicuramente per una
donna la più dura! IN BOCCA A LUPO RAGAZZE!!!
Cassandra
Ho 27 anni e l'altro ieri mi sono sottoposta ad un intervento di IVG. Ero
rimasta incinta per errore, per disattenzione: il classico incidente che
vorresti non accadessi mai e invece accade. Non ho una casa, non ho un
lavoro, tra 2 mesi devo discutere la mia tesi di laurea. Sto con il mio
partner da pochi mesi e questa esperienza mi ha fatto capire che siamo
molto diversi e che lui non è senz'altro maturo per essere un buon
padre… Per quel che mi riguarda voglio essere madre da sempre, ma non
ad ogni costo e condannando mio figlio alla dipendenza dalla mia
famiglia d'origine, con la quale io stessa non ho un buon rapporto e
dalla quale io stessa sono fuggita, adattandomi a vivere ospite di qua e
di là per non sentire più il peso dei ricatti emotivi dei miei genitori.
Ho pianto tanto… mi sono sentita lacerare dentro… poi… tutto è
finito… ho deciso! E…piano piano ho sentito che era giusto e che la
mia scelta mi faceva sentire in pace con me stessa e con l'altra vita
della quale ero responsabile.
All'inizio il dolore era stato sapere di essere sola in questa scelta,
poi la forza mi è venuta proprio da quello: potevo scegliere, ero in
grado di farlo. Ho fatto l'intervento… La gente che lavorava in
ospedale è stata per lo più orribile e insensibile, mi ha trattata… ci
ha trattate, noi tutte che eravamo lì per un passo tanto difficile,
senza il benché minimo rispetto per la nostra dignità e sensibilità. Non
mi è stata fatta alcuna raccomandazione, non so ad esempio se e quando
potrò avere di nuovo rapporti sessuali e nessuno si è preoccupato di
darmi istruzioni o di dirmi una parola gentile.
E' stata una esperienza difficile, dura, una di quelle che affronti
davvero da sola… ma l'ho affrontata, l'ho fatto e so di aver fatto
bene. Ora mi sento più grande e più fiera di me perché non mi sono
nascosta, ho scelto e ho deciso di affrontare la conseguenza delle mie
scelte… e la prima conseguenza è oggi una più solida consapevolezza di
molte cose. La mia non è stata la scelta "giusta"… le scelte che avevo
davanti erano entrambe in qualche modo "sbagliate"… ma è stata la mia
scelta!
Pierina
Avevo 20 anni quando mi sono accorta di essere incinta, ma non potevo
mandare avanti la mia gravidanza, avevo appena finito di studiare, ero
senza lavoro e il mio ragazzo aveva da poco iniziato a lavorare. È stata
molto dura per me e forse ancora oggi lo è, ma oggi a distanza di 6 anni
sono felice per come sono andate le cose. Il prossimo 2 settembre mi
sposerò con l'uomo che amo (che è sempre lo stesso di 6 anni fa) e non
vedo l'ora di diventare mamma.
Purtroppo queste sono esperienze veramente traumatiche ma che ti mettono
dentro una forza talmente grande che ti aiuta a superare tutti i
problemi.
Vorrei poter dare a tutte le ragazze la forza che ho avuto io e il mio
ragazzo, ma sopratutto spero che non debbano affrontare tutto quello che
ho passato io e tante altre mie coetanee… le analisi, il ricovero in
ospedale, il silenzio… visto che questa cosa non l'ho mai detta a
nessuno, nemmeno a mia madre… insomma un'esperienza da non ripetere
mai più!
Leylah
Ho 27 anni. Abito in provincia di Varese. Circa tre anni fa ho scoperto
di essere incinta, e la cosa mi aveva sconvolta. Avevo sempre utilizzato
la pillola, e durante una pausa di qualche mese consigliata dalla mia
ginecologa è successo quello che più temevo…
Non ho mai pensato di avere figli, anzi, per la verità ho sempre
rifiutato questa ipotesi. Io e il mio compagno stiamo insieme da sei
anni, e anche lui la pensa come me.
Quando ho saputo di essere incinta, non ho avuto dubbi sul da farsi, ma
comunque il dover abortire mi terrorizzava. Ho dovuto aspettare fino
all'ottava settimana per trovare un ospedale "libero". Io e il mio
compagno abbiamo deciso di non dirlo a nessuno se non agli amici più
stretti che sapevamo avrebbero condiviso la nostra scelta. Gli ultimi
giorni è stato davvero difficile riuscire a nasconderlo a parenti e
amici. Al lavoro poi, la cosa era diventata insostenibile…
Ma la vera ferita che ancora oggi porto dentro, è stato il trattamento
di medici e infermieri. Quello è stato davvero inaccettabile e per
niente professionale. Dopo l'intervento, per diversi giorni ho
continuato ad accusare dolori e contrazioni… quando telefonavo in
ospedale, i medici dicevano che era normale… e in modo molto
sbrigativo e maleducato mi liquidavano con frasi tipo…"ha voluto la
bicicletta??…"
Dopo una settimana cominciai ad avere febbre.. e la mia ginecologa mi
mandò immediatamente in ospedale. Dall'ecografia si accorsero di non
aver aspirato completamente la placenta! Mi fecero una seconda
aspirazione senza nessuna anestesia!! mi sentivo violentata e umiliata
per il modo in cui mi avevano trattato.
Per concludere… non bastò nemmeno la seconda aspirazione… dovetti
rifare a distanza di pochi giorni un secondo intervento in anestesia. La
mia ginecologa era furiosa per quanto era successo e mi propose di
denunciare l'ospedale per l'accaduto… ma ero talmente spossata e
fragile emotivamente che l'unica cosa che desideravo era ritornare alla
vita di tutti i giorni cercando di dimenticare. Per fortuna non avevo
nessun dubbio sulla scelta di abortire… altrimenti non so che ne
sarebbe stato di me e del rapporto con il mio compagno!!
Ieri.. a distanza di tre anni, ho scoperto di essere nuovamente incinta.
Ho deciso insieme al mio compagno pochi mesi fa di non utilizzare più la
pillola… che dopo tanti anni, cominciava a darmi problemi circolatori
e disagi in genere per il mio corpo.
La cosa assurda è che dopo quell'esperienza abbiamo sempre usato il
contraccettivo per ogni rapporto!! Sono arrabbiata con me stessa!! Dopo
quello che abbiamo passato insieme io e il mio compagno la prima volta,
come abbiamo potuto permettere che succedesse di nuovo!!
