Sara
Le nostre paure erano tante, … in quest'arco dell'anno non abbiamo mai
convissuto insieme, non abbiamo avuto un rapporto quotidiano dentro le
quattro mura, sì vacanze, ponti, fine settimana. Insomma, un anno di
relazione non era sufficiente per poter formare una famiglia,
rischiavamo molto, poi abbiamo due modi diversi di affrontare alcune
cose. Io laureata a luglio senza lavoro, lui è separato da un anno,
qualche strascico della precedente relazione, ogni tanto l'aveva, i
tanti anni di differenza che facciamo, che non ci hanno mai creato
problema.
Non volevo essere artefice di infelicità di tre persone, mettere al
mondo un bambino e non dargli una situazione stabile. Sì perché se le
altre coppie si dividono, noi due avremmo avuto un percentuale più alta.
Infondo infondo, entrambi lo volevamo quel bimbo, anche se tanto
impauriti, le nostre vite sarebbero cambiate da allora in poi. Io ero
pronta, sono una persona coraggiosa, ho affrontato molte cose difficili
nella vita, avevo paura anch'io, ma lui più di me. Fra gli infiniti
pianti, decidemmo per il sì…. Andammo in ospedale per gli esami,
rivedemmo il fagiolino, e le comunicammo la nostra decisione. Lei fece
un inno alla vita!
Mia sorella maggiore, quando alla fine si fece dei dubbi se fossi
incinta, mi disse che nel caso lo fossi stata, era meglio abortire e non
pensarci, per non finire con un figlio e fare la cameriera a vita. Mia
madre, quando le dissi che aspettavo un bambino, pianse tanto e poi mi
consigliò in primo luogo di abortire. Quando le dissi che non volevo
assolutamente abortire (il pensiero dell'aborto mi portava ad impazzire,
volevo tenerlo il mio bambino), lei da allora, mi disse solo: pensa bene
per qualunque scelta che farai, io ti sarò vicino comunque. Mio padre è
molto geloso di me, sono la sua adorata bella e brava bambina, e non gli
piace il mio ragazzo, ma chiunque sia stato, non gli sarebbe piaciuto.
Lui l'avrebbe presa malissimo, ancora non sa niente e non glielo dirò,
per non dargli un dispiacere.
Mia madre voleva coprire la "vergogna" (eppure quando vuole è una donna
moderna), con il fatto di andare a vivere subito con lui e magari prima
della nascita del bimbo di sposarci… La sua proposta fu subito
bocciata, non lo volevamo e non lo potevamo… e allora le dissi che era
separato.
Dopo quel venerdì di tanti pianti, facemmo la passeggiata lungo mare e
il mio ragazzo, con tanta paura, ancora provato per il quasi furioso
colloquio con mia madre e mia sorella, mi propose di non tenerlo, di
andare a vivere insieme e poi magari un domani di riprovare…
Quanto piansi, ma parlandone razionalmente era la cosa migliore per noi
"tre"!
Presi appuntamento al consultorio, gentilissimi, mi diedero tutte info e
la settimana dopo, tornai per gli esami. Il 26 settembre feci
l'intervento in anestesia generale. Eravamo in 5 dentro la stanza nel
reparto di ginecologia, dove si sentiva il vagito dei bimbi e l'anima
che si straziava…. un prete che entrò in stanza per benedirci (non
essendo io cattolica), era quasi per l'aborto, ma non perse occasione
per giudicarci….
Entrai in sala operatoria per la prima volta nella mia vita, e mi
sembrava che mi venisse un infarto. Il ginecologo gentilissimo, mi
disse: prima di addormentarti fai un sorriso, ti sveglierai meglio….
Al risveglio dall'anestesia il mio ragazzo era lì con me, impaurito,
desolato, straziato dalla mia condizione di donna, e le mie compagne
erano in un fiume di lacrime… cercai di non far caso al mio dolore
fisico (mestruale), mi feci forza per non scoppiare li.
L'intervento è andato bene, ma io sto male. Mi manca quel feto, il mio
bambino. Ho l'anima ferita… Dio che lutto straziante….. Non riesco a
dormire, mi sento vuota, come se mi fosse stato tolto qualcosa di "mio".
Al mattino quando mi svegliavo lo sentivo, sentivo la pesantezza
all'addome. Sogno in continuo il mio bambino, suo padre che mi aiuta a
partorire, ma il sogno finisce con il ginecologo che mi sorride, senza
vedere più nè il mio maschietto nè suo padre.
Il mio ragazzo mi è stato vicino e continua ad esserlo, è più forte di
me, ma io a volte ho la coscienza sporca, anzi, mi sento una spazzatura
umana! A distanza di quasi un mese, guardo il mio ragazzo, il suo volto
e il pensiero spontaneo mi porta a chiedermi: come sarebbe stato?
Nell'amore che provo per lui, muoio…. ci amiamo, ma allora, perché mai
non potevamo metterlo al mondo e amarlo… Non si può tornare in dietro.
Sono una persona prevalentemente razionale nella vita, ma in alcune
circostanze, come in questo caso, il mio lato emotivo mi strazia, mi fa
male.
Era il nostro destino, un figlio deve essere desiderato, essere pronti
in due, avere una base per non pentirsi nella vita. Anche se forse non
ci saremmo mai pentiti di aver messo al mondo quella creaturina che
cresceva in me…..