Sto cercando di elaborare la cosa per gestire le mie emozioni, anche se
come allora sono certa di non voler bambini! Di una cosa però sono
sicura!! Non voglio più sottopormi a interventi di nessun genere! Non
potrei più! E' cercando informazioni sull'aborto farmacologico che ho
trovato questo sito e leggere le varie testimonianze mi ha fatto sentire
meno sola!
E' davvero assurdo che in un' epoca come la nostra ancora la donna non
abbia la libertà di decidere per sè, per il proprio corpo e il proprio
futuro, senza essere discriminata e giudicata da un mondo maschile,
bigotto e moralista.
Milena
Riapro il capitolo questa sera per caso, dopo aver sentito parlare
un'amica; così i miei ricordi hanno fatto un salto nel passato. Ho 30
anni, ne avevo 23 all’epoca: universitari entrambi, a carico dei nostri
genitori. Improponibile una soluzione alternativa all’ivg. Abortista da
prima della maggiore età, non mi sono mai sentita "foriera della cultura
della morte" e ho sempre difeso il diritto di scelta di una donna ma non
incentivato l'aborto. Tuttavia le mie convinzioni hanno vacillato.
Non posso dire di essere stata fredda nel processo decisionale, ma
determinata infine razionale. Chiunque attraversi un'esperienza del
genere con un minimo di introspezione si scontrerà con qualche "se.."
che non aveva messo in conto. E forse continuerà a pensarci ogni tanto,
divisa tra la convinzione della decisione presa e vagheggiamenti
inutili. Se si arriva a rifiutare una possibilità di vita dietro c’è una
madre che non può o non vuole esserlo. Dunque non deve.
Ho subito l’intervento chirurgico, assolutamente privo di traumi fisici.
Non avevo paura e non ho sentito dolore neanche nei postumi. Ho trovato
del personale specializzato che ha condotto il proprio lavoro in maniera
professionale e asettica: niente premure ma anche senza moralismi.
Qualche dottoressa ci ha provato ma l’ho stroncata sul principio: eppure
a vedermi così convinta nessuno avrebbe sospettato che non c’era predica
che non mi fossi già auto-inflitta.
Il peso psicologico è stato senza meno più forte di quello fisico.
Fondamentale per me il conforto/confronto col mio compagno che è lo
stesso di allora. A distanza di tempo può ancora tornarmi in mente
qualche osservazione e mi sento libera di farla: so che c’è qualcuno che
mi ascolta. Ma forse sono troppo incline ad analisi cervellotiche che
acuiscono una situazione già troppo complessa di per sé. Per quelle come
me consiglio comunque una bella chiacchierata liberatoria che snoccioli
tutte le perplessità, paure ed eventuali sensi di colpa.
Nelle mie preoccupazioni la maggiore è stata quella di eventuali
conseguenze negative sulle gravidanze future, anche grazie ad
informazioni scorrette o esasperate che destano turbamenti. È necessario
che si venga rassicurate su alcuni aspetti. E questo è il lato carente
delle istituzioni mediche pubbliche.
Faccio i miei complimenti per il sito e concordo su molti
articoli. Alcune cose avrei voluto leggerle prima.
Alessandra
Ho 20 anni e abito a Milano, un mese fa ho scoperto di essere incinta.
Ho una storia da ca 6 mesi con un ragazzo, in tutto questo tempo abbiamo
sempre fatto l'amore senza precauzione (classico coito interrotto),
finché un giorno non ci è andata più bene e dopo un ritardo ho fatto il
test di gravidanza: positivo. – E'proprio vero, ti accorgi
dell'importanza delle cose solo quando ci vai a sbattere la testa.
I primi giorni sono stati a dir poco tragici: io, 20 anni, una vita
davanti, proprio io che sono andata contro a una mia amica che a 17 anni
ha avuto un figlio, strafavorevole da sempre all'aborto… mi sono
ritrovata in questa condizione e l'universo mi è crollato. – Non ho
pensato subito a questa soluzione, quando ti ci ritrovi le tue
convinzioni cambiano, finché io e il mio ragazzo in comune accordo
abbiamo preso questa scelta.
Dopo una ricerca in internet, le soluzioni trovate erano due: intervento
o Mifegyne, la pillola abortiva usata in tutta Europa, tranne in Italia
(solite questioni "etiche"). Terrorizzata dall'intervento, abbiamo
optato per la seconda soluzione. Il giorno stesso il mio ragazzo ha
preso l'appuntamento c/o una clinica privata a Ginevra, e il giorno dopo
mi ha accompagnata.
Dopo una visita, il ginecologo mi ha dato la Mifegyne: 3 pillole da
prendere tutte subito, più un'altra dopo 48h. Mi avevano preparata al
peggio: nausea, vomito, mal di testa, vertigini…, invece non ho avuto
assolutamente niente, neanche un semplice mal di testa. Dopo 2 giorni ho
avuto il ciclo. Nella mia esperienza, con questo metodo ho potuto vivere
questo momento nel modo più naturale possibile, e il ricordo non è
sicuramente quello di una sala operatoria. Ieri, un mese dopo, sono
andata a fare l'eco, ed ho chiuso questo capitolo importante della mia
vita.
La cosa che abbiamo fatto certamente è grave, 2 ragazzi convinti di
essere maturi e nello stesso tempo così ingenui, da dover arrivare a
prendere una decisione del genere, consapevoli che si poteva
tranquillamente evitare.
Il ricordo di questo mese passato è paradossalmente sereno, dopo i primi
giorni di assoluto sconforto e delusione di me stessa, e anche nei
confronti del mio ragazzo, con il quale ero sicura che non sarebbe mai
più stato lo stesso (non riuscivo più nemmeno a guardarlo), tutto è
andato per il meglio. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco dal
primo all'ultimo giorno una persona meravigliosa (non lo ringrazierò mai
abbastanza per quello che ha fatto per me), tutto è tornato come prima,
anzi il nostro rapporto si è assolutamente rafforzato.
Non ho sensi di colpa. Tutti sbagliano, l'importante è prenderne atto e
affrontare la cosa nel modo che a ognuno sembra più corretto. Io e il
mio moroso ci amiamo da morire e per entrambi un figlio è la cosa più
bella che a una persona possa capitare, ma per ogni cosa c'è il momento
giusto, e questo per entrambi non lo era.
Elisa
L'intervento è stato 5 settimane fa… ho 20 anni, un futuro e un
presente molto instabile… mi sono resa conto di essere incinta a
gennaio, l'ultimo rapporto avvenuto in novembre con una persona con cui
avevo un rapporto superficiale anche se bello… quando il ciclo
ritardava di troppo sono andata al consultorio e ho fatto il test…
positivo… ho pianto… dentro di me la risposta a cosa fare c'era
già… sono andata a casa e ho pianto ancora. Ci sono state molte cose
da mettere in discussione… valori, convinzioni, tutta me stessa. Dopo
un paio di giorni sono tornata al consultorio e ho comunicato la mia
decisione, ho trovato donne comprensive e dolci, ho scelto l'ospedale
dove fare l'intervento e li lo sono stati altrettanto. Era il mio corpo
a non aiutarmi: tremavo e quasi piangevo… prima dell'ivg sono stata
male… lo sentivo dentro, cercavo di uscire da me stessa perché la
consapevolezza era tanta. Ero sola, il mio "compagno" l'ha saputo
qualche giorno prima e la sua unica preoccupazione era che la sua vita
non cambiasse, poi è sparito… non esiste una scelta giusta
oggettivamente, esistono circostanze…
È stata un'esperienza che ha coinvolto tutta me stessa, che mi ha
cambiata molto, mi sono scoperta donna dopo anni di non accettazione del
mio corpo, sono cresciuta, ho capito il dovere che ho nei miei
confronti: amarmi e darmi la possibilità di essere serena, darmi il
meglio solo perché io sono qui… una rinuncia così grande… così
dolorosa e sofferta così lacerante che farà sempre parte di me e che non
dimentico mai, mi ha dato la forza di credere in me e nella mia vita…
ho rinunciato a una parte molto grande di me seguendo quello che quella
voce che ho dentro, che mi ama, mi diceva… da questa morte è nata una
persona più forte che si è resa responsabile di se.
Gaia
Ho trent'anni, un lavoro mio, un rapporto nato quattro anni fa, una
casa, un corpo sano, insomma tutti i conti a posto per diventare madre.
Non sono credente… E nemmeno una fervente femminista in attesa di
buone occasioni di rivalsa. Solo una donna che sta tentando di fare
della propria vita movimenti belli, cambiamenti, ricerca.
Sono rimasta incinta per un caso scellerato qualche settimana fa e, di
comune accordo con il mio meraviglioso compagno, abbiamo deciso di
procedere con l'interruzione di gravidanza e, di seguito, con tutto
quello che comporti un intervento chirurgico nella media "italietta"
fatta di attese, prenotazioni a scadenze mensili, musi lunghi… Ora,
con un appuntamento in mano, aspetto.
Ma ciò che più mi interessa condividere con altre donne che lo hanno
fatto o che ancora debbano farlo, è l'approccio distruttivo di buona
parte delle persone a cui ci si rivolge; mi riferisco così ad un
ambiente ostile, medici non obiettori e persone sensibili escluse, con
cui dobbiamo fare i conti.
Il pensiero costante, cristianissimo e purtroppo ancora attuale è che
abortendo si uccida qualcuno, e che quindi si perda quel "dono" che dio
ci ha conferito dalla nascita: essere madri.
Bellissimo che gravidanza e maternità siano due momenti unici e
meravigliosi della vita di una donna e, quando succeda, di una coppia, –
ma mi riesce difficile separare l'argomento gravidanza dal bambino, che
della gravidanza è proprio il soggetto. E allora come è possibile che un
figlio possa essere voluto se non desiderato? Come è possibile che
cresca sano, non solo nel corpo ma nella mente, se la scelta del parto è
dettata da qualcosa di razionale, fuori e non dentro la madre?
Non voglio fare una elucubrazione filosofica e sterile, ma cosa
concreta, che sto vivendo sulla pelle, nella pancia, in sensazioni di
cui davvero noi donne siamo superdotate.
Il primo pensiero alla vista della colorazione del test di gravidanza è
stato: "Aiuto, e ora che cosa faccio?" e poi un pianto, condiviso con il
mio compagno, ci ha messi davanti alla realtà di aver fatto una fesseria
che ha coinvolto la mente prima e il fisico poi.
Non saprei ora raccontare quali siano stati i pensieri successivi, che
peraltro ancora si accavallano, ma so raccontare i colori che ho
attorno; li vedo, li sento. – Un figlio, una persona nuova, bellissima a
cui la madre, prima di qualsiasi altra cosa, e non mi riferisco a quelle
fisiche, deve concedere una nascita e uno svezzamento perfetti. –
Appunto la madre.
E mi permetto di chiedere ancora come una donna possa essere madre sana
se il figlio è decisione razionale o ancor peggio, rassegnazione
all'idea che sia una cosa bellissima e che se è accaduto è perché il
fato doveva farlo succedere…
Mi dispiace non mi rassegno !
Ho imparato con il tempo a fidarmi della pancia appunto, delle
sensazioni, dell'inconscio e con le sensazioni ho deciso. Abbiamo
deciso. Deciso di dire no a tutta quest'aura di buone intenzioni di cui,
anche nell'ambiente più laico, si sente l'odore.
Mi è capitato che mi chiedessero mille volte se fossi sicura, senza mai
rivolgersi al mio compagno seppur presente; quindi bene alla prima alla
seconda volta, giusto per capire se fosse una reazione isterica alla
notizia, ma non più sensibile alla terza alla quarta, alla quinta…
Quasi a far di quelle domande opera di convincimento e di riflessione.
Signore, mi auguro che si inizi a pensare prima a noi stesse, senza per
questo autoproclamarci egoiste, e poi se accadrà una seconda volta,
vivremo questo ricordo come una scelta dettata proprio da noi stesse.
Magari non saremo "pronte" nemmeno allora ma sicuramente felici di far
parte di una nascita.
Francesco
Sono un uomo, ma non mi sento un intruso in questo sito. Leggo tante
esperienze di donne splendide e sensibili. Persone coraggiose che hanno
fatto una scelta d'amore verso se stesse, il non nato e chi le ama. Sono
il compagno di una donna che sta per abortire. Stiamo attraversando la
nostra odissea fatta di sguardi cupi del personale sanitario, grigie
sale d'attesa dove folle di donne straniere, a volte tremendamente sole,
si mescolano a folle di donne italiane, spesso altrettanto sole. Sono
triste e arrabbiato. Ho pianto più volte, per profondo dolore o per
tremenda rabbia.
Come uomo, non so cosa sia la sensazione di dover affrontare un trauma
del genere. Ma lo chiamo "trauma" e lo sento come una cosa anche mia,
nella misura in cui coinvolge la mia compagna. Nel bellissimo intervento
di Francesco, mio omonimo, leggo
una frase centrale: "la differenza tra FETO e PERSONA". Purtroppo questa
distinzione, che non solo è naturale, ma corroborata da evidenze
scientifiche acclarate, viene abolita consapevolmente dai nostri
governanti italiani per ghettizzare le donne, non solo le donne che
abortiscono, ma tutte le donne, alle quali l'unico ruolo riconosciuto è
quello di madri e mogli, prive della loro libertà fondamentale di esseri
umani. Il feto, fino alla ventesima settimana, è privo di potenzialità
di sviluppo fisico e psichico autonomo, e dunque, anche biologicamente
(e non solo filosoficamente) non solo non è persona ma nemmeno
possibilità di persona. Ma questa verità evidente è negata.
Strumentalmente, allo scopo di tentare di tornare indietro nel tempo,
allo scopo, secondo me, di ridurre ancora di più la libertà delle donne.
Non lasciamo campo libero a questo spirito violento che vuole togliere a
tutti, donne e uomini, la sanità del voler essere coerenti con la
propria sensibilità. Non lasciamo che la società degli uomini non sani e
delle donne non sane loro vittime ci tolga la speranza di una società
più sana, giusta, attenta e rispettosa dell'immagine femminile. Senza la
donna libera, l'uomo non è uomo.
Raja
Ieri ho fatto il test di gravidanza, dopo un ritardo di 8 giorni ed è
positivo… sono sola, nel senso che questa gravidanza è frutto di un
rapporto occasionale, con una persona che non amo, e per come si è
comportata, nemmeno stimo. Ero già pentita il giorno dopo… e lui pure
credo… con queste premesse, unite al fatto che sto ancora studiando e
che appunto, vivo ancora a casa dei miei… mi trovo davanti a una
scelta molto sofferta, che mi sta lacerando di dolore, ma comunque è una
scelta obbligata… non me la sento… non sarebbe giusto ne per me ne
per un eventuale bambino soprattutto… voglio fare l'intervento il
prima possibile, e togliermi questa angoscia tremenda… ho trovato
questo sito e volevo ringraziare chi l'ha creato, perché permette alle
donne di sfogarsi e di sentirsi meno sole… la gente spesso è
cattiva… lo so bene… pensano di poter giudicare senza sapere il
dolore che proviamo… perché nessuna credo lo fa a cuor leggero… solo
chi l'ha provato può capire… ora lo so bene… grazie di esserci..
Samantha
Ho 24 anni e abito a Varese. Due mesi fa (dicembre 2004) sono rimasta
incinta. Io e il mio compagno stiamo insieme da quasi 7 anni… In tutti
questi anni abbiamo sempre usato il preservativo nei giorni considerati
a rischio mentre non l'usavamo nei giorni iniziali del ciclo e in quelli
finali. Ci è andata sempre bene ma l'ultima volta ho avuto l'ovulazione
più tardi del solito e i nostri calcoli ci hanno fregato. Ho fatto il
test di gravidanza dopo 3 giorni di ritardo… risultato positivo.
Abbiamo deciso per l'aborto sin da subito: siamo entrambi studenti e
purtroppo la nostra situazione economica non ci avrebbe permesso di
mantenere tutti e tre; inoltre i miei genitori sono molto
tradizionalisti.
Ci siamo rivolti al mio ginecologo che ha usato una gentilezza estrema;
cercava di tranquillizzarmi. Mi ripeteva che se non c'erano altre scelte
non dovevo star male e farmi assalire dai sensi di colpa… Il mio
compagno psicologicamente era distrutto e non mi è stato molto di aiuto
anche se non mi ha lasciata sola nemmeno un attimo. Ho abortito
all'ottava settimana di gravidanza in un ospedale lontano dalla mia
città. L'intervento è andato bene per fortuna.. anche se durante i primi
giorni post-aborto avevo paura di sentirmi male e di dover raccontare
tutto ai miei. Infermieri e dottori sono stati cordiali e professionali
e non mi hanno fatto mai mancare le informazioni di cui avevo bisogno.
Il mio ginecologo si è reso disponibile telefonicamente a qualunque ora.
Lo so.. non sono stata coraggiosa.. ma ho sempre immaginato di poter
dare a mio figlio il meglio, anche da un punto di vista economico e
questo ora non sarebbe stato possibile. Mi reputo "fortunata"
perché a
differenza di altre ragazze ho un compagno che mi ha lasciata libera di
scegliere e che mi è stato vicino in tutti i modi.. credo che questo sia
davvero importante.. soprattutto quando si deve nascondere tutto ai
propri famigliari.
Daria
Ho un bambino di 15 mesi avuto all'età di 20 anni, per lui ho rinunciato
a tutto, ad una bella vita, ai miei studi, alla realizzazione in campo
lavorativo…. Ho fatto e faccio enormi sacrifici per mantenerlo, in una
piccola casa in affitto con il mio compagno.
Due mesi fa ho scoperto di essere nuovamente incinta e, onestamente, non
me la sono sentita di portare avanti anche questa gravidanza, così ho
deciso per l'aborto. Il mio compagno non mi ha ostacolata, ma non è
nemmeno stato al mio fianco, perché lui voleva che lo tenessi, quindi ho
fatto tutto da sola.
All'ospedale mi hanno incoraggiata a praticare l'anestesia locale in
luogo di quella totale e, così, ho acconsentito. Ho provato alcuni
dolori, l'intervento rimarrà vivo nella mia mente. Però non sono pentita
della decisione che ho preso, non mi sarei potuta occupare di un'altra
piccola vita, né economicamente né umanamente…
Daniela
Ho 22 anni….ho fatto l'interruzione della gravidanza 10 giorni fa.
Sinceramente è la decisione più forte che ho mai preso….penso che
anche la più matura, che mi ha fatto crescere e anche avvicinarmi di più
del mio ragazzo! Sto bene adesso, di rimorsi neanche non si parla,
davvero mi sono sentita molto tranquilla quando mi sono svegliata dopo
l'intervento… Ho trovato solo persone gentilissime che mi hanno fatto
superare più facilmente quel momento. Ancora non sa nessuno… e neanche
non voglio dire a nessuno… Continuo a dire che la forza delle donne e
infinita…. Coraggio per tutte le donne che vogliono fare questo
passo….si supera….
Kloe
Sono una studentessa… e per me avere un bambino avrebbe significato
lasciare i miei studi e sopratutto rinunciare al mio diritto di essere
ancora una ragazza e di essere una figlia… quella figlia che per i
genitori sarebbe diventata una brava dottoressa… Ho abortito cinque
mesi fa… e grazie al mio fidanzato sono riuscita ad andare avanti….
Oggi l'amore è finito… immaginate se avevo un bambino… Io non
raccomando l'aborto, ma se è necessario…
Gabriella
Vorrei raccontare il faticoso, straziante e lacerante periodo vissuto
negli ultimi due mesi! Sono rimasta incinta di un uomo conosciuto
veramente da poco e dopo aver portato avanti una gravidanza all'età di
diciassette anni da sola e senza aiuto mi sono ritrovata nuovamente di
fronte ad una scelta difficile. Vivendo nel sud dell'Italia mi sono
scontrata con una mentalità retrograda e ignorante in cui la salute
psicologica della donna non viene tenuta presente. Nella regione in cui
abito, il 99.9% dei medici è obiettore! C'è un unico ospedale in tutta
la regione (Basilicata) che effettua le IVG con un unico medico per
tutti. Un poveretto costretto in una situazione alienante. Ovviamente
questo fa sì che i tempi per le interruzioni si allunghino notevolmente
complicando le ripercussioni psicologiche nonché le implicazioni
fisiche. Ero già all'ottava settimana… Mi è capitato infatti di
recarmi presso un sedicente medico che voleva farmi un'aspirazione. Sono
andata via in lacrime e consapevole dell'abbandono totale da parte delle
istituzioni. Mi chiedo il perché di tanta ottusità… come si può
rispettare così poco la vita umana… come si può voler indurre una
donna a mettere in pericolo la propria vita non fornendole il giusto
apporto sanitario?
Il mio vuole essere un appello a tutte le donne: "Difendiamo il diritto
tutto nostro di mettere al mondo dei figli in maniera consapevole e
responsabile! Difendiamo il nostro diritto di interrompere una
gravidanza se questa possa nuocere alla nostra salute fisica o psichica!
Non esistono donne che decidono di rifiutare un figlio senza un dolore
interno ineluttabile!"
Marina
Ho 28 anni. Alla fine di agosto ho scoperto di essere incinta ed è stato
uno shock. Incinta di un ragazzo col quale stavo da soli 6 mesi e che
vive in un’altra città. Laureata da pochi mesi, sto svolgendo un
tirocinio non retribuito, vivo dipendente economicamente dalla mia
famiglia e la previsione di un lavoro è lontana perché devo ancora
iniziare una specializzazione che durerà quattro anni.
Oltre al fatto che per i miei valori personali mancano tutte le
prerogative per avere un figlio (cioè una relazione stabile con una
persona che amo e che conosco davvero bene, una casa dove convivere con
il mio compagno e i miei figli e uno stipendio che mi permetta di essere
indipendente, libera nelle mie scelte e soprattutto idoneo a far
crescere mio figlio in modo decoroso senza troppe privazioni) manca la
motivazione fondamentale per farmi fare un passo del genere, cioè il
sentirmi pronta ad affrontare la maternità e tutto ciò che essa
comporta: ho sempre pensato che un figlio debba essere desiderato e che
abbia bisogno di un contesto sereno e perfetto almeno nelle premesse!
Nonostante razionalmente sia certa delle mie riflessioni e della
decisione che ho preso questa è stata la decisione più dolorosa della
mia vita, questi ultimi due mesi sono stati di confusione, paura e
sofferenza psicologica.
L’iter burocratico presso l’ospedale mi ha provata: ore di attesa in uno
stanzone con donne nella mia stessa condizione, molte delle quali
straniere e perciò ancora più smarrite, personale superficiale, poco
sensibile con atteggiamenti del tutto inappropriati alla circostanza.
Due giorni prima dell’intervento, il medico anestesista ha cercato di
farmi cambiare idea insistendo sul fatto che il comune della mia città
mi avrebbe aiutata economicamente e che il mondo è pieno di ragazze
madri! Sono uscita in lacrime non certo meno convinta della mia
decisione ma sicuramente addolorata, umiliata e con più sensi di colpa!
Il 24 settembre sono entrata in sala operatoria piangendo. La ginecologa
mi ha detto che se non ero convinta dell’intervento potevo anche
andarmene. Le ho fatto presente che pur certa della mia decisione avevo
paura. Mi è stato somministrato un ipnotico e dopo 10 minuti mi sono
risvegliata in un letto e mezz’ora dopo ero fuori dall’ospedale.
Non mi sentivo propriamente sollevata, piuttosto svuotata ma con la
sensazione di aver chiuso un capitolo. Nei giorni seguenti mi sono
sentita malinconica. A tre giorni dall’intervento mi è venuta un po’ di
febbre e nell’arco della serata ho iniziato ad avvertire forti crampi al
basso ventre – ho dovuto ripetere l’IVG perché rimanevano tessuti
embrionali nell'utero.
Mi è difficile spiegare quanto tutto questo sia stato per me
psicologicamente doloroso pur essendo conscia che tornando indietro
prenderei la stessa decisione. Mi è capitato di vivere questa situazione
attraverso l’esperienza di persone a me molto care, ma solo vivendolo
sulla propria pelle si può comprendere quali siano i vissuti di tale
esperienza. Mi consola l’idea che ho preso la decisione più giusta e mi
ripeto che la vita mi darà un’altra occasione per mettere al mondo un
figlio, ma questa volta per scelta e con le giuste premesse.
Gaia
Ho 26 anni e due mesi fa sono rimasta incinta senza volerlo! All'inizio
io ed il mio ragazzo, insieme da 4 anni, abbiamo deciso di tenerlo. Poi
con il trascorrer dei giorni ho iniziato a vedere la realtà: il mio
ragazzo aveva ed ha gravi problemi economici pur avendo un posto
sicuro.. in più i suoi genitori non avrebbero potuto aiutarci in nessun
modo e.. Lui lavorando lontano pretendeva che rimanessi a casa mia (mi
mancano due esami alla laurea) e che i miei genitori crescessero nostro
figlio!
Non ho dormito per notti intere.. poi ho preso la mia decisione: non far
venire al mondo questo bimbo, non perché non lo volevo ma perché sarebbe
stato un infelice…
Lui mi ha ostacolato in tutti i modi… e da una settimana prima
dell'intervento non l'ho più visto.
Non mi sono mai pentita neanche per un secondo: realmente lo desideravo
e lo amavo.. ma sarei stata un egoista a mettere al mondo un bimbo con
quella situazione: avrebbe appagato il mio desiderio di sentirmi madre,
ma avrebbe sofferto perché un bimbo ha bisogno di un padre e di una
madre : di una famiglia solida!
Patrizia
Ora ho 25 anni, quando abortii ne avevo 18. Mi accorsi di essere incinta
nel periodo in cui stavo preparando la maturità. Mi ero appena lasciata
con un ragazzo con cui stavo da 3 anni, al quale non ho mai detto niente
perché la nostra storia si concluse in modo molto brusco: era molto
possessivo e sicuramente mi avrebbe ostacolata in questa decisione.
Disgraziatamente si ruppe il preservativo.
Sono sempre stata certa fin dal primo momento che non avrei potuto
tenere quel bambino non tanto per la situazione economica, né perché
allora non mi sentissi pronta a sostenere quella che ritengo ancora
tutt'oggi la più grande e meravigliosa responsabilità per una donna: la
crescita di un figlio. Ma il motivo principale è che mio figlio non
avrebbe potuto crescere in una famiglia sana dove principalmente deve, a
mio parere, esserci un rapporto sereno tra i genitori.
Ancora oggi mi stupisco della forza che ho avuto in quel momento nel
dirlo a mia madre, la quale vive per i suoi 6 figli e che, donna di
forti principi morali, sapevo che sarebbe rimasta malissimo, forse
ancora più di me. Infatti mi disse che lei lo avrebbe tenuto. Mi chiedo
ancora se ho fatto bene a renderla consapevole e partecipe di questa
infelice esperienza perché so di averle procurato un'enorme sofferenza.
Nonostante tutto mi è stata molto vicina fin dalla prima visita in
consultorio, il giorno dell'intervento e anche dopo. Quello che mi diede
un po' fastidio allora fu che si preoccupava che persone che ci
conoscevano lo venissero a sapere, ma la comprendo.
I medici furono abbastanza discreti anche se distaccati, come persone
che tutti i giorni si occupano di questi interventi. La psicologa
dovette sostenere più il pianto di mia madre al quale io reagii con
rabbia perché non volevo che soffrisse, in più consideravo che lei non
avrebbe potuto per niente aiutarci in questa situazione.
I giorni prima dell'intervento ho parlato piangendo con quella parte di
me che avevo in grembo e che già amavo e le ho promesso che un giorno
sarebbe tornata quando sarebbe stato il momento giusto! per entrambe…
un giorno che sia io che il mio futuro compagno saremo in grado di
poterle garantire quella serenità che allora non avrebbe potuto avere!
Perché, per me, un figlio deve essere e sentirsi il frutto di un amore e
non di un contraccettivo sfortunatamente rottosi!
(Mi fa piacere che esista un sito come il vostro, sia per quanto
riguarda le utili informazioni contenute su un tema importantissimo di
cui si parla sempre troppo poco o con troppi contorni moralistici e
politici inutili, e sia perché ritengo che il racconto di esperienze
personali sia il più valido aiuto, e per la persona che ha vissuto tali
esperienze in prima persona, e per chi si trova in situazioni simili.)
Rosy
Ho 19 anni e 17 giorni fa mi sono sottoposta a un intervento per
l'interruzione di gravidanza… sono rimasta incinta perché incautamente
io e il mio ragazzo, con cui sto da un anno e mezzo, non abbiamo usato
nessuna precauzione.
ai miei genitori non ho voluto dire niente perché non me la sentivo di
dar loro un simile dispiacere e così ho gestito tutta la cosa da sola,
fortunatamente sopportata dal mio ragazzo che mi è stato vicino in ogni
momento.
Ciò che mi ha fatto più male è stato il momento dell'ecografia quando ho
visto il mio bambino dentro di me… io avrei tanto voluto tenerlo ma
non potevo offrirgli niente!!!
Ci ho messo molto per decidere cosa fare e quando finalmente sono andata
in consultorio ero già in decima settimana per cui dopo una settimana ho
subito l'intervento… in ospedale ho trovato un ginecologo molto bravo,
soprattutto dal punto di vista umano! adesso però devo trovare il modo
di perdonare me stessa, non dimenticherò mai ciò che ho fatto, ma spero
almeno di trovare pace con me stessa…
Mara
Ho interrotto la gravidanza due mesi fa… e penso che lo rifarei. È
vero ho 27 anni, ma l'età in certi casi non conta, non mi sento disposta
ad assumere questa responsabilità e mi mancano 2 esami alla laurea. Non
ho un lavoro e faccio ancora la mantenuta.
Sono rimasta incinta con il coito interrotto, avevo deciso di
interrompere la pillola per qualche tempo… ma nel giro di un mese è
successo tutto.
Mia madre l'ha saputo solo dopo l'intervento (anche se avrei fatto bene
a confidarmi con lei, la mamma più comprensiva del mondo). Al mio fianco
durante l'operazione c'è stato il mio ragazzo, che mi ha dato libertà
totale di scelta sulla decisione da prendere… (appena visto il test
positivo sono corsa in ospedale)
Il trattamento a Roma è stato umanamente pessimo, per l'ivg ho dovuto
attendere la 10 settimana di gravidanza…
Jenny
Ho subito l'intervento una settimana fa. Sono rimasta incinta in seguito
a un incontro occasionale con un ragazzo di 24 anni (io ne ho 22)… ci
siamo conosciuti, piaciuti… e una cosa tira l'altra… "Puoi stare
tranquilla con me"… mi sono fidata, non abbiamo usato nessuna
precauzione e purtroppo m'è andata male. Quando ero certa di essere
incinta mi sono subito recata al consultorio… ci avevo già pensato
molto… in quanto avevo tutti i sintomi di gravidanza…
Al consultorio sono stati gentilissimi, mi sono stati vicini e hanno
cercato di farmi stare a mio agio… io sono sempre stata molto convinta
della mia scelta… ho deciso da sola, nemmeno i miei genitori lo sanno.
Il dottore che mi ha operata è stato di una gentilezza infinita…
cercava di farmi stare bene. Non sono assolutamente pentita della mia
scelta… non potevo pensare di far nascere un figlio in queste
condizioni, con un ragazzo del quale non so nemmeno il cognome… i miei
genitori mi avrebbero uccisa… io avrei dovuto abbandonare tutti i miei
sogni… e per come sono fatta sono sicura che glielo avrei fatto
pesare, a questo bambino.
Sicuramente è una cosa che non dimenticherò mai, e che non mi perdonerò
mai… però non cambierei la mia decisione nemmeno se potessi tornare
indietro. È giusto che un bimbo nasca quando si è pronti e quando 2
persone lo vogliono davvero, non per uno stupido errore di due stupidi
ragazzi che non sono riusciti a fermarsi.
Stefania
ho 22 anni.. sto con 1 ragazzo che adoro e sabato ho scoperto di essere
incinta… non terrò questo bambino.. perché credo che diventare
genitori… (parlo anche per lui..) sia una scelta, non un obbligo o un
errore o un caso… non me la sento di assumermi una responsabilità cosi
grande. sono 1 egoista, si possibile… ma il giorno che avrò 1 figlio è
perché l'avrò deciso io, e sarò felicissima della mia scelta.
vorrei che fosse domani l'aborto, perché più lui è dentro di me più sto
male… ma sono convinta della mia decisione.
Simona
Ho 34 anni… domani ho l'intervento per un'interruzione di gravidanza.
Stavo leggendo le vostre testimonianze ed in un primo momento mi sono
sentito una mosca bianca: l'unica della mia età in mezzo a ragazze molto
giovani. Quello che posso dire però è che di carattere non accetto
convenzioni solo perché tutto il mondo ragiona alla stessa maniera….
Non sono nella situazione di avere un bambino… L'ho cercato per tanto
tempo poi con il mio ex ci siamo lasciati…. Ora ho un compagno da
pochissimo tempo e non mi va di crescere un bambino da sola o di
obbligare una persona che non so ancora se mi va di avere accanto per
tutta la vita solo perché è capitato…. Datemi dell'egoista… forse lo
sono… in fin dei conti non abbiamo preso abbastanza precauzioni…
Sarò un assassina secondo i più bigotti, ma non mi va di incrementare il
mondo dei figli senza padri visto come stanno andando le cose al giorno
d'oggi…..
p.s.: oggi sono un po' cinica… sono arrabbiata con me stessa… sono
arrabbiata con il mondo… spero arrivi preso domani pomeriggio…..
2 giorni dopo: Ieri ho avuto l'intervento… oggi sto
abbastanza bene… fisicamente meglio del previsto… moralmente…
beh… qualche rimorso legato forse a più dei pregiudizi ce l'ho, ma
legato al fatto che lo potevo tenere ASSOLUTAMENTE no… e se non me la
sentivo io di portare avanti una cosa del genere è stato meglio così…
Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se mi fosse capitato questa cosa a
18 anni con una mamma bigotta all'inverosimile che considera il fatto
che sua figlia a 34 anni non ha ancora messo su famiglia… sarebbe
cascato il mondo… sarei stata tenuta in casa, ma "radiata"
mentalmente… credo di essere stata fortunata a poter gestire questa
cosa da sola senza un aiuto dalla famiglia…
Ho fatto queste considerazioni perché credo che non ci sia nulla di male
nel tenere nascosto qualcosa del genere in casa… ma l'importante
è affidarsi a strutture serie e controllate.
Nicky
La mia ivg non è avvenuta. Ho un bimbo bellissimo di 7 mesi… Ho solo
21 anni, per il mio bimbo ho rinunciato a tutto: alla mia famiglia,
all'università, al divertimento.
Ora vivo con suo padre che ha 25 anni e di responsabilizzarsi non ne
vuole sentire parlare. Non posso lasciarlo perché senza il suo aiuto
economico non ce la faccio a vivere tra l'affitto e tutto il resto. Da i
miei non posso più andare, per avere una casa popolare ci vogliono
almeno 5 anni, di aiuti economici non ne ho visti né ne vedo da
nessuno. Sono sola, frustrata e depressa, faccio fatica a stare dietro
anche al mio piccolo… Fare tutto da sola non è semplice e io, lo
ammetto, non ce la faccio.
Devo essere onesta, avrei preferito non tenere il mio piccolino, sarei
stata più felice, avrei avuto un'altra vita, e al mio bimbo non avrei
offerto un futuro incerto e, probabilmente, pieno di problemi.
Joanna
Decisamente non è una bella sensazione leggere la propria storia tra le
testimonianze di ragazze anche più giovani di me. Ho 23 anni e quattro
anni fa sono rimasta incinta, ero fidanzata da 3 anni. Io e il mio
ragazzo di allora, studiavamo ancora e non ce la siamo sentita di
assumerci una responsabilità così grande. Così abbiamo preso la
decisione più importante della nostra vita. Il ciclo era regolare e non
mi ero accorta di essere incinta, invece all'ospedale mi dissero che
aspettavo un bimbo da due mesi e mezzo. Chiesi l'IVG, ma per l'ospedale
forse non era una cosa così urgente, mi fissarono un appuntamento per 15
giorni dopo…. Assurdo!! L'ultimo tentativo era la clinica privata.
Dopo ore d'attesa il ginecologo arrivò e mi disse che si poteva
risolvere tutto con 500.000£. Senza anestesia (capite bene come in certi
momenti non si faccia caso a nulla), senza nessuno accanto si risolse
tutto. I miei genitori non hanno mai saputo nulla e per il loro bene
spero non lo vengano mai a sapere. Il rimorso l'ho avuto per qualche
tempo, poi ho scoperto che colui che sarebbe potuto diventare padre
amava da sempre più la cocaina che me…. Povera ingenua! Per come sono
finite le cose è un bene che quella creatura non sia mai venuta alla
luce.
Caterina
Ho 18 anni, ho subito l'IVG meno di 2 mesi fa. Io e il mio ragazzo
studiamo ancora quindi non avevamo nessuna possibilità di mantenere un
bambino viste anche le particolari situazioni delle nostre famiglie.
Volevamo entrambi il nostro bambino, passavamo le ore a pensare come
sarebbe stato,se avesse avuto gli occhi verdi come i suoi, riuscivo a
leggergli negli occhi il dolore della consapevolezza che non avevamo
altra scelta. E' successo perché il preservativo si è rotto e pur avendo
preso la "pillola del giorno dopo" non sono riuscita ad evitare la
gravidanza. Ho fatto prima un test di gravidanza, poi sono andata dalla
mia ginecologa che mi ha dato il numero dell'ospedale di Fondi (LT). E'
stato il mio ragazzo a chiamare, mi ha accompagnata ed è stato sempre
vicino a me. I medici sono stati gentili, nessuno ha mostrato distacco o
mi ha fatto pensare di essere "colpevole" di qualcosa, mi hanno fatto
sembrare tutto "normale" e sinceramente ne sono rimasta piacevolmente
sorpresa!
Anche se ho vissuto serenamente il giorno dell'intervento, la nostalgia
per il mio bambino di tanto in tanto mi ritorna e l'unica cosa che mi fa
stare meglio è che questa è certamente stata la scelta migliore anche
per lui e che io e il mio ragazzo un giorno avremo un bambino e so che
quello avrà il doppio dell'affetto, so che l'ameremo anche per il suo
fratellino mai nato!
Laura
A 14 anni ho scritto per la scuola la mia prima ricerca sull'aborto, a
17 ho presentato il tema durante le lezioni di diritto, a 19 sono
rimasta incinta e ho vissuto in prima persona l'esperienza dell'IVG,
tenendo tutto nascosto ai miei genitori e ai miei familiari e
combattendo una battaglia che è durata dei mesi per farmi rimborsare
dalla mia cassa malati la fattura dell'intervento di fr. 800.– e le
altre per la perizia psichiatrica e le varie visite ginecologiche.
I miei genitori non sanno nulla ancora oggi. Non sono contrari
all'aborto, ma io non sono riuscita a dirglielo e questo a volte mi crea
alcuni problemi. Ho letto diversi libri sull'argomento e ho seguito 2
mie amiche che hanno abortito di recente.
Ho vissuto in prima persona l'umiliazione della perizia medica che è
stata effettuata da una psicologa che mi ha trattata molto male. Sapevo
che se lei non avesse dato il suo consenso, avrei potuto rivolgermi a
qualcun altro, ma è stata veramente una brutta esperienza.
Non avevo voglia di parlarne con degli estranei. Volevo passare quel
poco tempo che mi rimaneva con il mio bambino, parlargli, spiegargli la
situazione, sentirlo crescere e non avevo nessuna voglia di dover
giustificare la mia scelta. Sapevo che era la cosa giusta, per quanto mi
faceva stare male, e non sentivo il bisogno di sentire l'opinione di
altre persone.
Il mio ragazzo, con il quale sto tuttora, non voleva influenzarmi e
quindi non diceva molto, forse è solo da lui che avrei voluto sentire
qualche parola in più, ma anche per lui non era una situazione facile.
Sono passati quasi 2 anni e mezzo, adesso sto per compiere 22 anni.
Lavoro come redattrice, studio all'Università alla facoltà di Lettere
moderne e do lezioni di pianoforte a 6 bambini. La mia vita è ricca di
impegni.
Zora
Ho avuto due interruzioni di gravidanza, una a 18 anni l'altra l'anno
scorso a 21 anni.
Nel primo caso studiavo ancora, era l'anno della maturità e il mio
ragazzo ne io avevamo un lavoro… al che ci siamo chiesti che vita
avremmo potuto offrire al nostro bimbo e la scelta dolorosissima
dell'aborto. La seconda volta un anno fa, seguivo una dieta a base di
anfetamine. Non sapevo di essere incinta, quando l'ho scoperto ho smesso
subito ma il mio ginecologo mi disse che al 90 % il mio bimbo avrebbe
avuto una deformazione alle braccia.
La mia situazione era decisamente migliore, convivevo con il ragazzo che
conoscevo dai tempi della scuola, ma la paura di mettere al mondo un
figlio senza braccia e magari con altri danni ci spaventava sopratutto
per la sua vita futura. Ora aspetto un altro bimbo, sono al secondo mese
e tutto sembra procedere bene.
La prima volta mi dovevano arrivare le mestruazioni e secondo il metodo
del calcolo dei giorni fertili quello non avrebbe dovuto esserlo ed
invece…. La seconda volta si è rotto il preservativo.
La prima volta mi hanno trattata davvero malissimo, tanto che facevano
crescere in me dei sensi di colpa allucinanti. Mi sentivo un'assassina.
Questo è successo al Consultorio di Torino. Ho dovuto rivolgermi in
seguito a quello di Rivoli (TO), perché a Torino l'intervento non poteva
farsi in tempo utile. A Rivoli anche mi hanno trattata abbastanza male.
Spero che qualcuno davvero faccia qualche cosa per mettere delle persone
più sensibili in quei posti. – La seconda volta sono stati molto più
umani dato che c'era il rischio di malformazione.
La prima volta che rimasi incinta ero spaventata, data la mia
situazione… piangevo in continuazione e dopo ho continuato a pensare
al mio bimbo mai nato fino a che 3 anni dopo sono rimasta di nuovo
incinta. Ero felicissima anche perché avrei potuto offrirgli qualche
sicurezza in più ed invece il mondo mi è caduto addosso quando mi hanno
consigliato l'aborto. Ora vivo il momento della mia gravidanza con molta
ansia perché questo bimbo lo voglio con tutto il cuore!
Simona
Ho avuto una relazione con un uomo sposato e sono rimasta incinta.
Il mio problema non era tanto lui, quanto non ero ancora pronta alla
maternità. Purtroppo non ho preso delle precauzioni, non perché
contraria ai contraccettivi, ma perché ho pensato che tali farmaci e
barriere meccaniche non fossero adatti al mio corpo, avevo quasi una
repulsione.
Comunque non ho avuto problemi per abortire, tanto che il mio compagno
ed io abbiamo subito deciso per questo intervento. Abbiamo vissuto
serenamente questi momenti specialmente nelle visite mediche
preparatorie e durante i colloqui al consultorio, dove sia le assistenti
sociali che il medico ginecologo, sono stati gentilissimi. Anzi ci hanno
fatto complimenti per come gestivamo questa situazione che per la donna
è drammatica. Comunque tutto si è svolto regolarmente. Col mio compagno
che mi è stato sempre vicino prima e dopo l'intervento, non mi ha mai
lasciata sola. Quindi suggerisco un appello a tutte le donne:
coinvolgete i vostri partner nella decisione che prenderete se abortire
o no. Vi assicuro che è un notevole sollievo averlo vicino. – Baci a
tutte.
Francesca
Ho 28 anni e fra pochi giorni interromperò la mia gravidanza… Sono
rimasta incinta senza volerlo e quando l'ho saputo sono caduta nella
disperazione perché questo per me non è certo il momento per avere un
figlio. Vivo sola da poco e di un anno, ho una madre meravigliosa che ha
bisogno di me perché vive con un padre novantaduenne e un marito
alcolista (mio padre purtroppo!). Io ed il mio ragazzo non possiamo
economicamente permetterci di avere figli, non viviamo insieme, né lo
faremo di corsa. Dopo tanti anni di sofferenza vicino a mio padre, oggi
sono felice di non viverci più insieme e sto cercando di ricostruirmi
una vita piena e soprattutto normale. Ho bisogno di molta calma nelle
mie scelte di ogni giorno e nonostante i sensi di colpa che spero
svaniranno in fretta, penso che la mia non sia una scelta egoistica,
tutt'altro, io penso al nascituro e comprendo che adesso non sarei in
grado di dargli ciò di cui ha bisogno. Sono profondamente arrabbiata con
il mio medico, che ha cercato di dissuadermi dalla scelta e mi ha fatto
pesare ancora di più una decisione di per se già alquanto dura…
Maria
Fra esattamente 4 giorni abortirò, ho 18 anni, sinceramente fa male.
Vorrei non farlo, ma non ho molta scelta. Ho guardato l'ecografia e ho
visto quel fagiolino che mi gira dentro. Non sono stupida, so che non è
ancora un bimbo, ma è già dentro di me, è una parte di me… non posso
farci nulla… sto male…
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